LECCE - "L'estate 2017 sembra confermare e addirittura migliorare il trend in crescita del settore turistico del Salento; sebbene in attesa dei dati ufficiali per un consuntivo sull'intera stagione turistica, fin da subito si può dire che il turismo si dimostra sempre più efficace strumento di sostegno allo sviluppo del territorio". Così Erio Congedo, consigliere regionale Fratelli d'Italia.
"Il momento felice - prosegue - della meta leccese sul fronte turistico dipende da più fattori che vanno dalla bellezza e dal fascino del nostro territorio (località balneari, centri storici dell’entroterra, paesaggio della natura salentina) alla capacità degli imprenditori che, se pur a macchia di leopardo, hanno saputo offrire un servizio adeguato. Componenti che hanno permesso di superare alcuni limiti strutturali, a cominciare dal sistema trasportistico che sconta ritardi e carenze insopportabili (mancanza collegamenti ad esempio per raggiungere Otranto, Gallipoli, Leuca per non parlare di quelli con l'aeroporto del Salento)".
"In questo contesto - spiega - non può passare inosservato il grido di allarme che si alza da Confindustria Turismo di Lecce e dall’Associazione commercianti imprenditori di Gallipoli sul significativo calo di presenze nella città jonica e sulla necessità di un cambio di rotta rispetto al “modello Gallipoli”; il riferimento è alla “Città bella”, ma non c’è dubbio che la questione possa investire in prospettiva l’intero Salento se non addirittura tutta la Puglia. Infatti, il rischio da scongiurare è che il successo turistico possa tradursi in un fenomeno modaiolo del momento, destinato ad esaurirsi nel medio termine per mancanza di una visione strategica che individui innanzitutto il modello di turismo a cui tendere e di conseguente gestione e promozione integrale dello stesso. Mungere la vacca del turismo salentino con un modello mordi e fuggi che nell’immediato allontana flussi di turismo pregiato che lascia il “segno” sul territorio (ad esempio circuito superior e nautico) e nel medio termine dequalificare l’offerta".
"Ecco perché la strategia di questo comparto non può essere lasciata all’impegno di esperienze individuali spesso meritorie e di successo, ma deve essere frutto di una pianificazione in grado di valorizzare l’unicità della nostra offerta e indicare la rotta ad operatori e amministrazioni locali. Un fronte sul quale la Regione deve necessariamente interrogarsi e lavorare, superando la poltica degi interventi spot e di corto respiro, definendo un modello (e anche più modelli) per la Puglia in grado di consolidare il trend positivo di questi anni di un comparto che può davvero essere il volà no per un’economia in affanno in altri settori", conclude Congedo.
"Il momento felice - prosegue - della meta leccese sul fronte turistico dipende da più fattori che vanno dalla bellezza e dal fascino del nostro territorio (località balneari, centri storici dell’entroterra, paesaggio della natura salentina) alla capacità degli imprenditori che, se pur a macchia di leopardo, hanno saputo offrire un servizio adeguato. Componenti che hanno permesso di superare alcuni limiti strutturali, a cominciare dal sistema trasportistico che sconta ritardi e carenze insopportabili (mancanza collegamenti ad esempio per raggiungere Otranto, Gallipoli, Leuca per non parlare di quelli con l'aeroporto del Salento)".
"In questo contesto - spiega - non può passare inosservato il grido di allarme che si alza da Confindustria Turismo di Lecce e dall’Associazione commercianti imprenditori di Gallipoli sul significativo calo di presenze nella città jonica e sulla necessità di un cambio di rotta rispetto al “modello Gallipoli”; il riferimento è alla “Città bella”, ma non c’è dubbio che la questione possa investire in prospettiva l’intero Salento se non addirittura tutta la Puglia. Infatti, il rischio da scongiurare è che il successo turistico possa tradursi in un fenomeno modaiolo del momento, destinato ad esaurirsi nel medio termine per mancanza di una visione strategica che individui innanzitutto il modello di turismo a cui tendere e di conseguente gestione e promozione integrale dello stesso. Mungere la vacca del turismo salentino con un modello mordi e fuggi che nell’immediato allontana flussi di turismo pregiato che lascia il “segno” sul territorio (ad esempio circuito superior e nautico) e nel medio termine dequalificare l’offerta".
"Ecco perché la strategia di questo comparto non può essere lasciata all’impegno di esperienze individuali spesso meritorie e di successo, ma deve essere frutto di una pianificazione in grado di valorizzare l’unicità della nostra offerta e indicare la rotta ad operatori e amministrazioni locali. Un fronte sul quale la Regione deve necessariamente interrogarsi e lavorare, superando la poltica degi interventi spot e di corto respiro, definendo un modello (e anche più modelli) per la Puglia in grado di consolidare il trend positivo di questi anni di un comparto che può davvero essere il volà no per un’economia in affanno in altri settori", conclude Congedo.