BARI - Il direttivo della FederalberghiBari-Batha deliberato all’unanimità un documento che stigmatizza le dichiarazioni alla stampa del sindaco Decaro in merito alla volontà di applicazione della tassa di soggiorno a Bari e articola le ragioni degli albergatori sul rischio che tale ulteriore balzello possa avere sul fragile mercato turistico cittadino.
“In linea generale siamo contrari alla tassa di soggiorno - commenta Francesco Caizzi, presidente della Federalberghi Bari-Bat - Il provvedimento annunciato dal Sindaco di Bari rischia di bloccare sul nascere il duro lavoro di promozione e marketing turistico che i player privati e in forma associata stanno cercando di implementare con l’obiettivo di far decollare Bari come destinazione turistica”.
“La Federalberghi Bari-Bat – si legge nel documento -si batte con convinzione per alleggerire la pressione fiscale sulle imprese turistiche, che ha raggiunto un livello insostenibile sia in quota locale sia in quella statale (a Bari, in particolare, l’Imu e la Tari risultano tra le più alte d’Italia). Ribadiamo, pertanto, la ferma contrarietà alla tassa di soggiorno, perché riduce la competitività del sistema turistico senza apportare concreti benefici”.
“C’è da sottolineare che Bari non è ancora una destinazione nel mercato turistico nazionale e internazionale – prosegue il documento degli albergatori baresi – per l’assenza di politiche turistiche dell’amministrazione comunale che denota mancanza di idee, di visione e di progetti per il turismo della città . Manca, insomma, un assessore al turismo, mancano strutture per il marketing territoriale e la gestione dei grandi eventi. Tant’è che a fronte dei crescenti flussi turistici verso la Puglia, Bari raccoglie solo le briciole con qualche movimento circolare di persone all’interno della stessa Città Metropolitana. Ricordiamo che le medie cittadine di riempimento degli alberghi non si staccano dal 50%, con una riduzione media delle tariffe applicate. Rileviamo che del grande volume di traffico dell’aeroporto Karol Wojtyla la nostra città riesce a intercettarne non più del 15% e con una media molto bassa di permanenza (1,48 notti). A tutti questi deficit c’è da aggiungere il fenomeno dannoso dell’abusivismo che non trova un efficace contrasto da parte delle autorità pubbliche”.
“La Federalberghi – conclude il documento – conferma il proprio impegno volto a propugnare il superamento dell’imposta di soggiorno e intende anche vigilare sulla corretta applicazione della norma vigente, al fine di accertare che non vengano valicati i limiti stabiliti dalla legge e che il relativo gettito venga effettivamente destinato a finalità di interesse turistico e non al mero ripianamento dei deficit dei bilanci comunali. L’intervento delle associazioni di categoria può contribuire a elevare la qualità della regolamentazione, evidenziando eventuali problemi e immettendo nel flusso decisionale informazioni sull’impatto del provvedimento. L'autonomia concessa dalla legge ai Comuni deve trovare una ben chiara definizione nel regolamento attuativo, onde evitare che questa imposta sia applicata in modo iniquo e disincentivante, e l'apporto conoscitivo delle associazioni resta fondamentale. Occorre, altresì, dedicare adeguata considerazione ai costi che l’imprenditore sostiene per lo svolgimento del ruolo assegnatogli dalla legge (personale addetto all’attività di riscossione e rendicontazione, commissioni dovute alle agenzie on line e ai gestori delle carte di credito e di debito, utilizzo delle attrezzature e dei materiali di consumo, etc.) che dovrebbero essere rimborsati o comunque compensati”.
“Ricordiamo ancora una volta al sindaco Decaro – dichiara in conclusione Caizzi – che nel suo programma elettorale, redatto con il nostro contributo, non c’è traccia della tassa di soggiorno. Gli rammentiamo, altresì, chebisogna procedere con molta cautela in un settore delicato e prospetticamente strategico qual è quello alberghiero, unico in grado di garantire occupazione stabile in maggioranza femminile e giovanile. Solo da un confronto con le associazioni di categoria più rappresentative potranno scaturire decisioni e provvedimenti importanti per lo sviluppo del turismo in un’area che a questo segmento deve guardare con particolare attenzione. Al nostro settore necessita, ad ogni livello, una politica che lavori per l’eliminazione di oneri burocratici che gravano sulle imprese senza essere produttivi, per la riduzione della tassazione propria ed impropria sulle imprese e per la cancellazione definitiva di ogni ipotetica imposta di soggiorno”.
