ROMA - Nel 2017 le imprese hanno evaso imponibile per 93,2 miliardi di euro: un dato in calo di 6 miliardi rispetto all'anno precedente ma comunque sempre considerevole. A certificarlo è l'ufficio studi della Cgia di Mestre, secondo il quale l'incidenza dell'evasione attribuibile alle aziende sul totale del valore aggiunto prodotto dall'economia non osservata (207,5 miliardi) è pari al 44,9 per cento.
Un altro 37,3 per cento dell'evasione è riconducibile al lavoro irregolare (pari a un valore aggiunto di 77,4 miliardi) e, infine, un ulteriore 17,8 per cento è ascrivibile alle attività illegali e agli affitti in nero (36,9 miliardi).
Nella quota strettamente in capo alle aziende, il macro settore con la maggiore propensione all'evasione è quello dei servizi professionali (attività legali e di contabilità , attività di direzione aziendale e di consulenza gestionale, studi di architettura e di ingegneria, collaudi e analisi tecniche, altre attività professionali, scientifiche e tecniche e servizi veterinari). Segue la percentuale riferita al commercio all'ingrosso e al dettaglio, trasporti, alloggi e ristorazione (12,8) e quella riferita alle costruzioni (12,3).
Un altro 37,3 per cento dell'evasione è riconducibile al lavoro irregolare (pari a un valore aggiunto di 77,4 miliardi) e, infine, un ulteriore 17,8 per cento è ascrivibile alle attività illegali e agli affitti in nero (36,9 miliardi).
Nella quota strettamente in capo alle aziende, il macro settore con la maggiore propensione all'evasione è quello dei servizi professionali (attività legali e di contabilità , attività di direzione aziendale e di consulenza gestionale, studi di architettura e di ingegneria, collaudi e analisi tecniche, altre attività professionali, scientifiche e tecniche e servizi veterinari). Segue la percentuale riferita al commercio all'ingrosso e al dettaglio, trasporti, alloggi e ristorazione (12,8) e quella riferita alle costruzioni (12,3).
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Economia