di LUIGI LAGUARAGNELLA - Unire l’arte al commercio si può. Dare un valore professionale a coloro che sono artisti per mestiere è possibile grazie al Mest, la cooperativa di comunità formatasi negli ultimi mesi del 2017 e che da oggi inaugura un portale che raduna la “corte” di imprenditori, di artisti e di utenti.
All’ambizioso progetto di generare l’arte come mestiere hanno aderito quarantacinque imprenditori del quartiere Madonnella, porzione di città sempre incline ai valori della multiculturalità, alla valorizzazione artistica, ad un senso di comunità.
Presso My English School, una delle realtà imprenditoriali che sostengono il Mest, davanti ad artisti come Dario Skepisi, Stefania Dipierro, Luigi Spezzacatene, Manlio Ranieri, Carlo Chicco ha presentato la comunità Mest. Luciana Manco, scrittrice e tra le fondatrici del Mest insieme a Marco Protano (costretto a letto per l’influenza) e altri ha descritto gli obiettivi della comunità di Madonnella: il Mest vuole essere il punto di unione tra l’arte e il commercio; punta a dare espressione a tutti coloro che sono artisti per mestiere o semplicemente desiderano esserlo. All’interno del quartiere esiste un fermento culturale che questa nuova realtà vuole valorizzare. In qualche modo vuole generare un cambiamento sociale partendo dal basso, ripescando l’idea delle “arti e mestieri” del passato sostenuti dalla “corte” e dai “mecenati” che sono gli imprenditori. L’idea del Mest è nata circa tre anni davanti ad un birra tra amici ragionando sulla situazione di molte persone che si reputano artiste, ma hanno smarrito quell’idea di mestiere che li lega alla loro passione e creando nel 2016 il Palco Diffuso, l’evento che ha portato gruppi musicali, scrittori, attori teatrali, pittori e fotografi ad esibirsi all’interno dei negozi.
Rivalutando l’arte come accadeva un tempo (“u mest” in dialetto appunto) questa comunità rende più saldo il principio di identità al territorio, ma soprattutto intende puntare alla condivisione e alla collaborazione. Ciò può avvenire partendo dal portale (www.mestbari.com) , descritto da Antonella Desiati, in cui gli imprenditori avranno visibilità e gli artisti potranno inviare la loro idea progettuale. Attraverso un sistema di tesseramento (circa ottomila le tessere previste), poi, gli utenti possono usufruire di una scontistica nei negozi aderenti di Madonnella. Il Mest parte proprio da questo quartiere, ma tutta la città può essere coinvolta in questa cooperativa di comunità. Il direttore di Legacoop Puglia, Pasquale Ferrante, durante la conferenza stampa, a cui ha partecipato anche Micaela Paparella presidente del I Municipio, ne descrive le caratteristiche: questa forma associativa offre possibilità a tutte quelle persone che non vogliono e non possono uscire dal proprio quartiere; inoltre possiede una forte vocazione territoriale e soprattutto mette al centro la specificità dell’arte restituendone un’anima. La cooperativa di comunità è unica perché parte soprattutto da quello che ogni territorio offre e dispone nella sua specificità e unicità.
Unica proprio come la passione per l’arte che la comunità Mest vuol favorire ponendosi come opportunità di lavoro ed economia alternativa.
All’ambizioso progetto di generare l’arte come mestiere hanno aderito quarantacinque imprenditori del quartiere Madonnella, porzione di città sempre incline ai valori della multiculturalità, alla valorizzazione artistica, ad un senso di comunità.
Presso My English School, una delle realtà imprenditoriali che sostengono il Mest, davanti ad artisti come Dario Skepisi, Stefania Dipierro, Luigi Spezzacatene, Manlio Ranieri, Carlo Chicco ha presentato la comunità Mest. Luciana Manco, scrittrice e tra le fondatrici del Mest insieme a Marco Protano (costretto a letto per l’influenza) e altri ha descritto gli obiettivi della comunità di Madonnella: il Mest vuole essere il punto di unione tra l’arte e il commercio; punta a dare espressione a tutti coloro che sono artisti per mestiere o semplicemente desiderano esserlo. All’interno del quartiere esiste un fermento culturale che questa nuova realtà vuole valorizzare. In qualche modo vuole generare un cambiamento sociale partendo dal basso, ripescando l’idea delle “arti e mestieri” del passato sostenuti dalla “corte” e dai “mecenati” che sono gli imprenditori. L’idea del Mest è nata circa tre anni davanti ad un birra tra amici ragionando sulla situazione di molte persone che si reputano artiste, ma hanno smarrito quell’idea di mestiere che li lega alla loro passione e creando nel 2016 il Palco Diffuso, l’evento che ha portato gruppi musicali, scrittori, attori teatrali, pittori e fotografi ad esibirsi all’interno dei negozi.
Rivalutando l’arte come accadeva un tempo (“u mest” in dialetto appunto) questa comunità rende più saldo il principio di identità al territorio, ma soprattutto intende puntare alla condivisione e alla collaborazione. Ciò può avvenire partendo dal portale (www.mestbari.com) , descritto da Antonella Desiati, in cui gli imprenditori avranno visibilità e gli artisti potranno inviare la loro idea progettuale. Attraverso un sistema di tesseramento (circa ottomila le tessere previste), poi, gli utenti possono usufruire di una scontistica nei negozi aderenti di Madonnella. Il Mest parte proprio da questo quartiere, ma tutta la città può essere coinvolta in questa cooperativa di comunità. Il direttore di Legacoop Puglia, Pasquale Ferrante, durante la conferenza stampa, a cui ha partecipato anche Micaela Paparella presidente del I Municipio, ne descrive le caratteristiche: questa forma associativa offre possibilità a tutte quelle persone che non vogliono e non possono uscire dal proprio quartiere; inoltre possiede una forte vocazione territoriale e soprattutto mette al centro la specificità dell’arte restituendone un’anima. La cooperativa di comunità è unica perché parte soprattutto da quello che ogni territorio offre e dispone nella sua specificità e unicità.
Unica proprio come la passione per l’arte che la comunità Mest vuol favorire ponendosi come opportunità di lavoro ed economia alternativa.
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