“In linea generale siamo contrari alla tassa di soggiorno - commenta Francesco Caizzi, presidente della Federalberghi Bari-Bat - Il provvedimento annunciato dal Sindaco di Bari rischia di bloccare sul nascere il duro lavoro di promozione e marketing turistico che i player privati e in forma associata stanno cercando di implementare con l’obiettivo di far decollare Bari come destinazione turistica”.
“La Federalberghi Bari-Bat – si legge nel documento -si batte con convinzione per alleggerire la pressione fiscale sulle imprese turistiche, che ha raggiunto un livello insostenibile sia in quota locale sia in quella statale (a Bari, in particolare, l’Imu e la Tari risultano tra le più alte d’Italia). Ribadiamo, pertanto, la ferma contrarietà alla tassa di soggiorno, perché riduce la competitività del sistema turistico senza apportare concreti benefici”.
“C’è da sottolineare che Bari non è ancora una destinazione nel mercato turistico nazionale e internazionale – prosegue il documento degli albergatori baresi – per l’assenza di politiche turistiche dell’amministrazione comunale che denota mancanza di idee, di visione e di progetti per il turismo della città . Manca, insomma, un assessore al turismo, mancano strutture per il marketing territoriale e la gestione dei grandi eventi. Tant’è che a fronte dei crescenti flussi turistici verso la Puglia, Bari raccoglie solo le briciole con qualche movimento circolare di persone all’interno della stessa Città Metropolitana. Ricordiamo che le medie cittadine di riempimento degli alberghi non si staccano dal 50%, con una riduzione media delle tariffe applicate. Rileviamo che del grande volume di traffico dell’aeroporto Karol Wojtyla la nostra città riesce a intercettarne non più del 15% e con una media molto bassa di permanenza (1,48 notti). A tutti questi deficit c’è da aggiungere il fenomeno dannoso dell’abusivismo che non trova un efficace contrasto da parte delle autorità pubbliche”.
“La Federalberghi – conclude il documento – conferma il proprio impegno volto a propugnare il superamento dell’imposta di soggiorno e intende anche vigilare sulla corretta applicazione della norma vigente, al fine di accertare che non vengano valicati i limiti stabiliti dalla legge e che il relativo gettito venga effettivamente destinato a finalità di interesse turistico e non al mero ripianamento dei deficit dei bilanci comunali. L’intervento delle associazioni di categoria può contribuire a elevare la qualità della regolamentazione, evidenziando eventuali problemi e immettendo nel flusso decisionale informazioni sull’impatto del provvedimento. L'autonomia concessa dalla legge ai Comuni deve trovare una ben chiara definizione nel regolamento attuativo, onde evitare che questa imposta sia applicata in modo iniquo e disincentivante, e l'apporto conoscitivo delle associazioni resta fondamentale. Occorre, altresì, dedicare adeguata considerazione ai costi che l’imprenditore sostiene per lo svolgimento del ruolo assegnatogli dalla legge (personale addetto all’attività di riscossione e rendicontazione, commissioni dovute alle agenzie on line e ai gestori delle carte di credito e di debito, utilizzo delle attrezzature e dei materiali di consumo, etc.) che dovrebbero essere rimborsati o comunque compensati”.
“Ricordiamo ancora una volta al sindaco Decaro – dichiara in conclusione Caizzi – che nel suo programma elettorale, redatto con il nostro contributo, non c’è traccia della tassa di soggiorno. Gli rammentiamo, altresì, chebisogna procedere con molta cautela in un settore delicato e prospetticamente strategico qual è quello alberghiero, unico in grado di garantire occupazione stabile in maggioranza femminile e giovanile. Solo da un confronto con le associazioni di categoria più rappresentative potranno scaturire decisioni e provvedimenti importanti per lo sviluppo del turismo in un’area che a questo segmento deve guardare con particolare attenzione. Al nostro settore necessita, ad ogni livello, una politica che lavori per l’eliminazione di oneri burocratici che gravano sulle imprese senza essere produttivi, per la riduzione della tassazione propria ed impropria sulle imprese e per la cancellazione definitiva di ogni ipotetica imposta di soggiorno”.