BARI - Dichiarazione dell'europarlamentare e leader di Direzione Italia, Raffaele Fitto: "Il mancato via libera di Bruxelles alla rimozione del divieto di impianto degli ulivi - dichiara - non è sicuramente la notizia che auspicavamo, ma il rammarico di Emiliano, e del suo assessore all'Agricoltura Di Gioia, è fuori posto e fuorviante. Scaricano sull'Unione Europea responsabilità che sono in primo luogo della Regione".
"Piuttosto che rammaricarsi e accusare Bruxelles, - prosegue Fitto - Emiliano e Di Gioia dovrebbero innanzitutto chiedere scusa agli olivicoltori salentini per la loro inefficienza e incapacità nella gestione dell'emergenza Xylella. Basterebbe leggere la sentenza della Corte di Giustizia europea del giugno 2016, l'audit della Commissione europea pubblicato nel giugno 2017, e l'apertura della procedura di infrazione aperta da Bruxelles lo scorso luglio per comprendere come la situazione drammatica porta il loro nome inciso negli ulivi pugliesi".
"Le responsabilità di Emiliano, della sua gestione dell'emergenza, sono abnormi: il ritardo nel confrontarsi con gli uffici europei, ritardo nel monitoraggio delle aree infette, ritardo nell'abbattimento delle piante infette, stanziamento di risorse del tutto insufficiente per le fitopatie, utilizzo di solo poco più della metà dei dieci milioni di euro stanziati per il contenimento, zero euro spesi di quelli previsti per la misura 4.1 del PSR 2014-2020, legge regionale per rispettare la decisione UE 789/2015 approvata solo alcune settimane fa. L'unica cosa sulla quale Emiliano non è mai in ritardo è nel tentativo di provare a cambiare la realtà", conclude Fitto.
"Piuttosto che rammaricarsi e accusare Bruxelles, - prosegue Fitto - Emiliano e Di Gioia dovrebbero innanzitutto chiedere scusa agli olivicoltori salentini per la loro inefficienza e incapacità nella gestione dell'emergenza Xylella. Basterebbe leggere la sentenza della Corte di Giustizia europea del giugno 2016, l'audit della Commissione europea pubblicato nel giugno 2017, e l'apertura della procedura di infrazione aperta da Bruxelles lo scorso luglio per comprendere come la situazione drammatica porta il loro nome inciso negli ulivi pugliesi".
"Le responsabilità di Emiliano, della sua gestione dell'emergenza, sono abnormi: il ritardo nel confrontarsi con gli uffici europei, ritardo nel monitoraggio delle aree infette, ritardo nell'abbattimento delle piante infette, stanziamento di risorse del tutto insufficiente per le fitopatie, utilizzo di solo poco più della metà dei dieci milioni di euro stanziati per il contenimento, zero euro spesi di quelli previsti per la misura 4.1 del PSR 2014-2020, legge regionale per rispettare la decisione UE 789/2015 approvata solo alcune settimane fa. L'unica cosa sulla quale Emiliano non è mai in ritardo è nel tentativo di provare a cambiare la realtà", conclude Fitto.