Contrasto alla 'Quarta mafia', Università del Salento per la legalità


LECCE - Nell’ambito del progetto “Università per la legalità”, promosso dal MIUR, CNSU, CRUI e Fondazione “Giovanni e Francesca Falcone”, l’Università del Salento ha risposto alla prima Call per le Università, nata con l’intento di diffondere la cultura della memoria, dell’impegno e della legalità attraverso il coinvolgimento delle rispettive realtà studentesche.

Gli studenti dell’Università del Salento, con l’ausilio del professor Rossano Adorno, stanno sviluppando un cortometraggio articolato su due piani: quello di un minuzioso lavoro di ricostruzione storica dell’attività di contrasto alla criminalità organizzata di stampo mafioso nel trritorio salentino e quello della rievocazione, anche in forma teatrale, di singole vicende locali.

Il progetto, ancora in corso di svolgimento, è stato ideato dagli studenti Rocco Accogli, Stefania Argentiero, Rocco Cozza, Robert D’Alessandro, David Lazzari, Gioele Giovanni Levantaci, Veronica Liquori, Eugenio Luperto, Lorenzo Merola, Federica Monteduro, Laura Russo, Mattia Solito, Chiara Tarantini, Eleonora Vergine.

Nei giorni 22 e 23 maggio scorsi, in occasione del XXV anniversario della morte di Giovanni Falcone una delegazione di studenti dell’Ateneo salentino, guidata dal professor Adorno, era presente a Palermo.

«È stata un'esperienza straordinaria» dichiara Adorno «e ad alto impatto emotivo. Nel ricordo di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, i 19 Atenei aderenti al progetto "Università per la legalità" hanno presentato e condiviso i rispettivi percorsi. Il progetto dell'Università del Salento - Il contrasto alla quarta mafia - brillantemente esposto a Palermo da Chiara Tarantini ed elaborato con il prezioso e infungibile contributo del Dott. Cataldo Motta, già Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Lecce, ha entusiasmato gli organizzatori».

«Giorni intensi e pieni di riflessioni profonde quelli che ci hanno visti partecipi del progetto “Università per la legalità” qui a Palermo» dichiara Robert D’Alessandro, Presidente del Consiglio degli Studenti, il quale, ricordando le parole di Antonio Caponnetto, osserva come «la mafia teme più la scuola della giustizia». «Per questo» prosegue D’Alessandro, «come studenti universitari, dobbiamo sentire la responsabilità di portare sulle nostre gambe, soprattutto nei luoghi della formazione, la nascita di un cambiamento culturale: è da li che parte la lotta alla mafia. Il Consiglio degli Studenti dovrà ancor più promuovere iniziative sulla cultura della memoria, dell’impegno e della legalità, con quest'auspicio ho firmato il protocollo che ci impegnerà anche nel prossimo anno a promuovere all'interno del nostro Ateneo percorsi di sensibilizzazione e formazione su questi temi».

Parole di entusiasmo anche da parte di Chiara Tarantini: «Sono stata scelta per esporre il progetto del nostro Ateneo nel XXV anniversario della strage di Capaci. È stato emozionante descrivere il lavoro degli studenti, l'impegno profuso, nella consapevolezza di aver partecipato a un'iniziativa importantissima: siamo consci del privilegio che ci ha riservato, con la sua partecipazione, il Procuratore Cataldo Motta, che rappresenta per noi studenti simbolo di una vita di impegno antimafia».

Il progetto dell’Università del Salento è stato molto apprezzato a Palermo e Maria Falcone, presidente della Fondazione “Giovanni e Maria Falcone” ha inviato al Rettore dell’Università del Salento, Vincenzo Zara, una lettera di ringraziamento e congratulazioni per il lavoro svolto e l’adesione all’iniziativa.

«Sono orgoglioso» dichiara Zara «dei nostri studenti e del lavoro da essi svolto. Essere iscritti all’Università non significa soltanto seguire lezioni e sostenere esami. Essere studenti universitari oggi significa essere cittadini consapevoli, diffondere i valori più importanti della società ed essere portatori e rappresentanti della parte sana e giusta del mondo in cui viviamo. Progetti di questo genere mirano a diffondere la “cultura della legalità” che rappresenta l’arma più potente, proprio perché di natura culturale, a combattere le derive di illegalità che purtroppo sono molto presenti in alcuni contesti sociali ed economici».