di PIERO CHIMENTI - Bruno Vespa, grande appassionato di vino, è giunto nell'antica e suggestiva masseria Histò a Taranto per partecipare all'inaugurazione della nuova edizione del DueMari WineFest, la manifestazione enogastronomica organizzata nel molo Sant'Eligio a Taranto. Prima di prendere parte alla cena, preparata per l'occasione dalle sapienti mani dello chef Vissani, si è fermato a chiacchierare con i giornalisti.
Taranto, basterebbe solo questa parola per iniziare un bel discorso...
Taranto per me significa Museo archeologico. Tutti a pensare all'Ilva, io penso al Museo archeologico che è una cosa meravigliosa. Bisogna guardare le cose positive, poi bisogna anche guardare le cose negative per non diventino ancora più negative. Però questo marchio... Taranto è una città bella che deve reagire, che deve riprendersi un'industria sana, che dia tanto lavoro. Ho notato una cosa da quando sono in Puglia, che è un paradiso che non si riesce a sfruttare fino in fondo, purtroppo. Sto finendo una masseria a Manduria, in cui sto spendendo un bel pò di soldi. Bisogna valorizzare le cose che si hanno, però so che il museo ha delle difficoltà.
Taranto per tanti anni è stata segnata da una monocultura industriale, 50 anni sono tanti. Anche la cittadinanza ha subito gli effetti negativi...
Molto negativi. Io vengo da una città in cui c'era una monocultura industriale, in cui c'era la Zecca di stato, poi ci fu la Siemens e quindi, ad un certo un punto, una città di 60 mila abitanti dove 5 mila lavoravano là. Oggi credo che siano 100-200. Le università si sono dovute riconvertirsi. Le monoculture sono un disastro perché impigriscono, come è successo alla Fiat a Torino, in maniera più drammatica; invece bisogna far germogliare le iniziative. Sono stato molto amareggiato, avendo investito un mucchio in Puglia: Puglia prima destinazione, ultima per qualità di servizi. Faccio vino primitivo, per questo ho scelto Manduria. Ho una bella masseria del '500 stiamo finendo di ristrutturare, ha soltanto quattro suite lussuose, ne faremo altre sei in mezzo ai vigneti. Faremo la cantina e quindi sarà una zona in cui ci sarà il turismo del vino, però dato che la Puglia è molto bella, da lì si potrà girare e visitare tanti, tantissimi posti, nell'arco di una vacanza ragionevole. C'è anche il mare. L'anno scorso ho subito dei danni, mi hanno tagliato dei vitigni, mi hanno rubato delle chianche molto belle. Però, insomma, spero che questi episodi non si ripetano, la popolazione non c'entra niente perché è molto bella e gentile, però si fatica a trovare personale che parli inglese.
Come mai ha deciso di investire sul Primitivo di Manduria, rispetto ad altri vini con un gusto più delicato?
Se lei assaggiasse il vino si accorgerà che ha un sapore delicatissimo. Sorprende tutti per questo.
In molti dei suoi libri ha spesso parlato di personaggi politici storici rispetto a quelli attuali. Perchè?
Domanda di riserva? C'era allora una maggiore formazione, avevano più tempo. Insomma la Prima Repubblica ha avuto persone che hanno avuto il tempo di formarsi, mentre la Seconda Repubblica è entrata sfondando la porta. Se pensiamo che prima Berlusconi che era proprio il 'parvenu' adesso sembra Churchill, per vent'anni di esperienza, vuol dire che qualcosa è cambiato.
Taranto, basterebbe solo questa parola per iniziare un bel discorso...
Taranto per me significa Museo archeologico. Tutti a pensare all'Ilva, io penso al Museo archeologico che è una cosa meravigliosa. Bisogna guardare le cose positive, poi bisogna anche guardare le cose negative per non diventino ancora più negative. Però questo marchio... Taranto è una città bella che deve reagire, che deve riprendersi un'industria sana, che dia tanto lavoro. Ho notato una cosa da quando sono in Puglia, che è un paradiso che non si riesce a sfruttare fino in fondo, purtroppo. Sto finendo una masseria a Manduria, in cui sto spendendo un bel pò di soldi. Bisogna valorizzare le cose che si hanno, però so che il museo ha delle difficoltà.
Taranto per tanti anni è stata segnata da una monocultura industriale, 50 anni sono tanti. Anche la cittadinanza ha subito gli effetti negativi...
Molto negativi. Io vengo da una città in cui c'era una monocultura industriale, in cui c'era la Zecca di stato, poi ci fu la Siemens e quindi, ad un certo un punto, una città di 60 mila abitanti dove 5 mila lavoravano là. Oggi credo che siano 100-200. Le università si sono dovute riconvertirsi. Le monoculture sono un disastro perché impigriscono, come è successo alla Fiat a Torino, in maniera più drammatica; invece bisogna far germogliare le iniziative. Sono stato molto amareggiato, avendo investito un mucchio in Puglia: Puglia prima destinazione, ultima per qualità di servizi. Faccio vino primitivo, per questo ho scelto Manduria. Ho una bella masseria del '500 stiamo finendo di ristrutturare, ha soltanto quattro suite lussuose, ne faremo altre sei in mezzo ai vigneti. Faremo la cantina e quindi sarà una zona in cui ci sarà il turismo del vino, però dato che la Puglia è molto bella, da lì si potrà girare e visitare tanti, tantissimi posti, nell'arco di una vacanza ragionevole. C'è anche il mare. L'anno scorso ho subito dei danni, mi hanno tagliato dei vitigni, mi hanno rubato delle chianche molto belle. Però, insomma, spero che questi episodi non si ripetano, la popolazione non c'entra niente perché è molto bella e gentile, però si fatica a trovare personale che parli inglese.
Come mai ha deciso di investire sul Primitivo di Manduria, rispetto ad altri vini con un gusto più delicato?
Se lei assaggiasse il vino si accorgerà che ha un sapore delicatissimo. Sorprende tutti per questo.
In molti dei suoi libri ha spesso parlato di personaggi politici storici rispetto a quelli attuali. Perchè?
Domanda di riserva? C'era allora una maggiore formazione, avevano più tempo. Insomma la Prima Repubblica ha avuto persone che hanno avuto il tempo di formarsi, mentre la Seconda Repubblica è entrata sfondando la porta. Se pensiamo che prima Berlusconi che era proprio il 'parvenu' adesso sembra Churchill, per vent'anni di esperienza, vuol dire che qualcosa è cambiato.