di VITTORIO POLITO - L’hobby o passatempo è una occupazione, solitamente non molto impegnativa, finalizzata a trascorrere piacevolmente alcune ore della nostra vita. Di questa passione sono affetti anche i “grandi” e tra essi i Papi.
Negli austeri Palazzi Vaticani le figure sacrali dei Papi si umanizzano rivelando anche lati umoristici, a volte curiosi, ma sempre interessanti e, nonostante il limitatissimo tempo libero di cui dispongono per i numerosi impegni religiosi, diplomatici e sociali, riescono a trovare anche momenti di distensione per dedicarsi ai loro passatempi preferiti.
Qualche lustro fa è stato pubblicato il volume di Anonymus “Anche in Vaticano…” (Editrice Ancora), contenente una raccolta di aneddoti, curiosità e hobby su Papi e ambienti ecclesiali del ventesimo secolo. Molti episodi sono pervenuti dalla viva voce di alcuni Monsignori e Prelati romani, molti altri sono stati “trasmessi” verbalmente con una buona dose di fantasia, molte volte sconfinata nella leggenda o nel mito. I Papi e i loro ambienti sono visti nel loro aspetto quotidiano, da cui non è estraneo il lato umoristico che rende i personaggi “ufficiali” più umani e simpatici, insomma il lato sconosciuto del Vaticano. Vediamone qualcuno in dettaglio.
Leone XIII (Gioacchino Pecci), era patito per il latino ma anche per le passeggiate e la caccia, hobby quest’ultimo che mantenne anche nei primi anni di pontificato, al punto che aveva fatto mettere nei Giardini Vaticani un roccolo per il richiamo degli uccelli. C’è da dire che gli uccelli una volta presi venivano liberati dallo stesso Pontefice. In occasione di una visita di un Cardinale americano, questi, considerata l’età avanzata del Papa (92 anni), nel salutarlo disse: “Dato che non ci vedremo più su questa terra, Santità, addio…”, al che Leone replicò, “Eccellenza, ha forse un brutto male?”.
Pio X (Giuseppe Sarto), quando qualcuno gli chiedeva: “Come sta Vostra Santità”, rispondeva “Da Papa”. Pio X dette notevole impulso alla musica sacra e alla liturgia dispose la compilazione del Codice Canonico, riordinò la Curia Romana e, riformò dopo tre secoli, la Costituzione Apostolica.
Benedetto XV (Giacomo Della Chiesa), si dilettava di araldica ed era puntualissimo, al punto che alle persone care regalava orologi dicendo «Tieni, così non avrai più scuse per arrivare in ritardo». Pio XI (Achille Ratti) che era “lento nel parlare e rapido nell’agire”, aveva, secondo Confucio (I colloqui, IV, 24), due qualità proprie di un vero signore. Fu anche esperto alpinista. Pio XII (Eugenio Pacelli), coltivava l’hobby della ornitologia, in particolare dei canarini, al punto che quando morivano li faceva imbalsamare. La biblioteca privata di Pio XII, invece, aveva una quantità enorme di libri, tanto che si dovette rinforzare il pavimento con ulteriori travi e Sua Santità ripeteva sempre che “I libri danno le idee per parlare”. Inoltre è stato il primo Papa in assoluto ad utilizzare il telefono per dare ordini o direttive e gradiva andare in macchina ad alta velocità. Pio IX (Giovanni Maria Mastai Ferretti), si dedicava alle sciarade senza trascurare i sigari ed i tarocchi, lasciando perplesso lo stesso Pio XII al momento di avviare il processo di canonizzazione.
Giovanni XXIII (Angelo Giuseppe Roncalli), il Papa buono, il parroco del mondo, che aveva sempre “una parola di comunione e di speranza per tutti”, era solito uscire dal Vaticano per recarsi in visita ai malati, ai carcerati, alle Parrocchie romane e per recarsi ai Santuari di Assisi e di Loreto. I romani lo chiamavano bonariamente “San Giovanni fuori le mura” ed alcuni, in riferimento all’etichetta di un noto ‘whisky’ lo soprannominarono ‘Johnny Walker’ (Giovanni il Camminatore), poiché ‘walk’ in inglese significa camminare.
