BARI - “L’emergenza lavorativa non è solo nei cieli italiani, con l’Alitalia che rischia il default e il licenziamento di migliaia di lavoratori. C’è anche quella del personale docente e tecnico-amministrativo delle scuole che attende di conoscere la propria sorte e avere finalmente un contratto di lavoro”.
Lo sostiene Napoleone Cera, presidente del Gruppo Popolari della Regione Puglia, che ricorda come il Consiglio regionale pugliese aveva votato una mozione che invitava la Giunta Emiliano a farsi promotrice di iniziative a tutela dei docenti pugliesi.
“La Puglia è una delle regioni più penalizzate dalla mancata chiarezza sui posti di docenti da coprire. Secondo calcoli del ministero, denunciati dalle organizzazioni sindacali, alla Puglia spetterebbero poco più di 1000 cattedre, mentre ne servirebbero almeno 3000 per riportare a livelli di decenza l’offerta didattica e formativa - continua Cera che evidenzia - Qualche settimana fa avevo denunciato il flop della buona scuola che, di fatto, aveva precarizzato i docenti, creando condizioni di disagio per l’organizzazione scolastica e la formazione degli studenti, ora alle prese con le prove Invalsi che rischiano di creare discriminazioni tra istituti e affossare ambizioni di studio e percorsi formativi paritetici”.
Conclude Cera: “Sarebbe opportuno riprendere una iniziativa di tutti i consiglieri regionali per investire il ministro e il governo nazionale sul tema della salvaguardia dell’offerta scolastica in Puglia. Spero che si possa contare, oltreché del sostegno dei sindacati di categoria, anche sul sostegno dell’Anci che non può solo occuparsi di assistenza ai migranti e di quote da distribuire sul territorio nazionale”.
Lo sostiene Napoleone Cera, presidente del Gruppo Popolari della Regione Puglia, che ricorda come il Consiglio regionale pugliese aveva votato una mozione che invitava la Giunta Emiliano a farsi promotrice di iniziative a tutela dei docenti pugliesi.
“La Puglia è una delle regioni più penalizzate dalla mancata chiarezza sui posti di docenti da coprire. Secondo calcoli del ministero, denunciati dalle organizzazioni sindacali, alla Puglia spetterebbero poco più di 1000 cattedre, mentre ne servirebbero almeno 3000 per riportare a livelli di decenza l’offerta didattica e formativa - continua Cera che evidenzia - Qualche settimana fa avevo denunciato il flop della buona scuola che, di fatto, aveva precarizzato i docenti, creando condizioni di disagio per l’organizzazione scolastica e la formazione degli studenti, ora alle prese con le prove Invalsi che rischiano di creare discriminazioni tra istituti e affossare ambizioni di studio e percorsi formativi paritetici”.
Conclude Cera: “Sarebbe opportuno riprendere una iniziativa di tutti i consiglieri regionali per investire il ministro e il governo nazionale sul tema della salvaguardia dell’offerta scolastica in Puglia. Spero che si possa contare, oltreché del sostegno dei sindacati di categoria, anche sul sostegno dell’Anci che non può solo occuparsi di assistenza ai migranti e di quote da distribuire sul territorio nazionale”.