LECCE - Aumenta l’esposizione dei pazienti alle radiazioni ionizzanti. Interviene una direttiva europea che impone di monitorare le dosi erogate dagli impianti radiologici della Asl.
I tempi sono stretti. Meno di 8 mesi (fino al 6. 2.2018) per adeguare tutti gli impianti radiologici della Asl alla direttiva EURATOM n.59 del 2013. Impianti sui quali verrà montato un dispositivo che registrerà la dose di radiazioni assunta dal paziente.
Per far fronte a questa nuova e urgente necessità, nei giorni scorsi la direzione della Asl ha riattivato il Dipartimento di Diagnostica per immagini che aveva sospeso il 19 febbraio 2016 e ha riaffidato la direzione dipartimentale allo stesso direttore della Radiologia del “Vito Fazzi”, dottore Massimo Torsello (foto).
«In buona sostanza – spiega il direttore radiologo - i 5 anni concessi dalla Comunità europea agli stati membri per adeguare le Tac, le radiografie, le sale operatorie, le Pet, le Gamma-camere, le radioterapie e tutti gli apparecchi che utilizzano radiazioni ionizzanti a scopo diagnostico, devono essere adeguate in modo che dal 6 febbraio 2018 nei referti deve comparire anche la dose di radiazioni erogata nel singolo esame».
Le apparecchiature più recenti sono già dotate del dispositivo conta-dosi, mentre quelle più datate ne sono prive. Scopo della direttiva è di tenere sotto controllo la dose assorbita dalla popolazione.
«Oltre ad adeguare tutte le macchine con questo dispositivo – aggiunge Torsello – sarà necessario acquistare anche un software dedicato in grado di archiviare nel fascicolo elettronico tutte le singole dosi assunte da ogni paziente. Oggi noi abbiamo già l’archivio delle immagini di tutti gli esami, ma d’ora in avanti sarà archiviata anche la dose erogata».
«Negli ultimi 10 anni – aggiunge il direttore Torsello - grazie allo sviluppo tecnologico delle nuove apparecchiature, sono migliorate di molto le diagnosi delle patologie. Nel contempo però, si è registrato un aumento della dose di radiazioni nella popolazione. E questo ha portato alla necessità di tenere sotto controllo l’esposizione alle radiazioni».
Ma c’è di più. La direttiva impone che a guidare l’erogazione di prestazioni radiologiche nelle strutture pubbliche e private, saranno due principi :la giustificazione e l’ottimizzazione.
Giustificazione vuol dire che ogni esposizione radiologica deve essere giustificata sotto l’aspetto dell’appropriatezza clinica. «Non si possono erogare, per esempio – spiega Torsello – le stesse dosi a un bambino e a un paziente di 90 anni».
Ottimizzazione vuol dire che il risultato deve essere ottenuto con la dose di radiazioni più bassa possibile. «Noi radiologi – dice Torsello - dobbiamo stare attenti. Per alcune patologie dove non serve il mezzo di contrasto, per esempio, faremo una Tac senza contrasto».
Nei prossimi giorni il dottore Torsello riunirà tutti i primari delle Radiologie, sia ospedaliere che dei Poliambulatori territoriali. E chiederà loro di presentare l’elenco di tutte le macchine da adeguare.
I tempi sono stretti. Meno di 8 mesi (fino al 6. 2.2018) per adeguare tutti gli impianti radiologici della Asl alla direttiva EURATOM n.59 del 2013. Impianti sui quali verrà montato un dispositivo che registrerà la dose di radiazioni assunta dal paziente.
Per far fronte a questa nuova e urgente necessità, nei giorni scorsi la direzione della Asl ha riattivato il Dipartimento di Diagnostica per immagini che aveva sospeso il 19 febbraio 2016 e ha riaffidato la direzione dipartimentale allo stesso direttore della Radiologia del “Vito Fazzi”, dottore Massimo Torsello (foto).
«In buona sostanza – spiega il direttore radiologo - i 5 anni concessi dalla Comunità europea agli stati membri per adeguare le Tac, le radiografie, le sale operatorie, le Pet, le Gamma-camere, le radioterapie e tutti gli apparecchi che utilizzano radiazioni ionizzanti a scopo diagnostico, devono essere adeguate in modo che dal 6 febbraio 2018 nei referti deve comparire anche la dose di radiazioni erogata nel singolo esame».
Le apparecchiature più recenti sono già dotate del dispositivo conta-dosi, mentre quelle più datate ne sono prive. Scopo della direttiva è di tenere sotto controllo la dose assorbita dalla popolazione.
«Oltre ad adeguare tutte le macchine con questo dispositivo – aggiunge Torsello – sarà necessario acquistare anche un software dedicato in grado di archiviare nel fascicolo elettronico tutte le singole dosi assunte da ogni paziente. Oggi noi abbiamo già l’archivio delle immagini di tutti gli esami, ma d’ora in avanti sarà archiviata anche la dose erogata».
«Negli ultimi 10 anni – aggiunge il direttore Torsello - grazie allo sviluppo tecnologico delle nuove apparecchiature, sono migliorate di molto le diagnosi delle patologie. Nel contempo però, si è registrato un aumento della dose di radiazioni nella popolazione. E questo ha portato alla necessità di tenere sotto controllo l’esposizione alle radiazioni».
Ma c’è di più. La direttiva impone che a guidare l’erogazione di prestazioni radiologiche nelle strutture pubbliche e private, saranno due principi :la giustificazione e l’ottimizzazione.
Giustificazione vuol dire che ogni esposizione radiologica deve essere giustificata sotto l’aspetto dell’appropriatezza clinica. «Non si possono erogare, per esempio – spiega Torsello – le stesse dosi a un bambino e a un paziente di 90 anni».
Ottimizzazione vuol dire che il risultato deve essere ottenuto con la dose di radiazioni più bassa possibile. «Noi radiologi – dice Torsello - dobbiamo stare attenti. Per alcune patologie dove non serve il mezzo di contrasto, per esempio, faremo una Tac senza contrasto».
Nei prossimi giorni il dottore Torsello riunirà tutti i primari delle Radiologie, sia ospedaliere che dei Poliambulatori territoriali. E chiederà loro di presentare l’elenco di tutte le macchine da adeguare.