Paolo VI (Giovanni Battista Montini), quando era monsignore in Vaticano, era considerato “la persona meno socievole del mondo”. Era un formidabile lettore di libri ed aveva un grande attaccamento alla letteratura francese, anche non cattolica. Usava un linguaggio moderno, scarno, scultoreo, sintetico, simile a quello di Cesare, di Sant’Agostino e di Hemingway. Non concedeva nulla al superfluo, giusta il detto di Michelangelo, del quale il Pontefice fu un grande estimatore: “L’arte sta nel togliere”, o quello di un letterato russo che sosteneva che “Per scrivere bene bisogna badare più a quello che non si deve dire che a quello che si dice”.
Giovanni Paolo I (Albino Luciani), il cui pontificato durò solo 33 giorni per l’improvvisa morte, dette adito a ipotesi di complotti che avrebbero coinvolto sia prelati della Curia, sia torbidi personaggi esterni. Pare si sia trattato solo di fantapolitica e di invenzione di certi scrittori. La mattina, quando si alzava, continuò una sua vecchia abitudine, apriva da sé le finestre della stanza da letto e dello studio che lasciava aperte per far entrare l’aria ed il sole. Nei suoi momenti di libertà si dedicava al gioco delle bocce.
Giovanni Paolo II (Karol Wojtyla), primo Papa non italiano che ha contribuito indirettamente al crollo del comunismo, quando espresse il desiderio di farsi costruire una piscina a Castelgandolfo, qualcuno criticò l’iniziativa sostenendo che erano soldi sprecati. Si racconta che Sua Santità così commentò: “Sempre meno di quelli necessari per l’elezione di un nuovo Papa” (anche perché la piscina è a disposizione anche del personale di servizio). È nota anche la sua passione per lo sci e la montagna. Molti ricorderanno l’episodio che lo vide impegnato nella “storica” gita con il nostro Presidente della Repubblica Sandro Pertini.
Del Pontefice Benedetto XVI (Joseph Ratzinger), uomo timido e riservato, si sa che è amante del tè e si narra che quando un professore gli stava versando del caffè in una tazza, disse sorridente: «Nein, danke, no grazie, io sono un teista». Si sa, inoltre, che ha la passione per i gatti, per la musica e suona il pianoforte. Questi per sommi capi alcuni degli hobby e curiosità dei nostri Pontefici.
E gli hobby di Papa Francesco (Jorge Mario Bergoglio), primo Papa argentino, quali sono? L’ultimo successore di Pietro è un rinomato tifoso del San Lorenzo, club argentino di grande prestigio e pare che anche qui nella capitale segua con interesse le vicende sportive. L’esperto di calcio sudamericano, Stefano Borghi, ha confermato la passione per il mondo del pallone: “Come tutti gli argentini immagino che il Papa ami il football fortemente”. Alcune foto lo ritraggono allo stadio del San Lorenzo. Dicono che vada matto per il calciatore argentino Erik Manuel Lamela, e ciò conferma che è molto competente di calcio. Si dice che cucina da solo e va a letto alle 9,30 per alzarsi alle 4,30. Durante il conclave del 2005 aveva rischiato di essere eletto, grazie al supporto del Cardinal Martini, pare però che si mostrò così atterrito dall’idea del peso che gli sarebbe caduto addosso da convincere i più a lasciar perdere. Infine, porta sempre con sé due cose, un rosario e un piccolo libretto rosso con le quattordici stazioni della via dolorosa intarsiate, “Con queste due cose - dice - mi regolo come posso, ma grazie a queste due cose non perdo la speranza”. Una sorta di storia minore dei Papi che si svolge negli austeri Palazzi Apostolici.
E, per finire, un aneddoto di J.W. Goethe (da Viaggio in Italia): «Il defunto Cardinale Albani era ad una di quelle feste romane tanto pittoresche, in cui nobili e popolo si ritrovano insieme. Uno dei presenti, un ragazzotto, iniziò a parlottare alle spalle dei Cardinali presenti, ripetendo in continuazione - Gnaja! Gnaja! - che suona pressappoco: Canaglia! Canaglia! Il Cardinale Albani, udendolo, si voltò verso i confratelli e disse: “Quello ci conosce bene”».
