Albania al voto, 'guerra' tra i sondaggisti italiani
TIRANA - Domenica prossima 25 giugno 2017, poco più di 1,7 milioni di elettori albanesi si recheranno alle urne per eleggere il nuovo Parlamento che resterà in carica quattro anni. Secondo le speranze e la propaganda politica, saranno quelli che vedranno l’Albania iniziare i negoziati di adesione alla Unione Europea, ma soprattutto saranno quelli che vedranno l’attuazione di una riforma della giustizia che ha dilaniato la politica albanese per più di un anno, e che potrebbe determinare, se dovesse funzionare, significativi scossoni anche nell’ambiente politico.
La situazione è assai tesa, notizie di qualche pestaggio politico interrompono la lunga serie di attacchi verbali che il premier Edi Rama, il Presidente del Parlamento e Presidente della Repubblica eletto Ilir Meta, e il nuovo capo del Partito Democratico Lulzim Basha (che ha preso il posto dell’ex Presidente Berisha), si scambiano ogni giorno, spesso con toni e argomenti molto aggressivi.
Sono loro i tre capi dei partiti che si divideranno i mandati parlamentari secondo i voti degli albanesi.
A differenza delle volte precedenti, quando il Partito Socialista e il Partito Democratico, con le proprie coalizioni, si dividevano la quasi totalità dei voti e degli eletti, questa volta una serie di cambiamenti alle procedure elettorali hanno provocato la nascita di un sistema tripolare, tutti contro tutti, con il Movimento Socialista per l’Integrazione (LSI) di Ilir Meta che si presenta come un serio candidato a raccogliere voti e mandati, sottraendoli agli altri due partiti.
I quattro anni di governo di Edi Rama sono passati tra scandali per contratti milionari e forti polemiche sulla diffusione della coltivazione della marjuana, e a fronte di un’economia non più ruggente, e negli ultimi due anni, con continue liti con il partner di coalizione Ilir Meta.
I principali analisti ritengono che Rama non possa superare il risultato del 2013 quando prese il 41,3%, risultato che gli garantirebbe oggi l’elezione di non più di una sessantina di deputati sui 140 totali, quindi non sufficiente per un governo monocolore.
Queste novità hanno scatenato una vera guerra dei sondaggi elettorali (che in Albania non sono regolamentati) con due televisioni concorrenti, anche se entrambe vicine al Premier Rama, che hanno pubblicato sondaggi realizzati da istituti italiani che vedono Rama vicino alla maggioranza assoluta e vedono invece Meta molto indietro, mentre un sondaggio riservato realizzato da un altro sondaggista italiano per conto di un cliente privato straniero, riporta il partito di Meta al secondo posto davanti al Partito Democratico, con il Partito Socialista sempre primo ma fortemente ridimensionato.
Si profila quindi un altro governo di coalizione, ma questa volta il gioco sembra apertissimo, con tutti i tre partiti che saranno in grado di scegliere con chi degli altri due fare una coalizione di governo.
Il voto terminerà domenica sera alle ore 19, ma le procedure di conteggio dei voti dovrebbero durare alcuni giorni. Domenica sera uno degli istituti di sondaggi italiani pubblicherà degli exit- poll, mentre per la convocazione del nuovo Parlamento e la fiducia al nuovo governo bisognerà attendere settembre.
La situazione è assai tesa, notizie di qualche pestaggio politico interrompono la lunga serie di attacchi verbali che il premier Edi Rama, il Presidente del Parlamento e Presidente della Repubblica eletto Ilir Meta, e il nuovo capo del Partito Democratico Lulzim Basha (che ha preso il posto dell’ex Presidente Berisha), si scambiano ogni giorno, spesso con toni e argomenti molto aggressivi.
Sono loro i tre capi dei partiti che si divideranno i mandati parlamentari secondo i voti degli albanesi.
A differenza delle volte precedenti, quando il Partito Socialista e il Partito Democratico, con le proprie coalizioni, si dividevano la quasi totalità dei voti e degli eletti, questa volta una serie di cambiamenti alle procedure elettorali hanno provocato la nascita di un sistema tripolare, tutti contro tutti, con il Movimento Socialista per l’Integrazione (LSI) di Ilir Meta che si presenta come un serio candidato a raccogliere voti e mandati, sottraendoli agli altri due partiti.
I quattro anni di governo di Edi Rama sono passati tra scandali per contratti milionari e forti polemiche sulla diffusione della coltivazione della marjuana, e a fronte di un’economia non più ruggente, e negli ultimi due anni, con continue liti con il partner di coalizione Ilir Meta.
I principali analisti ritengono che Rama non possa superare il risultato del 2013 quando prese il 41,3%, risultato che gli garantirebbe oggi l’elezione di non più di una sessantina di deputati sui 140 totali, quindi non sufficiente per un governo monocolore.
Queste novità hanno scatenato una vera guerra dei sondaggi elettorali (che in Albania non sono regolamentati) con due televisioni concorrenti, anche se entrambe vicine al Premier Rama, che hanno pubblicato sondaggi realizzati da istituti italiani che vedono Rama vicino alla maggioranza assoluta e vedono invece Meta molto indietro, mentre un sondaggio riservato realizzato da un altro sondaggista italiano per conto di un cliente privato straniero, riporta il partito di Meta al secondo posto davanti al Partito Democratico, con il Partito Socialista sempre primo ma fortemente ridimensionato.
Si profila quindi un altro governo di coalizione, ma questa volta il gioco sembra apertissimo, con tutti i tre partiti che saranno in grado di scegliere con chi degli altri due fare una coalizione di governo.
Il voto terminerà domenica sera alle ore 19, ma le procedure di conteggio dei voti dovrebbero durare alcuni giorni. Domenica sera uno degli istituti di sondaggi italiani pubblicherà degli exit- poll, mentre per la convocazione del nuovo Parlamento e la fiducia al nuovo governo bisognerà attendere settembre.