Piano ambientale Ilva targato Mittal, Legambiente: rinvii ingiustificabili

TARANTO - Abbiamo cominciato l’esame della domanda di autorizzazione dei nuovi interventi e di modifica del Piano delle misure e delle attività di tutela ambientale e sanitaria per l’Ilva di Taranto depositata da AM InvestCo Italy srl, in merito ai quali presenteremo – nonostante gli strettissimi tempi previsti per la consultazione del pubblico, assolutamente insufficienti in rapporto alla mole della documentazione da visionare – le nostre Osservazioni.

Il primo elemento che abbiamo esaminato è costituito dai tempi di attuazione e sin da ora vogliamo denunciare che le proposte presentate si caratterizzano per una generalizzata e massiccia richiesta di dilatazione dei tempi di attuazione degli interventi previsti, del tutto priva di giustificazioni non solo in rapporto al tempo già trascorso dalla approvazione dell’A.I.A., avvenuta ormai cinque anni fa, quanto, soprattutto, in relazione alle tempistiche indicate nel Piano ambientale Ilva approvato con decreto il  14 marzo 2014.

La tanto decantata accelerazione degli interventi è inesistente, a  partire proprio dalla  realizzazione della copertura del Parco Minerale e del Parco Fossile per la quale sono previsti 36 mesi dalla data in cui AM InvestCo subentrerà nella gestione del sito a fronte dei 28 previsti dal Piano del 2014.  Una differenza di 8 mesi, pari a quasi il 30% in più del tempo originariamente previsto, destinata oltretutto a crescere considerato che i termini vengono fatti decorrere dalla data di subentro nella gestione del sito - invece che da quella di approvazione della domanda- subordinata all’attesa del verificarsi delle condizioni sospensive inserite nel contratto di vendita di Ilva SpA.

Le cose peggiorano per la copertura del Parco Calcare per la quale AM InvestCo  prevede 42 mesi dalla data in cui subentrerà nella gestione del sito, a fronte dei 28 previsti dal Piano del 2014. Una differenza di 14 mesi anch’essa destinata a crescere.

L’incredibile, sempre in materia di Parchi Ilva, si raggiunge con  Parco OMO, Parchi AGL Nord e Sud e Parco Loppa per i quali AM InvestCo , pur presentando un progetto alternativo alla copertura, basato su barriere frangivento e bagnatura dei cumuli, prevede per la sua realizzazione 42 mesi dalla data in cui subentrerà nella gestione del sito a fronte dei 20  previsti dal Piano per il Parco OMO e i Parchi AGL Nord e Sud, e dei 28 previsti dal Piano per il Parco Loppa. Una differenza di 22 mesi per il Parco OMO e i Parchi AGL Nord e Sud e di 14 mesi per il Parco Loppa, anch’essa destinata  oltretutto a crescere, a fronte di un intervento sicuramente meno impegnativo e che chiediamo non venga accolto ritenendo che vadano confermate tutte  le prescrizioni di copertura dei Parchi presenti nel Piano originario.

Ma l’allungamento dei tempi non riguarda solo i Parchi. Nell’area Cokerie, per la fermata della Batteria 11 si prevede che la stessa sia collegata al riavvio delle Batterie 9 e 10 e che avvenga entro il 31/12/2020,  mentre nel Piano la sua completa fermata era prevista entro 19 mesi. Una differenza pari a 20 mesi, più di un anno e mezzo.

Sempre nell’area Cokerie, per l’installazione del sistema di controllo della pressione dei singoli forni sono previsti 36 mesi per le batterie 7 e 8 e 42 mesi per la batteria 12 a fronte dei 13 mesi per le batterie 7 e 8 e 22 mesi per la batteria 12 previsti dal Piano. Un differimento pari nel primo caso a 23 mesi e nel secondo a 20 mesi.

Insomma, tempi raddoppiati o quasi triplicati rispetto a quelli  originariamente prescritti.

Per la chiusura dei Nastri Trasportatori sono previsti 32 mesi complessivi senza indicazione di obiettivi intermedi,  a fronte dei 28 mesi totali previsti dal Piano e delle sue previsioni intermedie (75% entro 19 mesi),  nonostante AM InvestCo non preveda copertura per i nastri che si trovino all’interno di aree per le quali è prevista la copertura con edifici o connessi ad impianti non in esercizio come l’AFO 5.