Negli austeri Palazzi Vaticani le figure sacrali dei Papi si umanizzano rivelando anche lati umoristici, a volte curiosi, ma sempre interessanti e, nonostante il limitatissimo tempo libero di cui dispongono per i numerosi impegni religiosi, diplomatici e sociali, riescono a trovare anche momenti di distensione per dedicarsi ai loro passatempi preferiti.
Qualche lustro fa è stato pubblicato il volume di Anonymus “Anche in Vaticano…” (Editrice Ancora), contenente una raccolta di aneddoti, curiosità e hobby su Papi e ambienti ecclesiali del ventesimo secolo. Molti episodi sono pervenuti dalla viva voce di alcuni Monsignori e Prelati romani, molti altri sono stati “trasmessi” verbalmente con una buona dose di fantasia, molte volte sconfinata nella leggenda o nel mito. I Papi e i loro ambienti sono visti nel loro aspetto quotidiano, da cui non è estraneo il lato umoristico che rende i personaggi “ufficiali” più umani e simpatici, insomma il lato sconosciuto del Vaticano. Vediamone qualcuno in dettaglio.
Leone XIII (Gioacchino Pecci), era patito per il latino ma anche per le passeggiate e la caccia, hobby quest’ultimo che mantenne anche nei primi anni di pontificato, al punto che aveva fatto mettere nei Giardini Vaticani un roccolo per il richiamo degli uccelli. C’è da dire che gli uccelli una volta presi venivano liberati dallo stesso Pontefice. In occasione di una visita di un Cardinale americano, questi, considerata l’età avanzata del Papa (92 anni), nel salutarlo disse: “Dato che non ci vedremo più su questa terra, Santità, addio…”, al che Leone replicò, “Eccellenza, ha forse un brutto male?”.
Pio X (Giuseppe Sarto), quando qualcuno gli chiedeva: “Come sta Vostra Santità”, rispondeva “Da Papa”. Pio X dette notevole impulso alla musica sacra e alla liturgia dispose la compilazione del Codice Canonico, riordinò la Curia Romana e, riformò dopo tre secoli, la Costituzione Apostolica.
Benedetto XV (Giacomo Della Chiesa), si dilettava di araldica ed era puntualissimo, al punto che alle persone care regalava orologi dicendo «Tieni, così non avrai più scuse per arrivare in ritardo». Pio XI (Achille Ratti) che era “lento nel parlare e rapido nell’agire”, aveva, secondo Confucio (I colloqui, IV, 24), due qualità proprie di un vero signore. Fu anche esperto alpinista. Pio XII (Eugenio Pacelli), coltivava l’hobby della ornitologia, in particolare dei canarini, al punto che quando morivano li faceva imbalsamare. La biblioteca privata di Pio XII, invece, aveva una quantità enorme di libri, tanto che si dovette rinforzare il pavimento con ulteriori travi e Sua Santità ripeteva sempre che “I libri danno le idee per parlare”. Inoltre è stato il primo Papa in assoluto ad utilizzare il telefono per dare ordini o direttive e gradiva andare in macchina ad alta velocità. Pio IX (Giovanni Maria Mastai Ferretti), si dedicava alle sciarade senza trascurare i sigari ed i tarocchi, lasciando perplesso lo stesso Pio XII al momento di avviare il processo di canonizzazione.
Giovanni XXIII (Angelo Giuseppe Roncalli), il Papa buono, il parroco del mondo, che aveva sempre “una parola di comunione e di speranza per tutti”, era solito uscire dal Vaticano per recarsi in visita ai malati, ai carcerati, alle Parrocchie romane e per recarsi ai Santuari di Assisi e di Loreto. I romani lo chiamavano bonariamente “San Giovanni fuori le mura” ed alcuni, in riferimento all’etichetta di un noto ‘whisky’ lo soprannominarono ‘Johnny Walker’ (Giovanni il Camminatore), poiché ‘walk’ in inglese significa camminare.
