FOGGIA - Vino novello, miele e tartufo: sarà un fine settimana caldo e goloso quello che, sabato 25 e domenica 26 novembre, andrà in scena a Roseto Valfotore. Con “Le Cantine del Borgo”, per due giorni, i visitatori potranno conoscere la bellezza e i sapori di un paese che l’ANCI, l’Associazione Nazionale Comuni d’Italia, ha promosso nel selezionatissimo club de “I Borghi più belli d’Italia”. Dalle ore 10, visite guidate gratuite, mercatini delle tipicità e dell’artigianato, musica e educational tour animeranno il borgo, svelando i tesori enogastronomici, artistici e culturali di Roseto Valfortore. L’evento, che ha avuto già una sua anteprima sabato 11 e domenica 12 novembre riscuotendo grande successo, è organizzato dal Comune di Roseto Valfortore in collaborazione con la Pro Loco e l’Associazione Senza Confini.
LA PIAZZA DEL GUSTO. Assieme al vino novello, si potranno gustare altre tipicità del patrimonio enogastronomico rosetano. Le Cantine del Borgo, infatti, è un evento ideato per promuovere Roseto Valfortore, riconosciuto dall’ANCI nel club de “I Borghi più belli d’Italia”, anche nel periodo autunnale e invernale, quando il paese e i boschi circostanti si vestono di nuovi colori, riempiendosi di profumi caratteristici come l’odore della legna da ardere nei caminetti.
L’APPUNTAMENTO RADDOPPIA. Sabato 25 e domenica 26 novembre Le Cantine del Borgo tornerà con una interessante novità . Oltre ai mercatini, alle visite guidate, alle degustazioni di vino novello e al percorso enogastronomico, si potrà partecipare anche alla dimostrazione di ricerca ed escavazione del Tartufo, con degustazione di pietanze a base di tartufo e vino novello. Domenica 26 novembre, invece, è prevista la visita ai produttori di Miele con degustazioni di pietanze a base del prezioso nettare.
PAESE DEL MIELE E DEL TARTUFO. Roseto Valfotore è conosciuto anche come “il paese del miele e del tartufo”. I suoi boschi e l’ambiente incontaminato che abbracciano il borgo sono condizioni che favoriscono l’habitat migliore per lo sviluppo di una rilevante varietà di specie floreali, oltre che del tartufo. Del resto, il paese deve il suo nome all’abbondanza di rose selvatiche nel suo territorio. Adagiato su uno scosceso pendio della valle del fiume Fortore, il borgo si presenta ben conservato, come un piccolo scrigno di ricordi dell’arte locale degli scalpellini. L’impianto urbanistico è di derivazione medievale e le viuzze si lasciano percorrere passo dopo passo in tranquillità , accogliendo i profumi e gli scorci di verde del vicino bosco Vetruscelli.
LA VISITA AL BORGO. L'opera degli scapellini rosetani rappresenta il patrimonio artistico più importante del paese. Portali, colonne, bassorilievi sono stati realizzati da maestri che per secoli hanno lavorato la pietra della locale cava, situata a sud del borgo. Il territorio è ricco di sorgenti d’acque e zampillanti fontane, di mulini ad acqua, di aree da picnic, di orologi e meridiane. La grande quantità di fiori e il tartufo nero che abbonda nei boschi fanno di Roseto la “città del miele e del tartufo”. Una denominazione di cui questo borgo dell’Appennino Dauno si fa vanto e che contribuisce alla considerazione in cui è tenuta la sua gastronomia, ricca di cibi semplici e genuini, come il pane, che è buonissimo, e i dolci.