Per la chiusura completa degli Edifici aree di gestione materiali pulvirulenti  si indica il termine del 31/12/2018 e quindi una tempistica pari a 15 mesi per l’effettuazione dei lavori relativamente ai 6 edifici non ancora chiusi. Nel Piano si prevedevano 8 mesi per la chiusura di 10 edifici.

Per la messa in esercizio del sistema di trattamento scorie di acciaieria AM InvestCo presenta un progetto alternativo a quello previsto dal Piano con una tempistica di attuazione pari a 48 mesi dalla data in cui AM InvestCo subentrerà nella gestione dell’installazione a fronte dei 28 previsti dal Piano per il sistema BSSF.

Per l’adeguamento ai limiti normativi per le sostanze pericolose degli scarichi degli impianti produttivi si prevede il termine finale del 31/12/2020 e, quindi, una tempistica pari a 39  mesi, a fronte dei 28 mesi previsti dal Piano: una differenza pari a 11 mesi.

 Per la impermeabilizzazione delle superfici e la realizzazione dei sistemi di raccolta e trattamento delle acque meteoriche e di bagnatura/ raffreddamento delle aree GRF, SEA, IRF il termine finale è fissato al 1/07/21,  mentre nel Piano si fa riferimento alla percentuale del 50% entro 18 mesi e al completamento entro 27 mesi. Un differimento pari a 18 mesi che Am InvestCo motiva con la presenza di scorie di acciaieria da deferrizzare e rimuovere, presenti però nella sola area IRF.

Per la realizzazione dei sistemi di raccolta e trattamento delle acque meteoriche dell’Area delle lavorazioni a caldo il termine finale è fissato al 23/08/23, senza indicazioni di percentuali di realizzazione ad un data intermedia,  mentre nel Piano si fa riferimento alla percentuale del 50% entro 18 mesi e al completamento entro 27 mesi. Un differimento che arriva quindi a 44 mesi, più di 3 anni e mezzo.

Per gli Sporgenti marittimi e le relative pertinenze si prevede di terminare le attività entro il 23/08/2023 senza nessuna scadenza intermedia. Nel Piano il completamento delle attività di caratterizzazione e delle opere di gestione delle acque meteoriche  era previsto entro 16 mesi dal rilascio delle autorizzazioni necessarie.

Per la Certificazione prevenzione incendi si prevede un cronoprogramma per le diverse attività produttive  con scadenze dal 30/06/20 al 30/06/23 e tempistiche di attuazione comprese tra i 36 e i 60 mesi. Nel Piano si prevedeva entro 28 mesi l’approntamento per ogni area produttiva di fascicoli tecnici attestanti la conformità di ogni attività soggetta presente nell’area per la conseguente richiesta di rilascio della certificazione.

Anche per il piano organico degli interventi di efficientamento energetico si prevede la conclusione entro il 23/08/23, con una tempistica di circa 70 mesi, contro i 28 mesi previsti dal Piano del 2014..

In termini generali, infine,  il Piano delle misure approvato con DPCM 14 marzo 2014 prevedeva che, ove non diversamente indicato,  il termine ultimo per la conclusione degli interventi fosse fissato al 3/08/2016 con, quindi,  un massimo di 28 mesi per la realizzazione delle prescrizioni previste.

Il nuovo Piano prevede una scadenza massima degli interventi al 23/08/23 e quindi una tempistica di attuazione pari a circa 70 mesi: più del doppio rispetto ai tempi originariamente prescritti.

Legambiente chiede che tutte le previsioni temporali contenute nella domanda presentata da AM InvestCo Italy siano ricondotte a quelle indicate nel Piano delle misure approvato con DPCM 14 marzo 2014 ritenendo del tutto ingiustificato un generalizzato allungamento delle stesse. Tempi maggiori, a nostro avviso, vanno valutati solo a fronte di specifiche, limitate e comprovate impossibilità di realizzazione e commisurati a ciò che è strettamente necessario da un punto di vista tecnico.

Se è vero che “il tempo è denaro” le tempistiche indicate da AM InvestCo Italy indicano con chiarezza che a pagare saranno  la salute,  la pazienza e il portafoglio,  dei cittadini di Taranto. É inaccettabile un piano ambientale che si prolunghi ancora per sei anni. Lo rende noto in un comunicato Legambiente Taranto.