Paolo VI (Giovanni Battista Montini), quando era monsignore in Vaticano, era considerato “la persona meno socievole del mondo”. Era un formidabile lettore di libri ed aveva un grande attaccamento alla letteratura francese, anche non cattolica. Usava un linguaggio moderno, scarno, scultoreo, sintetico, simile a quello di Cesare, di Sant’Agostino e di Hemingway. Non concedeva nulla al superfluo, giusta il detto di Michelangelo, del quale il Pontefice fu un grande estimatore: “L’arte sta nel togliere”, o quello di un letterato russo che sosteneva che “Per scrivere bene bisogna badare più a quello che non si deve dire che a quello che si dice”.
Giovanni Paolo I (Albino Luciani), il cui pontificato durò solo 33 giorni per l’improvvisa morte, dette adito a ipotesi di complotti che avrebbero coinvolto sia prelati della Curia, sia torbidi personaggi esterni. Pare si sia trattato solo di fantapolitica e di invenzione di certi scrittori. La mattina, quando si alzava, continuò una sua vecchia abitudine, apriva da sé le finestre della stanza da letto e dello studio che lasciava aperte per far entrare l’aria ed il sole. Nei suoi momenti di libertà si dedicava al gioco delle bocce.
Giovanni Paolo II (Karol Wojtyla), primo Papa non italiano che ha contribuito indirettamente al crollo del comunismo, quando espresse il desiderio di farsi costruire una piscina a Castelgandolfo, qualcuno criticò l’iniziativa sostenendo che erano soldi sprecati. Si racconta che Sua Santità così commentò: “Sempre meno di quelli necessari per l’elezione di un nuovo Papa” (anche perché la piscina è a disposizione anche del personale di servizio). È nota anche la sua passione per lo sci e la montagna. Molti ricorderanno l’episodio che lo vide impegnato nella “storica” gita con il nostro Presidente della Repubblica Sandro Pertini.
Del Pontefice Benedetto XVI (Joseph Ratzinger), uomo timido e riservato, si sa che è amante del tè e si narra che quando un professore gli stava versando del caffè in una tazza, disse sorridente: «Nein, danke, no grazie, io sono un teista». Si sa, inoltre, che ha la passione per i gatti, per la musica e suona il pianoforte. Questi per sommi capi alcuni degli hobby e curiosità dei nostri Pontefici.
E gli hobby di Papa Francesco (Jorge Mario Bergoglio), primo Papa argentino, quali sono? L’ultimo successore di Pietro è un rinomato tifoso del San Lorenzo, club argentino di grande prestigio e pare che anche qui nella capitale segua con interesse le vicende sportive. L’esperto di calcio sudamericano, Stefano Borghi, ha confermato la passione per il mondo del pallone: “Come tutti gli argentini immagino che il Papa ami il football fortemente”. Alcune foto lo ritraggono allo stadio del San Lorenzo. Dicono che vada matto per il calciatore argentino Erik Manuel Lamela, e ciò conferma che è molto competente di calcio. Si dice che cucina da solo e va a letto alle 9,30 per alzarsi alle 4,30. Durante il conclave del 2005 aveva rischiato di essere eletto, grazie al supporto del Cardinal Martini, pare però che si mostrò così atterrito dall’idea del peso che gli sarebbe caduto addosso da convincere i più a lasciar perdere. Infine, porta sempre con sé due cose, un rosario e un piccolo libretto rosso con le quattordici stazioni della via dolorosa intarsiate, “Con queste due cose - dice - mi regolo come posso, ma grazie a queste due cose non perdo la speranza”. Una sorta di storia minore dei Papi che si svolge negli austeri Palazzi Apostolici.
E, per finire, un aneddoto di J.W. Goethe (da Viaggio in Italia): «Il defunto Cardinale Albani era ad una di quelle feste romane tanto pittoresche, in cui nobili e popolo si ritrovano insieme. Uno dei presenti, un ragazzotto, iniziò a parlottare alle spalle dei Cardinali presenti, ripetendo in continuazione - Gnaja! Gnaja! - che suona pressappoco: Canaglia! Canaglia! Il Cardinale Albani, udendolo, si voltò verso i confratelli e disse: “Quello ci conosce bene”».
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