(ANSA) |
ROMA - Nessun veto ad alleanze al centro e a sinistra, ma senza rinunciare “alle nostre idee”: è questo in sintesi il messaggio con cui Matteo Renzi ha concluso la due giorni di conferenza programmatica Dem a Portici. Il leader del Pd ha risposto alla richiesta di apertura del premier, Paolo Gentiloni, affermando che "non si possono mettere veti sulle realtà che vengono dal centro. E non possiamo permetterci veti alla nostra sinistra: se qualcuno pensa che fuori dal Pd sia più facile difendere gli ideali della sinistra, rispondiamo che senza Pd, fuori dal Pd, non c'è la rivoluzione socialista ma Di Maio”.
“Se però”, ha continuato Renzi, “c'è disponibilità a centro e sinistra di creare strutture e aprire un ragionamento sui contenuti ci siamo. Ma non rinunciamo alle nostre idee”. “Siamo in totale e trasparente disponibilità ”, ha assicurato Renzi, “ma per le prossime elezioni sono più importanti i voti dei veti".
"Siamo una squadra: il problema non è chi di noi sarà al governo ma se ci saremo noi o ci saranno gli altri", ha aggiunto Renzi, alludendo al dibattito sul ruolo di candidato premier che gli assegna lo statuto. Sul salario minimo, l'ex premier ha aperto: "Non è una nostra proposta ma parliamone, perché no?".
“Se però”, ha continuato Renzi, “c'è disponibilità a centro e sinistra di creare strutture e aprire un ragionamento sui contenuti ci siamo. Ma non rinunciamo alle nostre idee”. “Siamo in totale e trasparente disponibilità ”, ha assicurato Renzi, “ma per le prossime elezioni sono più importanti i voti dei veti".
"Siamo una squadra: il problema non è chi di noi sarà al governo ma se ci saremo noi o ci saranno gli altri", dice Renzi. "L'unica cosa ce mi interessa è riportare il Pd al governo del Paese", aggiunge.
"Rivendicare i risultati è un nostro dovere: il Paese non è ripartito per caso. Nel 2014 - ha detto l'ex premier in un altro passaggio - c'era chi voleva portare il Paese fuori dall'euro e chi lo ha portato fuori dalla crisi. Chi lo ha fatto si chiama Partito democratico, non altri. Dirlo non è arroganza ma consapevolezza di quel che abbiamo fatto. A chi ogni giorno dice di dimenticarcene rispondo: partiamo dall'orgoglio di ciò che siamo altrimenti non siamo seri verso la politica".