di FRANCESCO GRECO - “E’ stata davvero una grande emozione… Mi ha colpito la sua semplicità”. Monsignor Giuseppe Martella aveva scritto a Papa Francesco nel maggio scorso, chiedendo il dono di una visita in occasione del suo 60mo anniversario di ordinazione sacerdotale.
Per il sacerdote di Montesardo (Lecce), il 2017 è stato un anno particolare: ha anche trascorso un mese in Brasile, nelle favelas. Gli hanno risposto a ottobre, comunicando che la “grazia” era stata concessa per giovedì 23 novembre. L’appuntamento era fissato per le 6.30 nella Casa di Santa Marta, con ingresso da piazza del Sant’Uffizio (a due passi dal Cupolone).
Il Papa è apparso alle 7 precise. Nella cappella, fra sacerdoti e laici, c’erano 50 persone, che avevano superato la vigilanza di tre gruppi di guardie svizzere. Il personale della sicurezza aveva verificato la loro identità smarcata su un elenco.
Casula verde (del tempo ordinario), lo stesso colore usato dai sacerdoti che hanno concelebrato col Sommo Pontefice. La messa è durata mezzora.
Alla fine lo scambio di un saluto di qualche minuto: Monsignor Martella ha detto al Santo Padre che veniva dal sud della Puglia, da Finibus Terrae dove c’è il Santuario-Basilica della Madonna di Leuca, ha consegnato una sua lettera, una della sorella, Suor Assunta Martella (della Congregazione delle Suore Vocazioniste) e un libro del Servo di Dio Don Tonino Bello, "Maria donna dei nostri tempi".
Nella lettera Monsignor Martella aveva scritto che “noi del Salento attendiamo una sua visita”. Egli aveva incontrato negli anni passati Benedetto XVI a S. Maria di Leuca (16 giugno 2008) e, in udienza privata, San Giovanni Paolo II, il quale poi sarebbe venuto, ai primi di maggio del 1980, a Otranto per i 500 anni degli Ottocento Martiri.
Giorni fa a Suor Assunta è giunta una telefonata da parte di uno degli addetti alla corrispondenza del Papa, che ha ringraziato per la lettera. Emozionata e sorpresa, al suo interlocutore la religiosa ha domandato se il Papa sarebbe venuto in primavera, per i 25 anni del “dies natalis” di Monsignor Bello Vescovo di Molfetta, Ruvo di Puglia, Giovinazzo e Terlizzi. “Tutto è possibile…”, è stata la risposta.
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