BARI - "Se domani mi chiamano per offrire me stesso lo devo fare per forza". A spiegarlo alla moglie russa Eli Bombataliev, il 38enne ceceno che risiedeva a Foggia dal 2012 nel Centro islamico ed è in carcere da tre giorni su disposizione della magistratura barese per terrorismo internazionale.
I particolari delle intercettazioni telefoniche, definite dal procuratore di Bari Giuseppe Volpe "conversazioni agghiaccianti", sono stati resi noti nella conferenza stampa tenuta questa mattina in Questura.
L'OPERAZIONE - Nell'operazione della Digos e del Gico della Guardia di Finanza, denominata 'Caucaso connection', il 38enne ceceno è stato sottoposto a fermo e altre tre persone espulse, la moglie russa e due fratelli albanesi di 23 e 26 anni, risultati parte della rete di contatti di Bombataliev e destinatari della sua attività di indottrinamento, fino alla richiesta esplicita di diventare una "shahidka", donna kamikaze con cintura esplosiva.
LE ACCUSE - Bombataliev avrebbe partecipato attivamente al commando di jihadisti aderenti al gruppo terroristico 'Emirato del Caucaso' che diede l'assalto alla 'Casa della Stampa' di Grozny, la capitale della Cecenia, la notte tra il 3 e il 4 dicembre del 2014, in cui morirono 19 persone.
Ma non basta. Il ceceno avrebbe combattuto tra le file dell'Isis in Siria tra il 2014 e il 2015. Le indagini sono state svolte dalla Digos, coordinata dal procuratore distrettuale di Bari e dell'Antiterrorismo, mentre tutti gli accertamenti relativi al finanziamento del terrorismo sono invece stati eseguiti dal Gico della Guardia di Finanza.
LE INDAGINI - A svolgere le indagini la Digos, coordinata dal procuratore distrettuale di Bari e dell'Antiterrorismo, mentre tutti gli accertamenti relativi al finanziamento del terrorismo sono invece stati eseguiti dal Gico della Guardia di Finanza. Il gip del tribunale di Foggia, dove aver convalidato il fermo, ha disposto nei confronti del ceceno la custodia cautelare in carcere. I reati ipotizzati nei suoi confronti sono associazione con finalità di terrorismo internazionale e istigazione a commettere delitti.
Al ceceno, segnalato dall'Aisi, si è giunti indagando sui foreign fighters ceceni dell'Isis in transito in Italia ed in collegamento con i terroristi, sia in Siria sia negli altri paesi europei e del Caucaso.
I particolari delle intercettazioni telefoniche, definite dal procuratore di Bari Giuseppe Volpe "conversazioni agghiaccianti", sono stati resi noti nella conferenza stampa tenuta questa mattina in Questura.
L'OPERAZIONE - Nell'operazione della Digos e del Gico della Guardia di Finanza, denominata 'Caucaso connection', il 38enne ceceno è stato sottoposto a fermo e altre tre persone espulse, la moglie russa e due fratelli albanesi di 23 e 26 anni, risultati parte della rete di contatti di Bombataliev e destinatari della sua attività di indottrinamento, fino alla richiesta esplicita di diventare una "shahidka", donna kamikaze con cintura esplosiva.
LE ACCUSE - Bombataliev avrebbe partecipato attivamente al commando di jihadisti aderenti al gruppo terroristico 'Emirato del Caucaso' che diede l'assalto alla 'Casa della Stampa' di Grozny, la capitale della Cecenia, la notte tra il 3 e il 4 dicembre del 2014, in cui morirono 19 persone.
Ma non basta. Il ceceno avrebbe combattuto tra le file dell'Isis in Siria tra il 2014 e il 2015. Le indagini sono state svolte dalla Digos, coordinata dal procuratore distrettuale di Bari e dell'Antiterrorismo, mentre tutti gli accertamenti relativi al finanziamento del terrorismo sono invece stati eseguiti dal Gico della Guardia di Finanza.
LE INDAGINI - A svolgere le indagini la Digos, coordinata dal procuratore distrettuale di Bari e dell'Antiterrorismo, mentre tutti gli accertamenti relativi al finanziamento del terrorismo sono invece stati eseguiti dal Gico della Guardia di Finanza. Il gip del tribunale di Foggia, dove aver convalidato il fermo, ha disposto nei confronti del ceceno la custodia cautelare in carcere. I reati ipotizzati nei suoi confronti sono associazione con finalità di terrorismo internazionale e istigazione a commettere delitti.
Al ceceno, segnalato dall'Aisi, si è giunti indagando sui foreign fighters ceceni dell'Isis in transito in Italia ed in collegamento con i terroristi, sia in Siria sia negli altri paesi europei e del Caucaso.