di BEATRICE GALLUZZO - Favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, falso documentale e favoreggiamento: questi sono i reati di cui sono accusati i Presidenti di due squadre italiane, il Prato Calcio e la Sestese, una donna ivoriana e un procuratore sportivo, ora sottoposti a misure cautelari.
Gli indagati, in violazione delle disposizioni del testo Unico sull’immigrazione, favorivano l’ingresso illegale nel Paese di giovani africani (soprattutto ivoriani) attraverso la produzione presso l’ambasciata di Abidjan prima, e l’Ufficio Immigrazione della Questura di Prato poi, di documentazione falsa attestante condizioni personali del tutto immaginarie e fraudolente, soprattutto in relazione a maternità biologica e filiazione naturale, affinchè i minori potessero ottenere il visto di ingresso per motivi di ricongiungimento familiare, funzionale all’ottenimento del permesso di soggiorno.
I ragazzi, una volta entrati nel Paese, venivano fatti giocare in squadre italiane ed europee; ed è a questo punto che emergono le responsabilità per frode sportiva da parte di altri 11 soggetti, che avrebbero alterato i risultati di numerose partite di calcio tra Lega Pro, categoria Eccellenza Toscana e campionato regionale toscano di promozione.
In tutto questo, sono state effettuate dalla Squadra Mobile della Questura di Prato altre dodici perquisizioni a carico di arbitri di calcio, direttori sportivi, segretari e presidenti di varie società calcistiche. Si è anche provveduto all’acquisizione di documentazione presso due squadre di serie A, una di serie B e una di Lega Pro. L’operazione ha interessato complessivamente le province di Prato, Firenze, Rimini, Pistoia, Siena, Pisa, Perugia ed Arezzo.
Gli indagati, in violazione delle disposizioni del testo Unico sull’immigrazione, favorivano l’ingresso illegale nel Paese di giovani africani (soprattutto ivoriani) attraverso la produzione presso l’ambasciata di Abidjan prima, e l’Ufficio Immigrazione della Questura di Prato poi, di documentazione falsa attestante condizioni personali del tutto immaginarie e fraudolente, soprattutto in relazione a maternità biologica e filiazione naturale, affinchè i minori potessero ottenere il visto di ingresso per motivi di ricongiungimento familiare, funzionale all’ottenimento del permesso di soggiorno.
I ragazzi, una volta entrati nel Paese, venivano fatti giocare in squadre italiane ed europee; ed è a questo punto che emergono le responsabilità per frode sportiva da parte di altri 11 soggetti, che avrebbero alterato i risultati di numerose partite di calcio tra Lega Pro, categoria Eccellenza Toscana e campionato regionale toscano di promozione.
In tutto questo, sono state effettuate dalla Squadra Mobile della Questura di Prato altre dodici perquisizioni a carico di arbitri di calcio, direttori sportivi, segretari e presidenti di varie società calcistiche. Si è anche provveduto all’acquisizione di documentazione presso due squadre di serie A, una di serie B e una di Lega Pro. L’operazione ha interessato complessivamente le province di Prato, Firenze, Rimini, Pistoia, Siena, Pisa, Perugia ed Arezzo.