BARI - Una nota del consigliere Mino Borraccino, presidente della II Commissione. "La notizia dei due nuovi provvedimenti con i quali il Ministero dell’Ambiente, di concerto con il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, ha sancito, pochi giorni fa, - dichiara Borraccino - la compatibilità ambientale di due distinti progetti presentati dalla Global Petroleum Limited e dalla Global MED LLC per la prospezione dei fondali marini al largo delle coste pugliesi, al fine di ricercare idrocarburi liquidi e gassosi, rappresenta un nuovo sonoro ceffone che il Governo nazionale infligge al nostro territorio".
"Condividiamo - prosegue Borraccino - la netta presa di posizione assunta, sul punto, dal Governo regionale e sollecitiamo il Presidente Michele Emiliano (che già si è dimostrato, in passato, molto sensibile su questo tema) affinchè la Regione Puglia impugni quanto prima, in tutte le sedi opportune, questi decreti al fine di ottenerne l’annullamento.
Appare evidente che le autorizzazioni ministeriali alle indagini geofisiche rappresentano solo il preludio alle possibili trivellazioni per la coltivazione e l’estrazione di idrocarburi dai nostri fondali in due aree molto vaste, nel Mar Ionio settentrionale e nel Mar Adriatico meridionale: la prima che insiste dinnanzi alle coste del Salento (interessando i Comuni di Tricase, Gagliano del Capo, Ugento, Racale, Alessano, Castrignano del Capo, Taviano, Andrano, Diso, Otranto, Morciano di Leuca, Patù, Tiggiano, Gallipoli, Alliste, Salve, Santa Cesarea Terme, Castro e Corsano) e la seconda dinnanzi alle coste del barese e del brindisino (interessando i Comuni di Giovinazzo, Bari, Fasano, Mola di Bari, Monopoli, Brindisi, Ostuni, Molfetta, Carovigno, San Pietro Vernotico, Torchiarolo, Polignano a Mare).
Crediamo che tutte le istituzioni del territorio, dalla Provincia alla Città Metropolitana di Bari, passando per le Province di Lecce e Brindisi, fino ad arrivare a tutti i Comuni interessati, debbano mobilitarsi e assumere tutte le iniziative del caso, anche giurisdizionali, per contrapporsi a queste scellerate decisioni, rispetto alle quali, è bene precisarlo, la Regione Puglia ha espresso (con delibere di giunta regionale del 2014 e del 2015) pareri sfavorevoli sulla compatibilità ambientale che sono stati semplicemente ignorati dal Ministero e dal Governo centrale.
Crediamo sia necessario opporsi a queste decisioni assunte a Roma sulla testa dei pugliesi e a danno del nostro territorio, rimarcando un messaggio politico chiaro, emerso anche dal referendum sulle trivellazioni dello scorso anno: è nostro dovere difendere con tutti i mezzi e in ogni sede il nostro mare che è una risorsa preziosissima da tutelare e da rilanciare, perché rappresenta una leva imprescindibile per il nostro sviluppo e, soprattutto, per il nostro turismo, come è stato dimostrato anche dai risultati della stagione estiva appena conclusasi.
Come abbiamo ripetuto tante volte, "il petrolio" più prezioso della nostra regione è proprio la bellezza del nostro mare e dei nostri paesaggi, e pensare di deturparlo con lo scempio delle trivelle è inammissibile", conclude Borraccino.
"Condividiamo - prosegue Borraccino - la netta presa di posizione assunta, sul punto, dal Governo regionale e sollecitiamo il Presidente Michele Emiliano (che già si è dimostrato, in passato, molto sensibile su questo tema) affinchè la Regione Puglia impugni quanto prima, in tutte le sedi opportune, questi decreti al fine di ottenerne l’annullamento.
Appare evidente che le autorizzazioni ministeriali alle indagini geofisiche rappresentano solo il preludio alle possibili trivellazioni per la coltivazione e l’estrazione di idrocarburi dai nostri fondali in due aree molto vaste, nel Mar Ionio settentrionale e nel Mar Adriatico meridionale: la prima che insiste dinnanzi alle coste del Salento (interessando i Comuni di Tricase, Gagliano del Capo, Ugento, Racale, Alessano, Castrignano del Capo, Taviano, Andrano, Diso, Otranto, Morciano di Leuca, Patù, Tiggiano, Gallipoli, Alliste, Salve, Santa Cesarea Terme, Castro e Corsano) e la seconda dinnanzi alle coste del barese e del brindisino (interessando i Comuni di Giovinazzo, Bari, Fasano, Mola di Bari, Monopoli, Brindisi, Ostuni, Molfetta, Carovigno, San Pietro Vernotico, Torchiarolo, Polignano a Mare).
Crediamo che tutte le istituzioni del territorio, dalla Provincia alla Città Metropolitana di Bari, passando per le Province di Lecce e Brindisi, fino ad arrivare a tutti i Comuni interessati, debbano mobilitarsi e assumere tutte le iniziative del caso, anche giurisdizionali, per contrapporsi a queste scellerate decisioni, rispetto alle quali, è bene precisarlo, la Regione Puglia ha espresso (con delibere di giunta regionale del 2014 e del 2015) pareri sfavorevoli sulla compatibilità ambientale che sono stati semplicemente ignorati dal Ministero e dal Governo centrale.
Crediamo sia necessario opporsi a queste decisioni assunte a Roma sulla testa dei pugliesi e a danno del nostro territorio, rimarcando un messaggio politico chiaro, emerso anche dal referendum sulle trivellazioni dello scorso anno: è nostro dovere difendere con tutti i mezzi e in ogni sede il nostro mare che è una risorsa preziosissima da tutelare e da rilanciare, perché rappresenta una leva imprescindibile per il nostro sviluppo e, soprattutto, per il nostro turismo, come è stato dimostrato anche dai risultati della stagione estiva appena conclusasi.
Come abbiamo ripetuto tante volte, "il petrolio" più prezioso della nostra regione è proprio la bellezza del nostro mare e dei nostri paesaggi, e pensare di deturparlo con lo scempio delle trivelle è inammissibile", conclude Borraccino.