di LUIGI LAGUARAGNELLA - Lento nel proseguire il percorso dal Castello alla Basilica, come commentato dal pubblico che ha inondato le strade del centro cittadino, ma emozionante. Molto emozionante. La leggerezza delle ballerine, con i loro movimenti delicati trasportati dal vento appese ai palloni bianchi e neri gonfiati ad elio, ha reso quella lentezza percepita come parte del corteo storico.
Il passaggio della Caravella con l’icona di San Nicola, nonostante le pause tra il passaggio da un quadro ad un altro, dagli sbandieratori ai timpanisti, dai figuranti ai mangiafuoco, non ha soltanto rispettato le attese. Le ha superate. Innalzate. La danza aerea che la regista Elisa Barucchieri ha portato come elemento innovatore nel tradizionale appuntamento dei baresi ha sorpreso. Centomila persone con il viso rivolto verso il cielo, incantate a guardare quelle ballerine aeree, ad ammirare nei pressi del teatro Piccinni le eleganti movenze di Elisa Barucchieri che dall’alto faceva cadere stoffe bianche: i fili che collegano cielo e terra, come i ponti, quelli che San Nicola rappresenta. Il corteo storico è stato davvero “partecipato”: non solo per la felicità del pubblico che applaudiva alle esibizioni dei timpanisti, dei mangiafuoco e degli sbandieratori, non solo per le voci dei bambini che richiamavano l’attenzione per poter accarezzare i cavalli che sfilavano, ma anche perché si è reso protagonista facendo ondeggiare come il mare dei tessuti bianchi che una volta tagliati aprivano all’intercedere del corteo.
Dall’alto delle ballerine volanti in bianco e nero, a richiamare i contrasti dell’umanità che esortano invece alla vitalità e alla speranza, hanno sfilato le donne che, seppur colpite dal tumore, hanno risposta alla vita…vivendo. Lo hanno fatto cantando, inneggiando a San Nicola. Donne che come loro manna di vita hanno la tenacia. Oppure la bellezza dei bambini che, in costume hanno animato il corteo donando pane alle persone, anche loro cantando e urlando di gioia. I bambini, quelli che San Nicola ha salvato dall’oste, quelli che l’attualità li mette in pericolo a causa di esseri (per niente) umani che abusano della loro onestà e benevolenza. Altra scena rappresentata egregiamente è quella della colonna che San Nicola fece ritrovare per la costruzione della Basilica: a ritmo di tamburi i ballerini in bodypainting si sono esibiti in spettacolari acrobazie.
Tutto è avvenuto sullo sfondo della voce narrante di Elena Sofia Ricci e le proiezioni artistiche realizzate con la sabbia sul muro del castello (alla partenza) e sulla facciata della Basilica (al termine). L’attrice, sorella di Elisa Barucchieri, ha letto il testo scritto da Selene Favuzzi: parole cariche di pathos, che esprimono le intercessioni della gente, le speranze di una vita che è essa stessa miracolo, la forza inglobante, ecumenica di San Nicola, la capacità di affidare a lui la possibilità di placare le onde dell’anima.