LECCE - Non si contano più le segnalazioni allo “Sportello dei Diritti” da parte dei cittadini leccesi e turisti esasperati dal fenomeno, purtroppo dilagante, dei parcheggiatori abusivi nelle aree di sosta a maggior presenza di veicoli nella città capoluogo. In particolare, in data odierna, è pervenuta alla mail info@sportellodeidiritti.org quanto accaduto ad alcuni turisti abruzzesi che sono stati letteralmente inseguiti da alcuni soggetti, tra cui una donna, presenti nel parcheggio nelle vicinanze del “Cimitero”, tanto da sentirsi minacciati e costretti a pagare il solito “obolo” anche perché la zona è scarsamente illuminata e poco controllata.
La conseguenza che il rischio, o almeno la percezione di potersi vedere danneggiata la macchina appare concreto e attuale. Si tratta, purtroppo di un fenomeno sinora irrisolto e che non conosce tregua, rileva Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” anche perché non sempre i comportamenti dei “parcheggiatori” abusivi sfociano nel “penale” non integrando gli estremi della minaccia o addirittura dell’estorsione la semplice richiesta di un’”offerta”.
Fatto sta, che è dimostrato che la presenza delle forze dell’ordine riduce sensibilmente il fenomeno, perché se è vero che l’illecito amministrativo previsto dal Codice della Strada che vieta di esercitare senza autorizzazione l’attività di parcheggiatore preveda il pagamento di una sanzione pecuniaria che per molte di queste persone, spesso nullatenenti, non costituisce alcun deterrente, tuttavia ha una certa forza dissuasiva il fatto che le somme percepite debbano essere confiscate con la conseguenza che il soggetto colto in fragrante ad effettuare detta attività si vede portato via quanto indebitamente ricevuto.
In tal senso, è sempre bene ricordare che l’art. 7 comma 15-bis prevede letteralmente che: “Salvo che il fatto costituisca reato, coloro che esercitano abusivamente, anche avvalendosi di altre persone, ovvero determinano altri ad esercitare abusivamente l’attività di parcheggiatore o guardiamacchine sono puniti con la sanzione amministrativa del pagamento di una somma da euro 709 a euro 2.850. Se nell’attività sono impiegati minori la somma è raddoppiata. Si applica, in ogni caso, la sanzione accessoria della confisca delle somme percepite, secondo le norme del capo I, sezione II, del titolo VI”.
Ecco perché è possibile arginare il fenomeno solo se si assicura maggiore vigilanza sul territorio da parte della forze dell’ordine, ma anche della Polizia Municipale, mai completamente impegnata in questa attività di contrasto. Quindi, meno multe seriali ai cittadini, più presenza e controlli nelle aree a “rischio” e coraggio a sequestrare le somme indebitamente percepite per destinarle alla confisca.
La conseguenza che il rischio, o almeno la percezione di potersi vedere danneggiata la macchina appare concreto e attuale. Si tratta, purtroppo di un fenomeno sinora irrisolto e che non conosce tregua, rileva Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” anche perché non sempre i comportamenti dei “parcheggiatori” abusivi sfociano nel “penale” non integrando gli estremi della minaccia o addirittura dell’estorsione la semplice richiesta di un’”offerta”.
Fatto sta, che è dimostrato che la presenza delle forze dell’ordine riduce sensibilmente il fenomeno, perché se è vero che l’illecito amministrativo previsto dal Codice della Strada che vieta di esercitare senza autorizzazione l’attività di parcheggiatore preveda il pagamento di una sanzione pecuniaria che per molte di queste persone, spesso nullatenenti, non costituisce alcun deterrente, tuttavia ha una certa forza dissuasiva il fatto che le somme percepite debbano essere confiscate con la conseguenza che il soggetto colto in fragrante ad effettuare detta attività si vede portato via quanto indebitamente ricevuto.
In tal senso, è sempre bene ricordare che l’art. 7 comma 15-bis prevede letteralmente che: “Salvo che il fatto costituisca reato, coloro che esercitano abusivamente, anche avvalendosi di altre persone, ovvero determinano altri ad esercitare abusivamente l’attività di parcheggiatore o guardiamacchine sono puniti con la sanzione amministrativa del pagamento di una somma da euro 709 a euro 2.850. Se nell’attività sono impiegati minori la somma è raddoppiata. Si applica, in ogni caso, la sanzione accessoria della confisca delle somme percepite, secondo le norme del capo I, sezione II, del titolo VI”.
Ecco perché è possibile arginare il fenomeno solo se si assicura maggiore vigilanza sul territorio da parte della forze dell’ordine, ma anche della Polizia Municipale, mai completamente impegnata in questa attività di contrasto. Quindi, meno multe seriali ai cittadini, più presenza e controlli nelle aree a “rischio” e coraggio a sequestrare le somme indebitamente percepite per destinarle alla confisca.