BARI - “La Puglia corre il serio rischio di una emergenza idrica molto pesante con disagi ai cittadini, ma a pagarne le conseguenze saranno anche i nostri agricoltori.” lo dichiara il consigliere regionale M5S Cristian Casili vicepresidente della V Commissione Ambiente.
Il consigliere cinquestelle ricorda che oggi la disponibilità di acqua per i pugliesi si attesta su 380 milioni di metri cubi al di sotto dei 550 milioni di metri cubi che, al netto delle perdite, sono sufficienti a rispondere al fabbisogno di acqua dei pugliesi.
“Ho denunciato più volte - prosegue Casili - l'incapacità del Governo regionale di affrontare seriamente i ritardi che la nostra regione sconta in tema di bilancio e gestione della risorsa idrica soprattutto quella sotterranea con le falde che ormai tendono a esaurirsi. Ad oggi non abbiamo ancora contezza dei prelievi delle acque di falda che sono fortemente interessate dalla contaminazione salina. Se consideriamo il decorso stagionale delle piogge e le medie dei mesi di agosto e settembre delle annate passate da qui a qualche settimana ci troveremo con gli invasi, che in buona parte alimentano i rubinetti dei cittadini, in una situazione che rischia di essere problematica. Il Governo regionale a cui piace lavorare in perenne emergenza si prepara a mettere in atto misure idrauliche che creeranno non pochi disagi sui consumi potabili, come la riduzione delle portate nella rete Aqp che provocherà una distribuzione con il contagocce nell'erogazione di acqua in determinate fasce orarie.”
Casili ricorda come i prelievi dalle dighe del Pertusillo e del Sinni, al netto dell'acqua prelevata dalle sorgenti di Caposele e Cassano, siano già in progressiva riduzione da parte di Aqp, situazione che potrebbe aggravarsi se la mancanza di piogge continuasse a persistere. Una fase di emergenza che farà scattare altri interventi idraulici per cercare di recuperare altre quantità di acqua. Si prevede di attingere acqua dalla diga del Cogliandrino e dal Torrente Sarmento. Nel primo caso la diga alimenta la centrale idroelettrica Enel di Masseria Nicodemo, operazione che dovrebbe consentire di recuperare circa 30 milioni di metri cubi di acqua per alimentare l'invaso di Monte Cotugno, nel secondo caso dal torrente Sarmento se si procederà ad alcune opere di rifunzionalizzazione che richiederanno del tempo e da cui si potrebbero garantire altri 40 milioni di metri cubi da invasare sempre nell'invaso di Monte Cotugno. Operazioni che, tuttavia, richiederanno costi aggiuntivi.
“Questo è inaccettabile - commenta il consigliere salentino - da parte del più grande acquedotto d'Europa che spreca oltre il 40% di acqua lungo tutto il sistema di distribuzione.
Ma non finisce qui, si continueranno a prelevare oltre 800 litri al secondo di acqua dai pozzi, soprattutto dei Consorzi di Bonifica che, con una operazione di sciacallaggio politico che abbiamo più volte denunciato, passeranno alla gestione diretta di Aqp, e si prevede addirittura di riattivare quei pozzi chiusi da tempo per non impoverire la falda, segno che in materia di governance delle nostre acque questo governo ha le idee poco chiare salvo poi - conclude - sbandierare il recupero delle acque dai reflui urbani di cui fino ad oggi non c'è traccia”.
Il consigliere cinquestelle ricorda che oggi la disponibilità di acqua per i pugliesi si attesta su 380 milioni di metri cubi al di sotto dei 550 milioni di metri cubi che, al netto delle perdite, sono sufficienti a rispondere al fabbisogno di acqua dei pugliesi.
“Ho denunciato più volte - prosegue Casili - l'incapacità del Governo regionale di affrontare seriamente i ritardi che la nostra regione sconta in tema di bilancio e gestione della risorsa idrica soprattutto quella sotterranea con le falde che ormai tendono a esaurirsi. Ad oggi non abbiamo ancora contezza dei prelievi delle acque di falda che sono fortemente interessate dalla contaminazione salina. Se consideriamo il decorso stagionale delle piogge e le medie dei mesi di agosto e settembre delle annate passate da qui a qualche settimana ci troveremo con gli invasi, che in buona parte alimentano i rubinetti dei cittadini, in una situazione che rischia di essere problematica. Il Governo regionale a cui piace lavorare in perenne emergenza si prepara a mettere in atto misure idrauliche che creeranno non pochi disagi sui consumi potabili, come la riduzione delle portate nella rete Aqp che provocherà una distribuzione con il contagocce nell'erogazione di acqua in determinate fasce orarie.”
Casili ricorda come i prelievi dalle dighe del Pertusillo e del Sinni, al netto dell'acqua prelevata dalle sorgenti di Caposele e Cassano, siano già in progressiva riduzione da parte di Aqp, situazione che potrebbe aggravarsi se la mancanza di piogge continuasse a persistere. Una fase di emergenza che farà scattare altri interventi idraulici per cercare di recuperare altre quantità di acqua. Si prevede di attingere acqua dalla diga del Cogliandrino e dal Torrente Sarmento. Nel primo caso la diga alimenta la centrale idroelettrica Enel di Masseria Nicodemo, operazione che dovrebbe consentire di recuperare circa 30 milioni di metri cubi di acqua per alimentare l'invaso di Monte Cotugno, nel secondo caso dal torrente Sarmento se si procederà ad alcune opere di rifunzionalizzazione che richiederanno del tempo e da cui si potrebbero garantire altri 40 milioni di metri cubi da invasare sempre nell'invaso di Monte Cotugno. Operazioni che, tuttavia, richiederanno costi aggiuntivi.
“Questo è inaccettabile - commenta il consigliere salentino - da parte del più grande acquedotto d'Europa che spreca oltre il 40% di acqua lungo tutto il sistema di distribuzione.
Ma non finisce qui, si continueranno a prelevare oltre 800 litri al secondo di acqua dai pozzi, soprattutto dei Consorzi di Bonifica che, con una operazione di sciacallaggio politico che abbiamo più volte denunciato, passeranno alla gestione diretta di Aqp, e si prevede addirittura di riattivare quei pozzi chiusi da tempo per non impoverire la falda, segno che in materia di governance delle nostre acque questo governo ha le idee poco chiare salvo poi - conclude - sbandierare il recupero delle acque dai reflui urbani di cui fino ad oggi non c'è traccia”.