BARI - “È il momento di porre fine all’abusivismo e un freno al consumo di suolo. Dispiace constatare che questo tema diventi d'attualità solo dopo tragici eventi, come quello di Ischia, sul quale insiste un dibattito politico pieno di retorica. I sindaci si attivino, innanzitutto dotandosi di piani urbanistici seri ed efficaci, che non siano brutte copie di PRG ormai vetusti, e soprattutto tutelino il territorio, troppo spesso usato come merce di scambio, monetizzandolo attraverso gli oneri di urbanizzazione”.
È il duro commento del consigliere del M5S Cristian Casili, dopo i dati diffusi dalle associazioni di categoria e dall’ultimo rapporto ANCE sulla sicurezza degli edifici pugliesi.
“Dati che fanno riflettere - continua il vicepresidente della V Commissione Ambiente - e impongono un repentino cambio di rotta. Da un lato emerge il pessimo stato di salute dell'edilizia, dall'altro la lettura di questi dati apre ad importanti opportunità per rilanciare il settore e garantire nuovi posti di lavoro senza ulteriore utilizzo di cemento e consumo di suolo. In quest’ultimo decennio il settore delle costruzioni ha perso il 32% degli investimenti - spiega il pentastellato - pari a circa 64 miliardi di euro, di contro gli investimenti di riqualificazione del patrimonio abitativo hanno mostrano un aumento dei livelli produttivi del 18,5%, grazie anche agli effetti positivi derivanti dalla proroga del potenziamento degli incentivi fiscali per le ristrutturazioni edilizie e risparmio energetico. Su questo aspetto occorre lavorare ancora di più per stimolare il privato a recuperare quelle cubature oggi in stato di degrado e abbandono, attivando misure finanziare, sgravi fiscali ed incentivi”.
In Puglia ci sono oltre 53mila alloggi di edilizia popolare, di cui il 40% risalgono a prima degli anni Ottanta e hanno bisogno di interventi a tutela della sicurezza dei cittadini. Le aree a elevato rischio sismico sono circa il 41% della superficie regionale e interessano il 26,4% dei comuni, ben 68, mentre quelle ad elevata criticità idrogeologica (rischio frana e/o alluvione) rappresentano il 7,1% della superficie della regione e coinvolgono 200 dei 258 Comuni pugliesi. Nelle aree ad elevato rischio sismico vivono circa 825.000 persone, per un totale di 301.000 famiglie. La popolazione residente nelle aree ad elevato rischio idrogeologico è, invece, pari a 181 mila persone, per un totale di 71 mila famiglie. Per quanto concerne l'edilizia scolastica in Puglia sono 750 gli edifici esposti a rischio sismico, pari al 22% del totale, e 164 quelli esposti al rischio idrogeologico.
“Ad oggi - incalza Casili - la Regione Puglia è molto indietro con le opere di messa in sicurezza del territorio rispetto alla dotazione finanziaria fissata all'interno del Piano nazionale contro il dissesto idrogeologico 2014-2020. Infatti su 436 interventi segnalati, per un importo complessivo di 1.612,3 milioni, solo il 4,7%, pari a circa 76 milioni di euro, è dotato di progetti esecutivi e definitivi. Tutto il resto è ancora fermo allo studio di fattibilità e al progetto preliminare. Il Governo regionale deve prendere contezza del problema e attivarsi rapidamente, la sicurezza dei cittadini è una priorità”.
È il duro commento del consigliere del M5S Cristian Casili, dopo i dati diffusi dalle associazioni di categoria e dall’ultimo rapporto ANCE sulla sicurezza degli edifici pugliesi.
“Dati che fanno riflettere - continua il vicepresidente della V Commissione Ambiente - e impongono un repentino cambio di rotta. Da un lato emerge il pessimo stato di salute dell'edilizia, dall'altro la lettura di questi dati apre ad importanti opportunità per rilanciare il settore e garantire nuovi posti di lavoro senza ulteriore utilizzo di cemento e consumo di suolo. In quest’ultimo decennio il settore delle costruzioni ha perso il 32% degli investimenti - spiega il pentastellato - pari a circa 64 miliardi di euro, di contro gli investimenti di riqualificazione del patrimonio abitativo hanno mostrano un aumento dei livelli produttivi del 18,5%, grazie anche agli effetti positivi derivanti dalla proroga del potenziamento degli incentivi fiscali per le ristrutturazioni edilizie e risparmio energetico. Su questo aspetto occorre lavorare ancora di più per stimolare il privato a recuperare quelle cubature oggi in stato di degrado e abbandono, attivando misure finanziare, sgravi fiscali ed incentivi”.
In Puglia ci sono oltre 53mila alloggi di edilizia popolare, di cui il 40% risalgono a prima degli anni Ottanta e hanno bisogno di interventi a tutela della sicurezza dei cittadini. Le aree a elevato rischio sismico sono circa il 41% della superficie regionale e interessano il 26,4% dei comuni, ben 68, mentre quelle ad elevata criticità idrogeologica (rischio frana e/o alluvione) rappresentano il 7,1% della superficie della regione e coinvolgono 200 dei 258 Comuni pugliesi. Nelle aree ad elevato rischio sismico vivono circa 825.000 persone, per un totale di 301.000 famiglie. La popolazione residente nelle aree ad elevato rischio idrogeologico è, invece, pari a 181 mila persone, per un totale di 71 mila famiglie. Per quanto concerne l'edilizia scolastica in Puglia sono 750 gli edifici esposti a rischio sismico, pari al 22% del totale, e 164 quelli esposti al rischio idrogeologico.
“Ad oggi - incalza Casili - la Regione Puglia è molto indietro con le opere di messa in sicurezza del territorio rispetto alla dotazione finanziaria fissata all'interno del Piano nazionale contro il dissesto idrogeologico 2014-2020. Infatti su 436 interventi segnalati, per un importo complessivo di 1.612,3 milioni, solo il 4,7%, pari a circa 76 milioni di euro, è dotato di progetti esecutivi e definitivi. Tutto il resto è ancora fermo allo studio di fattibilità e al progetto preliminare. Il Governo regionale deve prendere contezza del problema e attivarsi rapidamente, la sicurezza dei cittadini è una priorità”.