BARI - «In questo momento miliardi di cellule tumorali lottano per la loro fame di esistenza e miliardi di cellule sane cercano di difendersi, molecole si scontrano, corpi reagiscono, si preparano stanze operatorie, bisturi incidono, separano, il sangue fluisce. Centinaia di cuori battono, tamburi tribali di una battaglia campale nella quale la resa equivale alla morte».
Avere a che fare con la malattia oncologica è, per molte donne, una battaglia che può durare mesi o anni. Eppure esiste una formula che fa svanire i mostri: raccontarsi e raccontare la propria vita, pur se lontana dall’essere in rima perfetta. L’ha sperimentata Niky D’Attoma, insieme alle protagoniste del suo ultimo lavoro dal titolo “Io sono un’amazzone”: un libro frutto di ricerche, incontri e interviste, un romanzo immersivo in cui i confini tra biografia e fiction sono infranti.
Il futuro potrebbe non promettere niente. Il presente langue. L’unico ricordo meno feroce? Forse, il passato. Eppure le tre tappe della vita sono segnate da una sagoma comune: l’amazzone. Sono guerriere indomite e irriducibili le protagoniste del libro che sarà presentato lunedì 18 dicembre alle 17.30 nella sala convegni del “Giovanni Paolo II”; storie di sussurri che diventano singhiozzi nei reparti dell’Istituto tumori di Bari e negli omologhi di Roma e Milano; un fiume di parole bisbigliate e di sorrisi che talvolta si accendono. Sentimenti in cui si identificano molte figure femminili, perché forti e coraggiose devono essere le donne che affrontano la patologia oncologica.
Niky D’Attoma, studente in Medicina e con diverse pubblicazioni di narrativa e saggistica all’attivo, scrive di persone che si riscoprono felici, innamorate e salve perché «raccontare storie fa bene anche quando fanno male». Del resto, si è “amazzone” quando non si permette alla malattia di abbattersi sulla voglia di lottare e vivere. «Ãˆ questo ciò che voglio raccontare. Questa unicità che si rinnova, si moltiplica ogni giorno, questo fiorire incontrollabile di storie, ognuna con il suo ritmico alternarsi di luce e ombra», continua D’Attoma.
Durante la presentazione del 18 dicembre, in cui l’autore dialogherà con la giornalista Annamaria Ferretti, l’attore e regista Pasquale D’Attoma leggerà al pubblico alcuni brani del romanzo, assieme alla giovane Giulia Negro. L’evento rientra nelle attività di “umanizzazione” delle giornate dei pazienti, organizzate dall’associazione di Ui together che si occupa di volontariato per le pazienti oncologiche dell’Istituto.
Avere a che fare con la malattia oncologica è, per molte donne, una battaglia che può durare mesi o anni. Eppure esiste una formula che fa svanire i mostri: raccontarsi e raccontare la propria vita, pur se lontana dall’essere in rima perfetta. L’ha sperimentata Niky D’Attoma, insieme alle protagoniste del suo ultimo lavoro dal titolo “Io sono un’amazzone”: un libro frutto di ricerche, incontri e interviste, un romanzo immersivo in cui i confini tra biografia e fiction sono infranti.
Il futuro potrebbe non promettere niente. Il presente langue. L’unico ricordo meno feroce? Forse, il passato. Eppure le tre tappe della vita sono segnate da una sagoma comune: l’amazzone. Sono guerriere indomite e irriducibili le protagoniste del libro che sarà presentato lunedì 18 dicembre alle 17.30 nella sala convegni del “Giovanni Paolo II”; storie di sussurri che diventano singhiozzi nei reparti dell’Istituto tumori di Bari e negli omologhi di Roma e Milano; un fiume di parole bisbigliate e di sorrisi che talvolta si accendono. Sentimenti in cui si identificano molte figure femminili, perché forti e coraggiose devono essere le donne che affrontano la patologia oncologica.
Niky D’Attoma, studente in Medicina e con diverse pubblicazioni di narrativa e saggistica all’attivo, scrive di persone che si riscoprono felici, innamorate e salve perché «raccontare storie fa bene anche quando fanno male». Del resto, si è “amazzone” quando non si permette alla malattia di abbattersi sulla voglia di lottare e vivere. «Ãˆ questo ciò che voglio raccontare. Questa unicità che si rinnova, si moltiplica ogni giorno, questo fiorire incontrollabile di storie, ognuna con il suo ritmico alternarsi di luce e ombra», continua D’Attoma.
Durante la presentazione del 18 dicembre, in cui l’autore dialogherà con la giornalista Annamaria Ferretti, l’attore e regista Pasquale D’Attoma leggerà al pubblico alcuni brani del romanzo, assieme alla giovane Giulia Negro. L’evento rientra nelle attività di “umanizzazione” delle giornate dei pazienti, organizzate dall’associazione di Ui together che si occupa di volontariato per le pazienti oncologiche dell’Istituto.
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