L'elemento storico, rilevato dopo minuziose e attente ricerche, induce a sostenere che c'è ancora una volta quella ragione in più per convertire la denominazione della Serie B in Serie A/2. Un cambio che, se consentito dalle altre squadre partecipanti al Campionato cadetto 2017-2018 e prive dell'assenza di militanza nella Serie A, dovrà indurre i vertici del 'pallone italico' ad affrontare di petto e senza più rinvii la tanto sbandierata riforma dei campionati, seguendo una possibile suddivisione in A/1, A/2, B/1 e B/2, completata da una Serie C geograficamente suddivisa per gironi (nelle ultime settimane, si è vociferato di un ritorno all'antico con il format C1-C2) e che possibilmente inglobi una Serie D altrettanto insignificante per la sua suddivisione in raggruppamenti interregionali.
Si potrebbe uscire così da quel torpore che da qualche stagione sportiva a questa parte investe, a partire da una Serie A sempre più per una metà di pochi intimi e per l'altra metà amatoriale, gran parte dell'intero movimento calcistico italiano.
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