di BEATRICE GALLUZZO - L’associazione Anahata, presente a Lecce e Nardò, nasce nel
2003 e si occupa delle cosiddette “discipline interne” al fine di – come si
legge sul loro sito – “promuovere nell'individuo un processo di auto
miglioramento e trasformazione interna, favorendo così il risveglio del proprio
potenziale e l'Armonia sia interna che esterna”. Al momento, stanno
organizzando lezioni di “AstroYoga”.
Dal momento che “l’Armonia sia interna che
esterna” latita nella mia persona, e dal momento che ho un’idea molto vaga di cosa
sia l’Astroyoga, sono andata a trovarli nella sede della loro associazione a
Lecce, in via Lupiae 41.
Quando entro, percepisco un vago sentore di incenso, e mi
accoglie una luce calda veramente piacevole. Ad accogliermi ci sono Pietro
Potenza e Cinzia Lippolis, insegnante di Yoga da oltre 13 anni.
Mi puoi spiegare in parole povere cosa fate?
Cos’è l’AstroYoga?
Inizio col dire che lo yoga è una disciplina che racchiude
in sè varie forme: l’Hatha yoga è una di queste, ed è quello che facciamo qui.
In particolare, Yoga astroenergetico significa che utilizziamo le Asana
(posture) dell’Hatha yoga, però in base ai cicli astrali. Il calcolo lo faccio
io stessa, ad inizio di ogni lezione, considerando vari fattori tra cui il
giorno della settimana in cui viene effettuato l’incontro.
In pratica,
come si svolgono le lezioni?
Le lezioni si svolgono nella sala
attigua, in gruppi in genere molto piccoli, massimo dieci persone. La durata è
di un’ora e mezzo, suddivisa in Asana e rilassamento
finale. E’ molto importante, mentre si pratica, mantenere il silenzio, affinchè
si raggiunga il giusto grado di concentrazione mentale, fisica ed emotiva. Lo
yoga è una disciplina peculiare e necessita tranquillità- venire qui non è come
andare a lezione di ballo.
Ascolta, quali sono i
benefici della disciplina?
Guarda ti posso dire,
parlando terra terra che ci sono dei doni che lo yoga ti fà, dopo alcuni tempi,
a livello quotidiano. In senso fisico dona elasticità ai muscoli, in senso
psicologico migliora il tono dell’umore, riduce lo stress. Ma quello che voglio
fare capire è che è riduttivo trattare la questione in termini solo di benefici
psico-fisici; il fine ultimo dello yoga trascende queste cose- arriva a toccare
l’Essenza dell’individuo. Ed è veramente difficile da spiegare se non lo fai.
Cosa intendi quando
parli di “Essenza”?
Bè, per te cos’è l’Essenza?
Così su due
piedi francamente è un quesito che non mi sono mai posta. Probabilmente non
sono una persona abbastanza spirituale.
Guarda, non è solo un fatto di spiritualità, in realtà io
sono una persona molto concreta. La gente a volte ci dipinge come stralunati
che vivono su eremo, ma voglio dire, io ho una vita normalissima. Il mio pensiero
è che bisogna essere ben radicati per elevarsi verso qualcosa di più grande.
Comunque, cosa ne
pensi del fatto che una disciplina come lo yoga sia diventata negli ultimi anni
molto diffusa e, passami il termine, molto “glamour”?
Penso che l’eccessiva pubblicizzazione dello yoga abbia
anche dei risvolti negativi. La gente che viene qui per seguire una moda
interpreta lo yoga in una maniera fuorviante, concentrandosi sugli aspetti più
frivoli della disciplina, mancando però di afferrare il senso ultimo del
percorso. Questo atteggiamento lo ha svuotato moltissimo del suo significato originario.
Quando lo yoga era meno pubblicizzato, le persone facevano anche più fatica a
trovarci: questo le motivava ancora di più.
Praticare lo yoga,
almeno nell’immaginario comune, si inserisce all’interno di uno stile di vita
più ampio che abbraccia alcune scelte di vita come per esempio la medicina
omeopatica. Cosa ne pensi?
Chi fa yoga si trova a percorrere un percorso di ricerca del
benessere che è a tutto tondo, e che in effetti spesso passa anche per la
naturopatia, la cura con i fiori di Bach, eccetera. Quando inizi a pensare a
cosa può farti bene, o a cosa stai introducendo nel tuo corpo molto spesso le
strade si trovano a convergere. Non è assolutamente un percorso obbligato.
Nella mia storia personale, è stato così.
Alla fine, quando sto per andarmene, mi chiedono di che
segno sono. “Vergine”, dico io. Ridendo, mi comunicano che sen’erano accorti
subito.
Come considerazione finale mi preme dire che, dietro una porticina
un po’ nascosta nella periferia di Lecce, adesso so che ci sono Cinzia e
Pietro: due persone gentili, calorose,
sorridenti. Più di tutto, le definirei
serene, di una serenità contagiosa. Se sia merito dello yoga, dei calcoli
astrali, dei cicli cosmici, io questo non saprei dirlo.