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“Brucia” ancora la sconfitta al referendum costituzionale del 4 dicembre dell’anno scorso, è stato “un fallimento e una sconfitta” ma “lo rifarei” perchè era nell’interesse del Paese. Il Pd c’è, “nonostante un anno difficile” e “tutto quello che ci hanno fatto nell’ultimo anno siamo ancora qui e siamo più forti” dice il segretario davanti una platea che segna il tutto esaurito in una edizione bollata da qualcuno come “in tono minore” o con pochi “vip”. Ma quello che conta, sottolinea chiaramente anche il ministro Graziano Delrio, sono le “persone comuni, sono loro i veri vip” e grazie a loro “la vittoria è vicina e possibile”.
“Noi non siamo interessati a chiudere nulla, a fare leggi o a censurare, ma tutto questo deve servire a educare per essere responsabili”, evidenzia Renzi. Ora però, invoca, “mettiamoci nella modalità campagna elettorale” e “smettiamola di litigare da mattina a sera”, “dobbiamo essere orgogliosi di quello che siamo”.
“Basta litigare e basta con il congresso permanente” prosegue Renzi, alzando la voce tra gli applausi del popolo della Leopolda. La coalizione? Renzi non nomina mai i big di Mdp, si limita a osservare con una battuta che “la sinistra cambia nemici ogni anno, io sono fuori categoria ma noi non abbiamo nemici”. Che l’accordo con gli ex Pd si faccia o meno Renzi declama che tutti gli alleati avranno “pari dignità” ma chi non ci sta avrà “rispetto” e non “rancore”. La rivalità tra Boschi e Lotti di cui scrivono i giornali? “Conoscendoli è impossibile”, sono solo “polemicucce”.
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