di ANTONIO GAZZILLO - Paul Manafort, ex capo della campagna elettorale di Trump, e il suo più stretto collaboratore Rick Gates sono stati arrestati per aver riciclato 18 milioni di dollari, derivanti da sporchi affari con i politici russi; per aver sostenuto l’ex governo filo russo dell’Ucraina nascondendolo alle autorità americane e per aver tramato contro gli Stati Uniti.
Il caso è stato affidato ad un team guidato da Robert Mueller, ex capo dell’Fbi che si era anche occupato dello scandalo Russiagate, che ha portato alla luce la vicenda.
Intanto ieri si è anche scoperto che un terzo ex collaboratore di Trump, George Papadopoulos, aveva mentito all’Fbi in merito ai rapporti con i dirigenti russi di un professore e per questo gli sarà attribuita una pena.
Manafort e Gates invece, davanti al tribunale federale di Washington, si sono detti non colpevoli e ora sono agli arresti domiciliari in attesa di essere liberati su cauzione.
Il presidente Trump poi è intervenuto per respingere la paura di un nuovo Russiagate, twittando: “Non c’è stata alcuna collusione con i Russi”, giudicando come una caccia alle streghe quella promossa da Mueller e pretendendo che si parli degli imbrogli di Hillary Clinton e dei democratici.
Manafort però sa molto perché ha controllato per mesi la burocrazia dei rapporti di Trump con i russi e presto potrebbe rivelare informazioni scottanti sul caso Russiagate, visto che Mueller è intenzionato a offrirgli una riduzione di pena.
Il caso è stato affidato ad un team guidato da Robert Mueller, ex capo dell’Fbi che si era anche occupato dello scandalo Russiagate, che ha portato alla luce la vicenda.
Intanto ieri si è anche scoperto che un terzo ex collaboratore di Trump, George Papadopoulos, aveva mentito all’Fbi in merito ai rapporti con i dirigenti russi di un professore e per questo gli sarà attribuita una pena.
Manafort e Gates invece, davanti al tribunale federale di Washington, si sono detti non colpevoli e ora sono agli arresti domiciliari in attesa di essere liberati su cauzione.
Il presidente Trump poi è intervenuto per respingere la paura di un nuovo Russiagate, twittando: “Non c’è stata alcuna collusione con i Russi”, giudicando come una caccia alle streghe quella promossa da Mueller e pretendendo che si parli degli imbrogli di Hillary Clinton e dei democratici.
Manafort però sa molto perché ha controllato per mesi la burocrazia dei rapporti di Trump con i russi e presto potrebbe rivelare informazioni scottanti sul caso Russiagate, visto che Mueller è intenzionato a offrirgli una riduzione di pena.