Usa, Trump decreta la fine delle tutele per i minorenni clandestini: 800mila persone a rischio deportazione

(ANSA)
di BEATRICE GALLUZZO - Donald Trump ha decretato la fine del piano di tutele per gli immigrati irregolari entrati negli Stati Uniti a un’età non superiore ai 15 anni. Da bambini, insomma.“Dreamers” li chiamano, ovvero “sognatori”, termine mutuato dal DREAM act di Obama dell’anno 2010, in realtà mai approvato. Erano invece protetti da un altro programma, sempre a firma di Barack Obama, il DACA (Deferred Actions for Childhood Arrivals): concretamente una modalità di tutela consistente in dei permessi concessi a scadenza biennale ai figli degli immigrati clandestini entrati nel Paese prima del 2007.

All’attuale presidente americano, però, gli immigrati non piacciono e, e ancora meno gradisce le decisioni prese dal suo ingombrante predecessore. Il DACA subirà una morte lenta, in realtà, perchè terminerà definitivamente nel marzo 2018; entro quella data il Congresso è chiamato a trovare una soluzione alla questione per via legislativa. Gli attuali beneficianti del programma, se hanno un permesso con scadenza prima del 5 marzo, potranno rinnovarlo per un’ultima volta il 5 ottobre. Dopodichè, chissà. Lo scenario peggiore prevede migliaia di giovani a rischio deportazione, strappati via dall’unico Paese – gli Stati Uniti – in cui abbiano mai studiato, intrecciato relazioni, aperto attività commerciali, pagato le tasse. In sostanza, in cui abbiano mai vissuto.

La decisione, in realtà, non è stata annunciata neanche da Trump in persona, ma dal suo portavoce Jeff Session. Il commento del Presidente è arrivato poi attraverso un comunicato. “Non sono favorevole a punire i bambini, la maggior parte dei quali sono oggi adulti, per le azioni dei loro genitori. Ma dobbiamo anche riconoscere che siamo una nazione di opportunità perchè siamo anche una nazione di leggi”. Ha poi aggiunto di avere un “grande amore” per i dreamers. Tanto grande che “non daremo precedenza (nella deportazione dal Paese) a nessuno, tranne nei casi in cui non siano criminali, coinvolti in attività illecite o membri di gangs”. Vaglielo a spiegare al Presidente che il rilascio del DACA era già  limitato a coloro che non avessero criminal records, o come si dice da noi, la fedina penale pulita.

Barack Obama ha definito questa decisione “autolesionista” e “crudele”. Inoltre, ha aggiunto “qui è una questione di fondamentale decenza. E’ una questione sul fatto di essere una nazione che caccia giovani speranzosi e promettenti fuori dall’America, oppure decide di trattarli come vorremmo che fossero trattati i nostri figli. E’ una questione che riguarda chi siamo come persone- e chi vogliamo essere”. La decisione è stata poi ampiamente criticata da esponenti non solo Democratici, ma anche Republicani; uno fra tutti il Senatore John McCain. E poi da avvocati, attivisti, uomini d’affari. Anche Mark Zuckerberg, il fondatore di Facebook, ha parlato di questo come di “un giorno triste per l’America”. 

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