Senzatetto davanti al Fazzi di Lecce, Pellegrino: "No all’indifferenza delle istituzioni"
BARI - “Pensare che nel 2017 un senza fissa dimora stazioni nell’ingresso di un ospedale è doppiamente indegno, sotto il profilo umano e sotto il profilo igienico-sanitario. Per questo occorre un intervento immediato da parte dei servizi sociali e delle autorità sanitarie”.
Lo dichiara il presidente del Gruppo consiliare de La Puglia con Emiliano, Paolo Pellegrino, commentando il caso di un senzatetto che da giorni vive stabilmente nell’ingresso pedonale dell’ospedale Vito Fazzi di Lecce.
“Ho ricevuto una segnalazione da diversi cittadini e utenti che, per una ragione o per l’altra, nelle scorse ore - dichiara il consigliere - si sono recati in ospedale e che si sono imbattuti in questa scena di totale indifferenza. Certo, oggi nelle nostre città ci sono troppi e tanti cittadini invisibili, figli della crisi e delle mancate politiche di inclusione, e che disperatamente cercano un ricovero di fortuna. Sta alle istituzioni tutte, compresa la Regione, mettere in pratica programmi di prevenzione e di contrasto al disagio sociale. Non esiste né un caso Lecce, né un caso Milano o Roma, ma è inconcepibile che all’ingresso di un ospedale, luogo per definizione dedicato alla cura e all’assistenza, si assista a simili scene di ordinaria disperazione”.
Lo dichiara il presidente del Gruppo consiliare de La Puglia con Emiliano, Paolo Pellegrino, commentando il caso di un senzatetto che da giorni vive stabilmente nell’ingresso pedonale dell’ospedale Vito Fazzi di Lecce.
“Ho ricevuto una segnalazione da diversi cittadini e utenti che, per una ragione o per l’altra, nelle scorse ore - dichiara il consigliere - si sono recati in ospedale e che si sono imbattuti in questa scena di totale indifferenza. Certo, oggi nelle nostre città ci sono troppi e tanti cittadini invisibili, figli della crisi e delle mancate politiche di inclusione, e che disperatamente cercano un ricovero di fortuna. Sta alle istituzioni tutte, compresa la Regione, mettere in pratica programmi di prevenzione e di contrasto al disagio sociale. Non esiste né un caso Lecce, né un caso Milano o Roma, ma è inconcepibile che all’ingresso di un ospedale, luogo per definizione dedicato alla cura e all’assistenza, si assista a simili scene di ordinaria disperazione”.