di FRANCESCO GRECO - ROMA. Uno spettro si aggira per le lande desertiche italiettane. Preda degli istinti peggiori. Partiti senza alcun progetto, neanche una piccola visione, nulla, buio totale. Solo una casta famelica che perpetua se stessa. Senza ideali, valori.
E’ il post-ideologico, bellezza, prevale l’antipolitica, ormai trasfigurata in un nuovo modo di far politica. La classe media non esiste più, tutto è precariato, il lavoro e le nostre vite. Il riformismo è annacquato, non cambia le cose, anzi, le rende patologiche, le cristallizza.
E così, nel solco aperto dieci anni fa da Beppe Grillo, ecco fare capolino un’altra opzione politica, ancora agli inizi. E’ il CAD (Centro Ascolto Disagio), i cui aderenti non hanno un minuto di tempo libero: la “serva Italia di dolore ostello/ nave senza nocchiero in gran tempesta” è il paese del disagio diffuso e loro ascoltano e cercano di fare da supporto psicologico, ma anche di risolvere qualche caso umano grazie a una fitta rete di contatti.
Di che si tratta? Lo abbiamo chiesto al suo fondatore, l’ing. Gerardo Rosa Salsano.
DOMANDA: Cos'è il CAD?
RISPOSTA: "E' un'associazione concepita per ricostruire la società . Ecco perchè non sarà mai un partito. Gli ingredienti sono semplici ed essenziali:
1. Capitale Umano
2. Territorio
3. Idee e progetti. Il CAD vuole essere prototipo della società del Futuro".
D. Come nasce?
R. Da una mia idea dopo aver incontrato un sacerdote che mise in discussione quanto avessi fatto nella mia vita fino a quel momento. Ingegnere progettista e calcolatore, avevo vissuto per obiettivi molto materiali, carriera, soldi, ecc. Da allora cambiò la mia vita e tutto ciò che avevo fatto in quel momento era solo l'inizio di una nuova vita sociale. Bisognava dare una svolta, bisognava cambiare la società e non con il solito volontariato sociale e di tamponamento temporaneo. Bisognava ricostruire la società attraverso un progetto di ingegneria sociale dove le sue varie componenti erano molte volte quei talenti esclusi dalla società di oggi. L'uomo doveva riprendersi la scena e ridiventare protagonista. La filosofia caddiana nasce così".
D. Qual è il suo concept?
R. Aspettiamo gli ultimi per arrivare insieme: è questo il nostro motto. Gli ultimi, coloro che sono abbandonati e messi da parte da questa società hanno con il CAD una nuova grande opportunità : riprendersi il proprio futuro".
D. A chi è diretta questa proposta politica?
R. "La nostra proposta non ha colore politico. E' chiaro che attenzioniamo quei partiti attenti alle problematiche dei cittadini e questo purtroppo è raro nello scenario politico italiano. Abbiamo comunque capito che le persone perbene sono in tutti i partiti e il dialogo avviene più con le persone che con le rappresentanze politiche".
D. Il CAD è radicato nel territorio?
R. "Si, siamo presenti in tutta Italia, superando, nel 2016, le 150mila unità . Abbiamo creato dei circoli pensatoi dove le intelligenze di questo paese si cimentano nel preparare progetti e nel creare opportunità di lavoro".
D. Presenterete vostre liste alla prossime elezioni politiche?
R. "Sarebbe bellissimo preparare una lista del popolo dei volontari sociali. Credo che per il momento però deve rimanere un sogno nel cassetto, anche perché non abbiamo il potere economico per affrontare una campagna elettorale e molti di noi sono ancora alle prese con le emergenze sociali di tutti i giorni. Comunque siamo aperti alle proposte di apparentamento con un grande partito dove il CAD porti il proprio contributo in uomini e territorio e il partito aggregatore faccia da papà attento e vigile alle tematiche prettamente politiche".
E’ il post-ideologico, bellezza, prevale l’antipolitica, ormai trasfigurata in un nuovo modo di far politica. La classe media non esiste più, tutto è precariato, il lavoro e le nostre vite. Il riformismo è annacquato, non cambia le cose, anzi, le rende patologiche, le cristallizza.
E così, nel solco aperto dieci anni fa da Beppe Grillo, ecco fare capolino un’altra opzione politica, ancora agli inizi. E’ il CAD (Centro Ascolto Disagio), i cui aderenti non hanno un minuto di tempo libero: la “serva Italia di dolore ostello/ nave senza nocchiero in gran tempesta” è il paese del disagio diffuso e loro ascoltano e cercano di fare da supporto psicologico, ma anche di risolvere qualche caso umano grazie a una fitta rete di contatti.
Di che si tratta? Lo abbiamo chiesto al suo fondatore, l’ing. Gerardo Rosa Salsano.
DOMANDA: Cos'è il CAD?
RISPOSTA: "E' un'associazione concepita per ricostruire la società . Ecco perchè non sarà mai un partito. Gli ingredienti sono semplici ed essenziali:
1. Capitale Umano
2. Territorio
3. Idee e progetti. Il CAD vuole essere prototipo della società del Futuro".
D. Come nasce?
R. Da una mia idea dopo aver incontrato un sacerdote che mise in discussione quanto avessi fatto nella mia vita fino a quel momento. Ingegnere progettista e calcolatore, avevo vissuto per obiettivi molto materiali, carriera, soldi, ecc. Da allora cambiò la mia vita e tutto ciò che avevo fatto in quel momento era solo l'inizio di una nuova vita sociale. Bisognava dare una svolta, bisognava cambiare la società e non con il solito volontariato sociale e di tamponamento temporaneo. Bisognava ricostruire la società attraverso un progetto di ingegneria sociale dove le sue varie componenti erano molte volte quei talenti esclusi dalla società di oggi. L'uomo doveva riprendersi la scena e ridiventare protagonista. La filosofia caddiana nasce così".
D. Qual è il suo concept?
R. Aspettiamo gli ultimi per arrivare insieme: è questo il nostro motto. Gli ultimi, coloro che sono abbandonati e messi da parte da questa società hanno con il CAD una nuova grande opportunità : riprendersi il proprio futuro".
D. A chi è diretta questa proposta politica?
R. "La nostra proposta non ha colore politico. E' chiaro che attenzioniamo quei partiti attenti alle problematiche dei cittadini e questo purtroppo è raro nello scenario politico italiano. Abbiamo comunque capito che le persone perbene sono in tutti i partiti e il dialogo avviene più con le persone che con le rappresentanze politiche".
D. Il CAD è radicato nel territorio?
R. "Si, siamo presenti in tutta Italia, superando, nel 2016, le 150mila unità . Abbiamo creato dei circoli pensatoi dove le intelligenze di questo paese si cimentano nel preparare progetti e nel creare opportunità di lavoro".
D. Presenterete vostre liste alla prossime elezioni politiche?
R. "Sarebbe bellissimo preparare una lista del popolo dei volontari sociali. Credo che per il momento però deve rimanere un sogno nel cassetto, anche perché non abbiamo il potere economico per affrontare una campagna elettorale e molti di noi sono ancora alle prese con le emergenze sociali di tutti i giorni. Comunque siamo aperti alle proposte di apparentamento con un grande partito dove il CAD porti il proprio contributo in uomini e territorio e il partito aggregatore faccia da papà attento e vigile alle tematiche prettamente politiche".