Coordinata da Michele Presutto, ricercatore con lunghi periodi di studio trascorsi negli Stati Uniti e Messico, la rivista ‘Frontiere’ propone i testi raccolti nella tavola rotonda realizzata novant’anni dopo l’esecuzione di Sacco e Vanzetti e che ha visto partecipare il noto scrittore Luigi Botta - sensazionali alcune sue rivelazioni, dovute anche all’amicizia instaurata con Vincenzina Vanzetti - e il sociologo Salvatore Salerno, curatore del frizzante volume ‘Gli italiani sono bianchi? Come l’America ha costruito la razza’ (Il Saggiatore, 2006). Faceva parte del gruppo di studiosi anche la professoressa Marcella Bencivenni, che insegnando e vivendo a New York, ci ha regalato una puntuale precisazione che mi piace riprodurre: ‘Storicamente parlando, l’idea degli Stati Uniti come ‘nazione di immigrati’ non è affatto retorica… Purtroppo però l’intolleranza e soprattutto il razzismo sono ancora abbastanza diffusi negli stati del sud e del midwest. Come molti giornalisti hanno sottolineato stiamo assistendo ad una polarizzazione sempre più netta dal punto di vista geografico e politico degli Stati Uniti, una spaccatura che è sempre esistita ma che si è intensificata negli ultimi anni per via della recessione economica e della retorica di conservatori come Trump’ . Non certo per rispetto per le quote ‘rosa’ ho citato questo breve passo, ma perché ci possa far capire come a volte noi chiamiamo destino quello che, alcune mani o menti ‘ambiziose’, manipolano sotto i nostri occhi.
Toccante ed originale il ricordo che Giuseppe Massara dedica a Fernanda Pivano: ci conferma la passione della scrittrice per l’America e ci rivela che fosse stata compagna di classe con Primo Levi e che raccolse una delle ultime telefonate di Cesare Pavese, prima che decidesse di ‘andare via’. Non condivido l’ottimismo con cui la Pivano, in una famosa intervista del 1987, testimoniava che i giovani continuavano ad acquistare la sua traduzione di ‘Spoon River’ quando erano innamorati… penso che gli acquirenti fossero coloro che si avvicinavano alle quaranta primavere nel 1987 e che cercavano di ritrovare quei sentimenti che pur avevano conosciuto e che erano stati calpestati dalla ‘durezza’ della vita.
Il direttore di ‘Frontiere’ Sergio D’Amaro - prolifico autore di libri notevoli, ma che mi piace ricordare per il capolavoro scritto con Gigliola De Donato dal titolo ‘Un torinese del Sud: Carlo Levi. Una biografia’ (Baldini &Castoldi, 2001) - intervista in modo affettuoso e rigoroso il poeta-saggista-critico Rodolfo Di Biasio per i suoi 80 anni. L’intellettuale di Ventosa, frazione del comune di Cosma e Damiano che si trova inerpicato sui monti Aurunci e domina la tranquilla vista del Golfo di Gaeta, con il volume ‘I quattro camminanti’ (Sansoni, 1991 - Ghenòmena, 2009) ci rivanga che il Sud, da sempre, è una terra alla ricerca di lavoro, quindi più che letteratura di pura emigrazione si tratta di opera di sostanza e realismo. (Un tempo cupo/il cupo tempo delle rottamazioni: poco importa/ se di uomini o cose/ Un tempo d’alghe ci incalza/. Di Biasio - Poemetto dei naufraghi e delle rottamazioni).
A Cosma Siani, cui si deve il certosino e paziente lavoro atto a rendere scorrevole e piacevole (page-turner) il volume Bompiani ‘ In una casa un ‘altra casa trovo’ mi permetto di segnalare che, in attesa che si facciano sentire i critici (…Si fanno desiderare, invece, riscontri sul volume da colleghi e amici americani, di cui restiamo comunque in attesa) dell’altra parte del mondo, sarebbe il caso di non trascurare quelli che per giunta hanno il privilegio di sentire da anni telefonicamente il grande Joseph. Mi riferisco alla poetessa-scrittrice di Trinitapoli Grazia Stella Elia che redasse il 20 luglio 2016 sul “Giornale di Puglia” uno struggente articolo che in qualche modo era una cortese risposta a quello che Tusiani aveva scritto “A mo’ di prologo” - per cortesia uomini e donne del Gargano andate a rileggere quelle ventidue righe! - alla sua autobiografia.
L’articolo di colei che possiede il prezioso numero di telefono di Joseph così terminava: “Detto ciò consentitemi - in virtù di una notevole esperienza di vita e d’età - di salutare Tusiani con le parole di Seneca: ‘Affrettati a vivere bene e pensa che ogni giorno è una nuova vita’, in questo modo capirai che noi, coloro che ti vogliono bene, abbiamo inteso che distruggere un ricordo richiede forza e dolore, ma tu sai che, oltre Raffaele Cera e Cosma Siani, vi sono tanti amici anonimi disposti a farti sentire sempre uno di noi, uno di… CASA, in qualsiasi casa ti trovi e frequenti”.
Penso che questa ‘casa’ sia stata la molla da cui sono partiti gli individui che hanno pensato ‘Periferie’ e che abbiano reputato che ci sono solo due modi di amare la cultura: non amarla, oppure ragionarci sopra con umiltà, devozione e sapere. Da che parte sia la ‘ la ragione’ o il ‘ragionamento’ è sempre stato un dilemma senza… FRONTIERE.
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