LECCE - Lo spettacolo delle Frecce Tricolori a San Cataldo, al netto delle inevitabili lamentele e disagi per i trasporti che riguardano ogni evento di questo tipo, è stato un successo di pubblico per le migliaia di spettatori che vi sono accorsi e che vi hanno assistito. Ma è stato macchiato da una circostanza che coloro che hanno avuto la fortuna di trovare posto nei pressi del palchetto delle autorità hanno senz’altro notato, ma cui probabilmente non si è volutamente prestata la giusta attenzione: il basso ponteggio provvisorio era stato montato nella porzione di spiaggia abbandonata del “Lido Esercito”, già oggetto di ripetuti interventi nel corso degli anni dello “Sportello dei Diritti” che attraverso le sue denunce era riuscito ad ottenere la messa in sicurezza dell’area con l’abbattimento delle strutture diventate fatiscenti, pericolose ed oggetto di vandalismi.
Oggi su quell’arenile, diverse migliaia di metri quadri di sabbia, un tempo attrezzato ed a servizio dei dipendenti dell’Esercito, non rimangono che un muro perimetrale, una recinzione metallica arrugginita e un paio di cartelloni che invitano mestamente coloro che vi si recano a prestare attenzione per “balneazione non sicura per mancanza di servizio di salvataggio”, oltreché l’inevitabile sporcizia tipica delle spiagge completamente abbandonate a sé stesse, anche perché non vi si può intervenire in quanto l’area ricadente nel territorio di Vernole rimane nella disponibilità del Ministero della Difesa ed in particolare della “Scuola di Cavalleria” presso la Caserma Zappalà in Lecce.
Poiché sono anni che la situazione permane senza che sia stato posto rimedio da parte dell’autorità cui è affidata la gestione, che più volte ha fatto percepire la mancanza di fondi, tanto che non si è riusciti a dare nuova vita dello stabilimento, per Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” si pensi a restituire la spiaggia, che costituisce una grande porzione dell’arenile di San Cataldo, alla libera fruizione. Il comune di Vernole si faccia, quindi, portavoce di quest’istanza che rappresenta la volontà di tanti cittadini leccesi che da tempo invocano una soluzione anche alla necessità di spazi balneabili e facilmente raggiungibili con i mezzi pubblici come quello individuato dal “Lido Esercito”.
Oggi su quell’arenile, diverse migliaia di metri quadri di sabbia, un tempo attrezzato ed a servizio dei dipendenti dell’Esercito, non rimangono che un muro perimetrale, una recinzione metallica arrugginita e un paio di cartelloni che invitano mestamente coloro che vi si recano a prestare attenzione per “balneazione non sicura per mancanza di servizio di salvataggio”, oltreché l’inevitabile sporcizia tipica delle spiagge completamente abbandonate a sé stesse, anche perché non vi si può intervenire in quanto l’area ricadente nel territorio di Vernole rimane nella disponibilità del Ministero della Difesa ed in particolare della “Scuola di Cavalleria” presso la Caserma Zappalà in Lecce.
Poiché sono anni che la situazione permane senza che sia stato posto rimedio da parte dell’autorità cui è affidata la gestione, che più volte ha fatto percepire la mancanza di fondi, tanto che non si è riusciti a dare nuova vita dello stabilimento, per Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” si pensi a restituire la spiaggia, che costituisce una grande porzione dell’arenile di San Cataldo, alla libera fruizione. Il comune di Vernole si faccia, quindi, portavoce di quest’istanza che rappresenta la volontà di tanti cittadini leccesi che da tempo invocano una soluzione anche alla necessità di spazi balneabili e facilmente raggiungibili con i mezzi pubblici come quello individuato dal “Lido Esercito”.