di ANTONIO GAZZILLO - In Argentina sale la preoccupazione per il sottomarino San Juan, scomparso da giovedì, e per i quarantaquattro marinai presenti al suo interno.
Nella notte però, il ministro della difesa, Oscar Aguad, aveva acceso una lucina in fondo al tunnel annunciando di aver ricevuto sette tentativi di contatti che potevano provenire dal veicolo in avaria.
Ma tutto ciò però non basta perché non si può affermare con sicurezza che i segnali siano stati lanciati dal sottomarino e che comunque non sono sufficienti per localizzare la sua posizione esatta.
Non si può resistere a lungo intrappolati in un sottomarino a 300 metri di profondità del mare, a causa di un guasto elettrico che ha messo fuori uso l’energia elettrica e quella propulsiva o a causa di un incendio.
Il portavoce della Armada invece ha espresso tutta la sua fiducia: “Sappiamo che l’unità ha un’ampia autonomia di cibo e ossigeno. Siamo ancora nei limiti e i tentativi di stabilire un contatto ci fanno ben sperare. Adesso dobbiamo trovare le coordinate della posizione del San Juan”.
L’area di ricerca però è immensa e le navi dell’Armada stanno operando con difficoltà a causa di onde alte cinque metri e raffiche gelide che arrivano dal Polo.
Ma il salvataggio dei 43 uomini e una donna a bordo del sottomarino deve essere portato a termine anche grazie all’aiuto dei sette paesi che si sono resi disponibili, tra cui Stati Uniti, Gran Bretagna e Brasile.
Anche Papa Francesco ha rivolto una preghiera ai suoi connazionali imprigionati e ha speso parole di conforto per i loro familiari.
Nella notte però, il ministro della difesa, Oscar Aguad, aveva acceso una lucina in fondo al tunnel annunciando di aver ricevuto sette tentativi di contatti che potevano provenire dal veicolo in avaria.
Ma tutto ciò però non basta perché non si può affermare con sicurezza che i segnali siano stati lanciati dal sottomarino e che comunque non sono sufficienti per localizzare la sua posizione esatta.
Non si può resistere a lungo intrappolati in un sottomarino a 300 metri di profondità del mare, a causa di un guasto elettrico che ha messo fuori uso l’energia elettrica e quella propulsiva o a causa di un incendio.
L’area di ricerca però è immensa e le navi dell’Armada stanno operando con difficoltà a causa di onde alte cinque metri e raffiche gelide che arrivano dal Polo.
Ma il salvataggio dei 43 uomini e una donna a bordo del sottomarino deve essere portato a termine anche grazie all’aiuto dei sette paesi che si sono resi disponibili, tra cui Stati Uniti, Gran Bretagna e Brasile.
Anche Papa Francesco ha rivolto una preghiera ai suoi connazionali imprigionati e ha speso parole di conforto per i loro familiari.
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