Il Presepe e la Natività tra Oriente, Occidente e Puglia

di VITTORIO POLITO - Il presepe (o presepio) è quella rappresentazione della nascita di Gesù che si fa nelle chiese, nelle case o sui sagrati durante le feste natalizie e che riproduce scenicamente la Natività e l’Adorazione dei Magi.

Il termine, dalla voce del basso latino “cripia”, è traducibile egualmente come mangiatoia, da cui derivano i termini “crechè”, “crib”, “krippe”, “krubba”, “pesebre”, “kerststal” “presépio”, che indicano il Presepio rispettivamente nelle lingue francese, inglese, tedesco, svedese, spagnolo, olandese e portoghese. Allo stesso modo, in Polonia si parla di “szopka” e in Russia di “wertep”, termini aventi sempre il significato di greppia.

L’Enciclopedia dello Spettacolo definisce il Presepio come la rappresentazione plastica, tridimensionale della nascita di Gesù, realizzata con figure mobili spostabili secondo il senso artistico del costruttore. Insomma il presepio è come un teatro in quanto, analogamente a quest’ultimo, è teso a rendere attuale e reale un avvenimento remoto nel tempo e nello spazio.

Non si può parlare di presepi senza fare riferimento ad una data, il Natale del 1223, quando San Francesco d’Assisi ebbe per primo l’idea di realizzarlo a Greccio (Rieti). San Francesco con l’intento di ricreare la mistica atmosfera del Natale di Betlemme e per vedere con i propri occhi dove nacque Gesù, con l’aiuto della popolazione del luogo, approntò, con l’autorizzazione di Papa Onorio III, il primo presepe vivente del mondo. Se il miracolo francescano può essere considerato un passaggio rinforzante nella tradizione giunta fino a noi, di fatto il presepio non ha una precisa “data di nascita”, in quanto si è formato nei secoli attraverso usi e forme diverse, nella pittura e nella scultura delle chiese, nelle sacre raffigurazioni.

Per aver notizie certe, fondate su documenti probanti circa l’esistenza di Presepi a Roma, bisognerà attendere quasi tre secoli e precisamente il 1581, quando il francescano spagnolo Juan Francisco Nuno, che aveva avuto l’incarico di condurre una ricerca sui conventi romani, riferisce come il Presepio venisse regolarmente allestito nei monasteri e nelle chiese e, come soprattutto quello dell’Aracœli, richiamasse una gran folla di fedeli, con la statua del Santo Bambino intagliata, secondo la tradizione, da un anonimo frate francescano, in un tronco di ulivo del Getsemani.

La prima aria di Natale si avverte il giorno di San Nicola quando la mattina, molto presto, i fedeli si recano ad ascoltare la Santa Messa in Basilica, ed in chiesa si suonava la “ninna nanna”. Gli zampognari, provenienti dall’Abruzzo e dal Molise, eseguivano per le strade note nenie natalizie creando un clima di tenerezza che esaltava i valori autentici della famiglia, oltre che per strappare qualche spicciolo ai passanti.

Sono gli evangelisti Luca e Matteo per primi a descrivere la Natività. Nei loro brani c’è già tutta la sacra rappresentazione che a partire dal medioevo prenderà il nome latino di ‘praesepium’, ovvero recinto chiuso, greppia, mangiatoia. Luca nel suo vangelo riporta che Gesù è nato «in una mangiatoia perché non c’era per essi posto nell’albergo».

E in Puglia quando è nato il Presepe? Le più antiche testimonianze risalgono alla seconda metà del Quattrocento, come ricorda Clara Gelao nel volume “Il Presepe Pugliese - Arte e Folklore” (Adda Editore), mentre un notevole sviluppo si ebbe nel Cinquecento. Ma quello che è rimasto è solo una parte di quello che testimonianze storiche, orali e documentarie dimostrano. Si sa che nella Cattedrale di Cerignola esisteva un presepe che servì da modello per quello di Matera, distrutto poi nel Settecento, e così pure nella chiesa di Sant’Andrea a Barletta e in quella di Santa Maria dei Martiri a Molfetta.

Nel secolo XVI pare che la scultura presepiale in pietra raggiunge la massima affermazione a cui segue un lento declino per riprendersi in seguito, con forme differenti e con l’influenza dei presepi napoletani in cartapesta o terracotta. Grottaglie, Polignano a Mare e Martina Franca conservano importanti presepi realizzati da Stefano Putignano, lo scultore più fortemente plastico.

Un raffinato presepe può considerarsi quello esistente nella Cattedrale di Lecce, mentre il più antico presepe presente nel territorio regionale è quello conservato nella Chiesa di Santa Caterina d’Alessandria a Galatina in provincia di Lecce.

Esclusivamente leccese è anche l’arte autenticamente popolare della cartapesta. La cartapesta è composta da carta ricavata da stracci senza cellulosa, ridotta in poltiglia e mescolata con colla di farina e quindi bollita in acqua con aggiunta di sostanze insetticide per impedirne la tarlatura. La sostanza così ottenuta viene disposta a strati, quindi modellata unicamente a mano e perfezionata con ferri roventi, una fase chiamata ‘fuocheggiatura’. La statua realizzata viene fatta essiccare e quindi dipinta.

Alla fine del secolo XVI erano i barbieri che, per incrementare i loro scarsi guadagni, lavoravano la cartapesta, così ogni bottega di barbiere diventava laboratorio di statuine che venivano poi vendute alla Fiera dei Pupi e dei Pastori, fiera che si svolge a Lecce ancora oggi nel giorno di Santa Lucia.

Bianca Tragni, coautrice del volume sopra citato, scrive che la tradizione presepiale pugliese impallidisce di fronte alla grande tradizione folklorica del Salento e di Lecce. «Il presepe - scrive sempre Bianca Tragni - è più che un rito o un abitudine: è una passione inestinguibile, un amore sconfinato, un tarlo roditore, un virus contagioso, un gene in più di questa razza speciale di meridionali di razza che sono i leccesi».

Mariagraziella Belloli, nel simpatico tascabile della Stilo Editrice “Il Presepe tra Oriente e Occidente”, scrive che il Presepe fra Oriente e Occidente, è una tradizione che con quella di San Nicola è certamente la più emozionante e commovente. È il caso di ricordare che Gesù è nato al centro del Vicino Oriente sotto la dominazione dell’Impero romano d’Occidente e si ipotizza che la visita dei Magi, provenienti dal lontano Oriente, abbiano contribuito a legare in maniera indissolubile i due mondi.

In sostanza il Presepe e la Natività inducono stupore e meraviglia e inducono ad un antico atto di fede che giunge al cuore con un messaggio di pace e amore.