BARI - “L’idea di un brand, nuovamente rilanciata in queste ore, che racchiuda il turismo pugliese e lo avvii verso una definitiva destagionalizzazione, è sicuramente una nota positiva. Ma senza omologazioni di sorta. Ogni territorio deve essere esaltato con le sue peculiarità e specificità. Penso soprattutto al Salento, diamante di una grande collezione di gioielli chiamata Puglia e ormai apprezzata sugli scenari internazionali”.
Lo dichiara il presidente regionale de La Puglia con Emiliano, Paolo Pellegrino.
“Il compito della politica – spiega il consigliere leccese - deve essere quello di sostenere i diversi territori attraverso una attività di coordinamento. La Puglia infatti si caratterizza per complessità, diversità e peculiarità: basti pensare al Gargano, alla Murgia o alla Valle d’Itria. Perle che tutti ci invidiano. Nel caso specifico c’è il Salento che spesso soffre di scarsa attenzione alle bellezze naturali. Si pensi a Porto Miggiano e a Santa Cesarea dove l’impegno della politica si è limitato a sostenere lo sviluppo di imprese ricettive mentre la costa crolla nella sostanziale indifferenza di tutti. Senza dimenticare l’annoso problema del centro termale che continua a registrare ritardi e dimenticanze”.
“E se in queste ore Gallipoli – conclude Pellegrino - salta alla ribalta nazionale delle cronache per affitti a nero, appartamenti pollaio e turismo selvaggio e senza regole, allora occorre domandarsi se non sia il caso di guardare prima ai contenuti (ovvero alle regole e agli interventi) e poi alla forma, cioè all’idea di un brand unico”.
Lo dichiara il presidente regionale de La Puglia con Emiliano, Paolo Pellegrino.
“Il compito della politica – spiega il consigliere leccese - deve essere quello di sostenere i diversi territori attraverso una attività di coordinamento. La Puglia infatti si caratterizza per complessità, diversità e peculiarità: basti pensare al Gargano, alla Murgia o alla Valle d’Itria. Perle che tutti ci invidiano. Nel caso specifico c’è il Salento che spesso soffre di scarsa attenzione alle bellezze naturali. Si pensi a Porto Miggiano e a Santa Cesarea dove l’impegno della politica si è limitato a sostenere lo sviluppo di imprese ricettive mentre la costa crolla nella sostanziale indifferenza di tutti. Senza dimenticare l’annoso problema del centro termale che continua a registrare ritardi e dimenticanze”.
“E se in queste ore Gallipoli – conclude Pellegrino - salta alla ribalta nazionale delle cronache per affitti a nero, appartamenti pollaio e turismo selvaggio e senza regole, allora occorre domandarsi se non sia il caso di guardare prima ai contenuti (ovvero alle regole e agli interventi) e poi alla forma, cioè all’idea di un brand unico”.