Alla fine del Plenum, che ha all'ordine del giorno la pratica di Sesta Commissione relativa "alla pubblicazione degli atti su Paolo Borsellino", le testimonianze della figlia Lucia Borsellino, del Procuratore Nazionale Antimafia e Antiterrorismo Franco Roberti e dell'attore Luca Zingaretti che leggerà alcuni passaggi tratti dal volume editato dal Csm.
L'Aula del Senato ha osservato un minuto di silenzio in memoria della strage.
"Paolo Borsellino ha combattuto la mafia con la determinazione di chi sa che la mafia non è un male ineluttabile ma un fenomeno criminale che può essere sconfitto. Sapeva bene che per il raggiungimento di questo obiettivo non è sufficiente la repressione penale, ma è indispensabile diffondere, particolarmente tra i giovani, la cultura della legalità ", ha detto ancora Mattarella.
Per la presidente della Camera Laura Boldrini, al "ricordo vivo e profondo" della figura e dell'impegno di Paolo Borsellino deve accompagnarsi "l'impegno delle Istituzioni, della società civile, dei singoli cittadini nel contrasto alla criminalità organizzata". L'Assemblea di Montecitorio ha osservato un minuto di silenzio in memoria delle vittime, cui ha tributato alla fine un applauso unanime.
EMILIANO: DA LUI GRANDE LEZIONE DEMOCRATICA - Il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano dichiara: "Nel giorno in cui l'Italia ricorda Paolo Borsellino e i cinque agenti della sua scorta, misuriamo ancora una volta l’affetto, la gratitudine, la riconoscenza degli italiani onesti verso un grande magistrato, un servitore dello Stato, un eroe civile. Ciò che abbiamo imparato da lui è che la mafia non scompare con la sequenza delle catture e delle pene inflitte. Agli studenti amava ripetere che la via repressiva, da sola, non fosse sufficiente e che fosse necessaria la costruzione di uno status sociale, di un recinto di diritti, di più partecipazione e più democrazia. L’antimafia vera tocca a noi costruirla giorno per giorno. È questa la lezione di Paolo Borsellino ed è questo ciò che dobbiamo continuare a fare: veicolare con azioni concrete i valori della legalità , della giustizia e della difesa della nostra Costituzione".
"Danneggiare i simboli della lotta alla mafia - sottolinea Emiliano con riferimento all'episodio della targa di Rosario Lìvatino - come farebbero dei teppisti di quartiere dà il segno della vergogna della quale si sono ricoperti i mafiosi".