Interconnessione Tap: il Comune di Lecce esprime parere negativo in Conferenza dei servizi
LECCE - Si è svolta oggi a Roma presso la sede del Ministero per lo Sviluppo Economico la Conferenza dei servizi sul metanodotto “Interconnessione Tap”. Il Comune di Lecce, rappresentato dall’assessore all’Urbanistica Rita Miglietta, ha espresso parere sfavorevole e ribadito i rischi ai quali il territorio sarebbe esposto nella realizzazione dell’opera. Quello di Lecce è il Comune maggiormente interferito dall'opera Snam, esito della scelta non condivisibile dell'approdo Tap a San Foca: ben 22 chilometri, corrispondenti a tutto il versante orientale dell’entroterra costiero, un percorso lungo il quale saranno più di tremila gli alberi di ulivo da espiantare e reimpiantare.
Le motivazioni dell’incompatibilità urbanistica del metanodotto con il territorio leccese sono quelle illustrate nella delibera approvata lo scorso 20 ottobre dal Consiglio comunale. Significativo il fatto che sia arrivato parere sfavorevole da tutti i Comuni interessati dal tracciato (tranne quello di Brindisi, al momento commissariato): una compattezza delle valutazioni tecniche che testimonia la oggettiva problematicità dell’impatto dell’opera.
Assente la Regione Puglia alla quale spetta esprimersi entro 30 giorni con un atto deliberativo, al fine di chiarire la nota trasmessa in Conferenza che annuncia l'ipotesi di una mancata intesa. La Soprintendenza competente per territorio ha dichiarato di non potersi esprimere con un parere relativo all'autorizzazione paesaggistica dell'opera.
Oltre ad esprimere il parere sfavorevole, Lecce ha confermato, nell'eventualità che il Consiglio dei Ministri proceda ad autorizzare l'opera anche in caso di mancata intesa con la Regione, la necessità di misure adeguate di controllo, garanzia e ristoro ambientale, misure che questa amministrazione sente il dovere di garantire alla comunità.
“Come amministrazione comunale abbiamo fatto il nostro dovere, segnalando in questa sede il parere sfavorevole e la problematicità dell’impatto dell’opera, in sintonia con le altre amministrazioni comunali – dichiara Rita Miglietta, assessore all’Urbanistica del Comune di Lecce – Abbiamo recuperato in parte il ritardo clamoroso nel quale abbiamo trovato il Comune di Lecce al momento dell’insediamento. La nostra bussola in questa vicenda, è e continuerà ad essere l’interesse della città di Lecce, la tutela ambientale del territorio e, se le istituzioni sovraordinate, nonostante i pareri negativi dei Comuni, sceglieranno in ogni caso di andare avanti, il diritto della comunità ai dovuti ristori per il sacrificio che le viene imposto”.
Le motivazioni dell’incompatibilità urbanistica del metanodotto con il territorio leccese sono quelle illustrate nella delibera approvata lo scorso 20 ottobre dal Consiglio comunale. Significativo il fatto che sia arrivato parere sfavorevole da tutti i Comuni interessati dal tracciato (tranne quello di Brindisi, al momento commissariato): una compattezza delle valutazioni tecniche che testimonia la oggettiva problematicità dell’impatto dell’opera.
Assente la Regione Puglia alla quale spetta esprimersi entro 30 giorni con un atto deliberativo, al fine di chiarire la nota trasmessa in Conferenza che annuncia l'ipotesi di una mancata intesa. La Soprintendenza competente per territorio ha dichiarato di non potersi esprimere con un parere relativo all'autorizzazione paesaggistica dell'opera.
Oltre ad esprimere il parere sfavorevole, Lecce ha confermato, nell'eventualità che il Consiglio dei Ministri proceda ad autorizzare l'opera anche in caso di mancata intesa con la Regione, la necessità di misure adeguate di controllo, garanzia e ristoro ambientale, misure che questa amministrazione sente il dovere di garantire alla comunità.
“Come amministrazione comunale abbiamo fatto il nostro dovere, segnalando in questa sede il parere sfavorevole e la problematicità dell’impatto dell’opera, in sintonia con le altre amministrazioni comunali – dichiara Rita Miglietta, assessore all’Urbanistica del Comune di Lecce – Abbiamo recuperato in parte il ritardo clamoroso nel quale abbiamo trovato il Comune di Lecce al momento dell’insediamento. La nostra bussola in questa vicenda, è e continuerà ad essere l’interesse della città di Lecce, la tutela ambientale del territorio e, se le istituzioni sovraordinate, nonostante i pareri negativi dei Comuni, sceglieranno in ogni caso di andare avanti, il diritto della comunità ai dovuti ristori per il sacrificio che le viene imposto”.