Catalogna: l’indipendenza riguarda anche la lingua
di PIERO CHIMENTI - La battaglia per l’indipendenza tra Barcellona e Madrid ha spostato la sua attenzione verso la lingua. Come afferma la Costituzione, il catalano è la lingua ufficiale insieme allo spagnolo a Barcellona ma alcuni invece ne interpretano l’uso come una ripicca o una sfida al potere centrale di Madrid.
Per esempio Josep Lluis Trapero, leader dei Mossos d’Esquadra, rispondeva mischiando spagnolo e catalano alle domande dei giornalisti, che restavano indignati.
Così la lotta politica dei leader delle due parti si è spostata nell’arena della lingua, controllata e bersagliata dalle televisioni di tutto il mondo.
Infatti dopo l’annuncio dell’applicazione dell’articolo 155 da parte di Mariano Rajoy, il presidente Carles Puigdemont ha concluso il suo discorso rivolgendosi in inglese all’Europa con l’intento di sbeffeggiare Rajoy, incapace di parlare in inglese.
Allo stesso modo Puigdemont aveva anche umiliato il re Felipe rivolgendosi a lui in castigliano e provocandolo: “ Non le parlo in catalano, lingua che lei non capisce”.
C’è un precedente storico: il 30 ottobre 1996 Julio Ariza, un deputato del Pp, si rivolse in castigliano al re mentre i deputati nazionalisti e indipendisti, indignati, abbandonarono l’aula davanti ad una scolaresca in visita al Parlamento.
I bambini poi sono un altro tema di scontro perché nelle scuole catalane da anni viene applicato un sistema di immersione linguistica che prevede il catalano come unica lingua.
Di conseguenza lo spagnolo non viene ben appreso e c’è anche chi teme che Rajoy possa cambiare radicalmente le regole dell’educazione scolastica.
Per esempio Josep Lluis Trapero, leader dei Mossos d’Esquadra, rispondeva mischiando spagnolo e catalano alle domande dei giornalisti, che restavano indignati.
Così la lotta politica dei leader delle due parti si è spostata nell’arena della lingua, controllata e bersagliata dalle televisioni di tutto il mondo.
Infatti dopo l’annuncio dell’applicazione dell’articolo 155 da parte di Mariano Rajoy, il presidente Carles Puigdemont ha concluso il suo discorso rivolgendosi in inglese all’Europa con l’intento di sbeffeggiare Rajoy, incapace di parlare in inglese.
C’è un precedente storico: il 30 ottobre 1996 Julio Ariza, un deputato del Pp, si rivolse in castigliano al re mentre i deputati nazionalisti e indipendisti, indignati, abbandonarono l’aula davanti ad una scolaresca in visita al Parlamento.
I bambini poi sono un altro tema di scontro perché nelle scuole catalane da anni viene applicato un sistema di immersione linguistica che prevede il catalano come unica lingua.
Di conseguenza lo spagnolo non viene ben appreso e c’è anche chi teme che Rajoy possa cambiare radicalmente le regole dell’educazione scolastica.
Puigdemont si è rivolto al re Felipe in catalano e non in castigliano, sottolineando il fatto che il sovrano parla perfettamente la lingua di Ramon Llull...Secondo il giornalista: "Non le parlo in catalano lingua che lei non capisce!"....in realtà ha detto: "Mi rivolgo in una lingua che so che lei capisce, conosce e parla" cioè il catalano. Nessun dato o fonte sulla legge di normalizzazione linguistica. Voldria adreçar-me directament a Sa Majestat en la llengua que sé que entén, coneix i que parla: així no. Amb la seva decisió d'ahir, vostè va decebre molta gent a Catalunya que l'aprecia i que l'ha ajudat en moments difícils de la institució. Gent que esperava de vostè un altre to i una apel·lació al diàleg i a la concòrdia" https://www.youtube.com/watch?v=__j7TEqVklE
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