Terremoto, Pirozzi: "Interventi immediati o sgombero casette"

Arrivano le minacce da parte del sindaco di Amatrice, Sergio Pirozzi, di far sgomberare le casette destinate ai terremotati se non ci sarà un intervento per superare le tante criticità emerse negli ultimi mesi. "I problemi ci sono e vanno risolti in tempi molto rapidi, altrimenti saro' costretto a prendere decisioni forti, e ordinare lo sgombero dell'intera area terremotata, con l'immediato spostamento delle 515 famiglie attualmente alloggiate presso le Sae (Soluzioni Abitative d'Emergenza)", ha dichiarato in un'intervista al Corriere di Rieti.

"Se non c'è la sicurezza igienico-sanitaria - ha continuato Pirozzi - io come sindaco non ho il diritto ma l'obbligo di salvaguardare la mia gente. Quindi o arrivano risposte in tempi brevissimi, oppure sarò costretto a procedere con lo sgombero. Se lunedì prossimo non avrò sul mio tavolo la scaletta degli interventi precisi da parte di Regione e Consorzio Nazionale dei Servizi, farò le mie valutazioni".

Le affermazioni del sindaco del paese reatino distrutto dal terremoto del 2016 arrivano a margine dei sopralluoghi in corso nelle aree delle Soluzioni Abitative d'Emergenza, dove sono stati riscontrati problemi e malfunzionamenti con i quali convivono quotidianamente i residenti ospitati nelle casette.

1 Commenti

  1. Le Soluzioni Abitative di Emergenza - SAE (cosiddette "casette") per le popolazioni colpite dagli eventi sismici dello scorso anno ricadono sotto la competenza e responsabilità diretta delle Regioni (LAZIO, MARCHE, UMBRIA e ABRUZZO). Queste ultime infatti, reclamata gelosamente la loro "diretta competenza" (rispetto a qualsivoglia ipotesi di ingerenza da parte dello Stato per un eventuale intervento centralizzato):
    a) anziché effettuare ciascuna una propria specifica gara hanno approfittato ("a guadagno di tempo") del Contratto a suo tempo stipulato dalla Protezione Civile Nazionale, scegliendo - tra le tipologie disponibili (legno, cemento, metallo) - il tipo di casette valutato più rispondente per realizzare i necessari idonei insediamenti sul proprio territorio;
    b) anziché effettuare una essenziale, puntuale e continua attività di supporto tecnico, di indirizzo, di stimolo e di controllo sui vari cantieri (individuazione preventiva eventuali correttivi per adeguare le SAE alle aree di insediamento, rispetto dei tempi di realizzazione, controllo delle lavorazioni, superamento delle criticità emerse, ... ) hanno scelto di procedere ad un "controllo da remoto" (nonostante il noto detto “chi vuole va, chi non vuole manda”) e comunque essenzialmente “a lavori conclusi”, con i deludenti risultati che sono sotto gli occhi di tutti.

    Evviva le Regioni, evviva i loro lungimiranti e mai sufficientemente lodati Presidenti.

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