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Intanto si indaga sulle cause dell'accaduto. Il fuoco, divampato subito dopo la detonazione, è stato spento. Il luogo dell'esplosione è lo stabilimento di stoccaggio di gas naturale importato maggiore del Paese.
"Esprimo il mio cordoglio ai familiari della vittima e vicinanza a tutte le persone ferite. Purtroppo si tratta di un incidente che dimostra quanto simili infrastrutture possano rivelarsi delle vere e proprie bombe ad orologeria, causando danni irreversibili per le persone e per l'ambiente circostante. Un'altra ragione, l'ennesima a questo punto, per ribadire la nostra profonda contrarietà a Tap, perché quello che è accaduto oggi in Austria non si verifichi anche da noi", conclude Donno.
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La circostanza dimostra che l’impianto in costruzione a Melendugno ha profili di pericolosità simili all’impianto austriaco e non si tratta affatto di un semplice tubo che passa sotto una spiaggia.
Si tratta di un vero e proprio impianto industriale per la decompressione di gas e che costituisce lavorazione di sostanze pericolose.
Nel PRT di Melendugno saranno presenti sostanze pericolose all'interno di uno o più impianti, comprese le attività comuni o connesse, che rientrano nella previsione del co.1 art. 1 lett a) D.Lgs. 334/99 e s.m.i. - cc.dd. direttive Seveso, come dimostrabile dai diagrammi di stato dei fluidi trattati.
Infatti, nel caso 'TAP' , è previsto che in una prima fase transiteranno dal PRT 10 miliardi di mc/anno di gas, misura che sarà raddoppiata negli anni successivi.
Il tutto purtroppo sta avvenendo in assenza di una valutazione tecnico quantitativa degli scenari incidentali, delle aree di danno derivanti, dei quantitativi di sostanze potenzialmente rilasciate o comunque presenti negli 'hold up' al PRT, degli scenari di emergenza valutati e concretamente pianificati, a causa della mancata applicazione delle Direttive Seveso.
Eppure l’applicazione di tali direttive è stata richiesta dalla Regione Puglia nel corso della istruttoria tecnica e negata dal Ministero dell’Interno unitamente al Ministero dell’Ambiente e al Ministero dello Sviluppo Economico che hanno vicecersa ritenuto di escludere l'opera TAP ed il suo PRT dalle verifiche tecnico istruttorie disposte dalle direttive Seveso, dopo aver escluso la stessa Regione Puglia e il Comitato Tecnico Regionale Prevenzione Incendi, (organi competenti per territorio alle verifiche preventive in materia di incidenti rilevanti), dalle procedure amministrative di cui al D.Lgs. 238/2005.
Fatto questo che ha comportato il ricorso amministrativo da parte della Regione Puglia, che purtroppo ha dato ragione alle amministrazioni centrali.
I fatti accaduti in Austria però hanno dimostrato che le preoccupazioni della Regione Puglia hanno un fondamento evidente che ci obbligherà nei prossimi giorni a sottoporre alla Procura della Repubblica competente un esposto che mira a salvaguardare l’incolumità pubblica dalla incosciente decisione del Governo di ritenere non assoggettabile alle direttive Seveso l’impianto TAP.
E di incoscienza collettiva evidentemente si tratta se è vero che il Ministro Calenda dalle notizie della vittima e dei 21 feriti in Austria trae lo spunto solo per ribadire che il TAP è necessario proprio per sopperire alla temporanea carenza di gas distribuita nel Nord Europa ove dovessero ripetersi incidenti analoghi a quello accaduto oggi.
Si tratta con ogni evidenza di un caso di strabismo politico e di disumanizzazione delle pubbliche funzioni.
Calenda di fronte all’esplosione della cucina del vicino simile a quella che sta per realizzare a casa sua, si limita a dire che è necessaria perchè quella del vicino è esplosa ed è momentaneamente inservibile.
Un ministro si dovrebbe preoccupare prima delle persone e della loro salute e sicurezza e poi del resto.
È necessario dunque che il progetto rispetti tutti i requisiti di sicurezza previsti dalle Direttive Seveso non essendo stata analizzata preventivamene la sua pericolosità intriseca, tanto da ritenerne superabile la relativa valutazione da parte degli organi tecnici preposti.
Chiedo pertanto al Presidente del Consiglio Gentiloni, a tutela della salute pubblica, che sul gasdotto TAP venga aperta l'istruttoria tecnica di cui all'art. 6 ovvero 8 del citato Decreto legislativo 334/1999 e successivo 238/2005 e che si accerti quindi la compatibilità territoriale dell'intero intervento, del suo PRT e di tutti i 50 km di rete distribuzione gas fino al nodo di Mesagne.
Lo richiede la legge, lo pretende il buon senso, lo esige il rispetto della vita umana, tanto più che si insiste a far transitare il gasdotto sotto una spiaggia gremita di bagnanti per quattro mesi all’anno".
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