BARI - Salentu: lu sule, lu mare, lu ientu! Anche se questa espressione ha oramai travalicato i confini locali del Salento, la più in voga meta turistica italiana degli ultimi anni, una traduzione è doverosa per chi non ha familiarità con il dialetto parlato nel Tacco d’Italia.
Salento: il sole, il mare, il vento! Un detto che racchiude l’essenza di quella terra magica protesa ad oriente tra Adriatico e Ionio che sarà stato familiare anche a Luigi Parrotto, il giovanissimo imprenditore di Casarano, provincia di Lecce, che con la sua idea geniale del mini eolico ha dato vita alla start-up GPRenewable che prometteva, grazie alle sue mini turbine, di creare un piccolo impianto eolico per uso domestico capace di produrre un terzo dell’energia elettrica necessaria ad una piccola abitazione.
Purtroppo, come molti fatti di cronaca continuano a raccontare, la favola del ragazzino-imprenditore baciato da un’intuizione geniale, che inventa un dispositivo in grado di rendere accessibili le fonti energetiche rinnovabili a tutte le famiglie, capace di fondare un impero milionario nel profondo sud capace si attrarre anche ingenti capitali dagli USA, sembra essere destinata a non conoscere un lieto fine.
Nessun “E vissero felici e contenti” perché un consulente tecnico nominato dal Tribunale di Lecce, a seguito della denuncia di un cittadino di Ugento che aveva installato sul suo terrazzo una dei “miracolosi” mini impianti eolici di Luigi Parrotto, monitorando l’attività della mini turbina ha accertato, dati alla mano, che questa non produceva energia elettrica.
Il giudice Alessandro De Lorenzi ha dunque emesso una sentenza a favore dello sfortunato abitante di Ugento che ha ottenuto la risoluzione del contratto stipolato con la società di Parrotto e la restituzione di quanto sborsato per l’installazione dell’impianto, una cifra vicina ai 14.000 euro.
Il caso in questione potrebbe essere isolato, relativo ad un impianto installato in una zona forse priva di una costante ed importante esposizione al vento, anche se la perizia tecnica effettuata ha accertato non solo il mancato funzionamento dell’impianto ma anche una serie di carenze che vanno dal cablaggio insufficiente ed errato in accoppiata a pannelli fotovoltaici già esistenti, fino al mancato completamento del collegamento con inverter e rete elettrica.
Tuttavia la sentenza potrebbe dare il La ad una serie di richieste risarcitorie se, come risulta dalla perizia disposta dal Tribunale e da numerosi dubbi che cominciano a circolare circa l’effettivo rendimento delle miracolose turbine della GPRenewable, e anche sulla società a stelle e strisce accreditata di aver acquistato l’azienda di Parrotto staccando un assegno da 5 milioni di euro aver acquistato.
Ricerche ed approfondimenti tecnici sulle turbine, delle quali si è fatto sempre fatica a reperire le schede tecniche dei vari modelli, quantomeno per conoscere i valori di potenza erogati, nonché indagini riguardanti le realtà economiche che avrebbero inglobato la società di Parrotto, che riportano notizie frammentarie e mai chiare sull’asset societario dietro la creatura, a quanto pare oramai in mano americana, dell’imprenditore salentino.
Siamo di fronte dunque alla veloce ascesa e caduta di un impero milionario oppure a qualcosa che in realtà non è stata mai nulla di più che un soffio di vento?
Salento: il sole, il mare, il vento! Un detto che racchiude l’essenza di quella terra magica protesa ad oriente tra Adriatico e Ionio che sarà stato familiare anche a Luigi Parrotto, il giovanissimo imprenditore di Casarano, provincia di Lecce, che con la sua idea geniale del mini eolico ha dato vita alla start-up GPRenewable che prometteva, grazie alle sue mini turbine, di creare un piccolo impianto eolico per uso domestico capace di produrre un terzo dell’energia elettrica necessaria ad una piccola abitazione.
Purtroppo, come molti fatti di cronaca continuano a raccontare, la favola del ragazzino-imprenditore baciato da un’intuizione geniale, che inventa un dispositivo in grado di rendere accessibili le fonti energetiche rinnovabili a tutte le famiglie, capace di fondare un impero milionario nel profondo sud capace si attrarre anche ingenti capitali dagli USA, sembra essere destinata a non conoscere un lieto fine.
Nessun “E vissero felici e contenti” perché un consulente tecnico nominato dal Tribunale di Lecce, a seguito della denuncia di un cittadino di Ugento che aveva installato sul suo terrazzo una dei “miracolosi” mini impianti eolici di Luigi Parrotto, monitorando l’attività della mini turbina ha accertato, dati alla mano, che questa non produceva energia elettrica.
Il giudice Alessandro De Lorenzi ha dunque emesso una sentenza a favore dello sfortunato abitante di Ugento che ha ottenuto la risoluzione del contratto stipolato con la società di Parrotto e la restituzione di quanto sborsato per l’installazione dell’impianto, una cifra vicina ai 14.000 euro.
Il caso in questione potrebbe essere isolato, relativo ad un impianto installato in una zona forse priva di una costante ed importante esposizione al vento, anche se la perizia tecnica effettuata ha accertato non solo il mancato funzionamento dell’impianto ma anche una serie di carenze che vanno dal cablaggio insufficiente ed errato in accoppiata a pannelli fotovoltaici già esistenti, fino al mancato completamento del collegamento con inverter e rete elettrica.
Tuttavia la sentenza potrebbe dare il La ad una serie di richieste risarcitorie se, come risulta dalla perizia disposta dal Tribunale e da numerosi dubbi che cominciano a circolare circa l’effettivo rendimento delle miracolose turbine della GPRenewable, e anche sulla società a stelle e strisce accreditata di aver acquistato l’azienda di Parrotto staccando un assegno da 5 milioni di euro aver acquistato.
Ricerche ed approfondimenti tecnici sulle turbine, delle quali si è fatto sempre fatica a reperire le schede tecniche dei vari modelli, quantomeno per conoscere i valori di potenza erogati, nonché indagini riguardanti le realtà economiche che avrebbero inglobato la società di Parrotto, che riportano notizie frammentarie e mai chiare sull’asset societario dietro la creatura, a quanto pare oramai in mano americana, dell’imprenditore salentino.
Siamo di fronte dunque alla veloce ascesa e caduta di un impero milionario oppure a qualcosa che in realtà non è stata mai nulla di più che un soffio di vento?