ROMA - "Ho deciso di lasciare la Juventus per scelte che aveva fatto la società , non per i soldi. La gente non sa che l'ultimo anno alla Juventus prendevo lo stesso stipendio" ha dichiarato il difensore e capitano del Milan Leonardo Bonucci, tornato sui motivi della sua decisione di lasciare la Juventus per andare al Milan.
"Ci voleva coraggio per fare la scelta che ho fatto. Mi hanno detto infame traditore mercenario, tre aggettivi pesanti rivolti a uno che ha sempre dato il massimo per la Juventus. C’è stato un momento che mi ha portato a fare valutazioni diverse dal club. Siamo andati d’accordo fino alla fine, poi ho scelto io di andare via. Mi interessa essere ricordato come un vincente: conta la bacheca, le chiacchiere se le porta via il vento. Alla Juventus non era Bonucci che faceva la differenza. Se non avessi avuto la fortuna di giocare con Buffon, Barzagli, Chiellini, Dybala, Higuain e tutti loro, avrei potuto fare ben poco. Il match con la Spagna è il più impegnativo, quello nel quale dovremo dare il meglio per portare a casa la vittoria. La nostra condizione atletica un handicap? In certe partite non conta solo la condizione, ma anche gli stimoli. Dobbiamo scendere in campo con umiltà e voglia di stupire. L’Italia ha dimostrato nel passato recente di giocarsela con la Spagna, e io sento addosso la stessa eccitazione di mister Ventura. Questa è una sfida che non deve essere motivo di paura bensì di esaltazione".
"Ci voleva coraggio per fare la scelta che ho fatto. Mi hanno detto infame traditore mercenario, tre aggettivi pesanti rivolti a uno che ha sempre dato il massimo per la Juventus. C’è stato un momento che mi ha portato a fare valutazioni diverse dal club. Siamo andati d’accordo fino alla fine, poi ho scelto io di andare via. Mi interessa essere ricordato come un vincente: conta la bacheca, le chiacchiere se le porta via il vento. Alla Juventus non era Bonucci che faceva la differenza. Se non avessi avuto la fortuna di giocare con Buffon, Barzagli, Chiellini, Dybala, Higuain e tutti loro, avrei potuto fare ben poco. Il match con la Spagna è il più impegnativo, quello nel quale dovremo dare il meglio per portare a casa la vittoria. La nostra condizione atletica un handicap? In certe partite non conta solo la condizione, ma anche gli stimoli. Dobbiamo scendere in campo con umiltà e voglia di stupire. L’Italia ha dimostrato nel passato recente di giocarsela con la Spagna, e io sento addosso la stessa eccitazione di mister Ventura. Questa è una sfida che non deve essere motivo di paura bensì di esaltazione".