BARI - La fragilità del paziente oncologico è tra le priorità da gestire, attraverso un adeguato supporto psicosociale, in tutte le fasi della malattia, dalla diagnosi alla guarigione.
Questa raccomandazione forte, elaborata nello svolgimento del progetto “CanCon” (Cancer Control), una Joint Action triennale cofinanziata dalla Commissione europea e dagli Associated Partners, è il risultato raggiunto dal team di ricercatori dell’Irccs “Giovanni Paolo II” che a livello Europeo hanno rappresentato l'Italia nel gruppo di lavoro dedicato alla Sopravvivenza e Riabilitazione.
La raccomandazione stilata dalla squadra barese è contenuta nella European Guide on Quality Improvement in Cancer Control, un volume che ha raccolto anche le linee guida degli altri gruppi di lavoro, al fine di uniformare tra gli Stati membri, i piani nazionali di cura del cancro, dalla prevenzione alla riabilitazione.
Nel dettaglio, le conclusioni del team di via Orazio Flacco, frutto della valutazione di migliaia di lavori clinico-scientifici e del confronto con esperti internazionali, attraverso una fitta serie di incontri di studio, saranno rese pubbliche venerdì 12 maggio durante il National Meeting for Dissemination of Recommendations & Policy Papers, nella sala convegni dell’Istituto Oncologico diretto da Antonio Delvino.
«Secondo la letteratura scientifica internazionale, pur ritenendo fondamentale assistere il paziente nei bisogni psicosociali, non è possibile trarre conclusioni definitive su quale tipo di intervento o tecnica sia più adatta per trattare ogni problema specifico presente sia nelle fasi acute della malattia, sia nella sopravvivenza - spiega Vittorio Mattioli, responsabile scientifico del progetto, esperto di sopravvivenza al cancro, coinvolto nella redazione del capitolo della guida dedicato allo “Psychological Support” insieme con i colleghi Angelo Paradiso, Francesca Romito, Claudia Cormio, Caroline Oakley, Francesco Giotta, Andrea Lisi, Domenico Zonno - Questo deriva dal rilievo che non solo vi sono molte tecniche efficaci, ma anche dalla conoscenza che, ad ogni fase della malattia, possono corrispondere livelli differenti di psicopatologia, che, per questo motivo, richiedono trattamenti differenti. Esemplificando si può affermare che per i livelli di psicopatologia lieve, gli interventi psicosociali, da soli, possono risultare efficaci, mentre per una psicopatologia moderata o grave la gestione ottimale richiede una combinazione di interventi psicosociali e farmacologici. Tutti gli interventi psicosociali devono essere gestiti da personale specificamente formato e professionalmente esperto» continua Mattioli.
Una dissemination esemplare quella di venerdì; non ne fanno mistero neppure sul sito ufficiale del progetto CanCon, in cui si definisce “un buon esempio” il meeting organizzato dall’Istituto tumori: un approccio metodologico privilegiato anche dalla Direzione Generale, Sanitaria e Scientifica dell’Oncologico, al fine di diffondere il messaggio direttamente ai destinatari.
Il meeting che, oltre ai ricercatori baresi, ha nel panel dei relatori rappresentanti ministeriali, regionali e di associazioni scientifiche, ordinistiche e dei pazienti, si presta ad essere evento collaterale del G7 finanziario in programma a Bari dall’11 al 13 maggio, e insieme occasione per distribuire ai partecipanti una copia della Guida Europea ed una edizione speciale della Newsletter Cured & Chronic, una rivista quadrimestrale in lingua inglese dedicata alla promozione della cultura della sopravvivenza di lungo-termine al cancro.
Questa raccomandazione forte, elaborata nello svolgimento del progetto “CanCon” (Cancer Control), una Joint Action triennale cofinanziata dalla Commissione europea e dagli Associated Partners, è il risultato raggiunto dal team di ricercatori dell’Irccs “Giovanni Paolo II” che a livello Europeo hanno rappresentato l'Italia nel gruppo di lavoro dedicato alla Sopravvivenza e Riabilitazione.
La raccomandazione stilata dalla squadra barese è contenuta nella European Guide on Quality Improvement in Cancer Control, un volume che ha raccolto anche le linee guida degli altri gruppi di lavoro, al fine di uniformare tra gli Stati membri, i piani nazionali di cura del cancro, dalla prevenzione alla riabilitazione.
Nel dettaglio, le conclusioni del team di via Orazio Flacco, frutto della valutazione di migliaia di lavori clinico-scientifici e del confronto con esperti internazionali, attraverso una fitta serie di incontri di studio, saranno rese pubbliche venerdì 12 maggio durante il National Meeting for Dissemination of Recommendations & Policy Papers, nella sala convegni dell’Istituto Oncologico diretto da Antonio Delvino.
«Secondo la letteratura scientifica internazionale, pur ritenendo fondamentale assistere il paziente nei bisogni psicosociali, non è possibile trarre conclusioni definitive su quale tipo di intervento o tecnica sia più adatta per trattare ogni problema specifico presente sia nelle fasi acute della malattia, sia nella sopravvivenza - spiega Vittorio Mattioli, responsabile scientifico del progetto, esperto di sopravvivenza al cancro, coinvolto nella redazione del capitolo della guida dedicato allo “Psychological Support” insieme con i colleghi Angelo Paradiso, Francesca Romito, Claudia Cormio, Caroline Oakley, Francesco Giotta, Andrea Lisi, Domenico Zonno - Questo deriva dal rilievo che non solo vi sono molte tecniche efficaci, ma anche dalla conoscenza che, ad ogni fase della malattia, possono corrispondere livelli differenti di psicopatologia, che, per questo motivo, richiedono trattamenti differenti. Esemplificando si può affermare che per i livelli di psicopatologia lieve, gli interventi psicosociali, da soli, possono risultare efficaci, mentre per una psicopatologia moderata o grave la gestione ottimale richiede una combinazione di interventi psicosociali e farmacologici. Tutti gli interventi psicosociali devono essere gestiti da personale specificamente formato e professionalmente esperto» continua Mattioli.
Una dissemination esemplare quella di venerdì; non ne fanno mistero neppure sul sito ufficiale del progetto CanCon, in cui si definisce “un buon esempio” il meeting organizzato dall’Istituto tumori: un approccio metodologico privilegiato anche dalla Direzione Generale, Sanitaria e Scientifica dell’Oncologico, al fine di diffondere il messaggio direttamente ai destinatari.
Il meeting che, oltre ai ricercatori baresi, ha nel panel dei relatori rappresentanti ministeriali, regionali e di associazioni scientifiche, ordinistiche e dei pazienti, si presta ad essere evento collaterale del G7 finanziario in programma a Bari dall’11 al 13 maggio, e insieme occasione per distribuire ai partecipanti una copia della Guida Europea ed una edizione speciale della Newsletter Cured & Chronic, una rivista quadrimestrale in lingua inglese dedicata alla promozione della cultura della sopravvivenza di lungo-termine al cancro.