Bari, la pulizia delle strade e gli sporcaccioni


di VITTORIO POLITO – Che Bari abbia avuto sempre problemi per le condizioni igieniche è storia vecchia, anche perché il problema derivava dalle cattive abitudini delle persone (erano solo 18 mila), che abitavano nelle antiche mura medievali. Un carteggio del 1774, ricorda Vito Antonio Melchiorre nel suo libro “Storie Baresi” (Levante), rivela che molti cittadini gettavano sulla pubblica via acque luride, fogliame e ogni sorta di rifiuto, nonostante un severo divieto imposto da una norma comunale. Per questi motivi il presidente della Provincia comunicò al Governatore di Bari ed agli altri amministratori della città che il re Ferdinando IV di Borbone, venuto a conoscenza del fatto, ordinò la severa applicazione di un’antica norma comunale che puniva i trasgressori.

Oggi, con la città sempre più grande e popolosa, le strade sono sempre più sporche, la pulizia delle strade pare sia un ‘optional’, sia per gli abitanti che per gli addetti al servizio della ‘nettezza urbana’, allora sarebbe opportuna l’emissione di una ordinanza sindacale, del tipo di quella che emise il sindaco Tanzi nel periodo del suo mandato (1789-1791). Si trattava di 14 punti che indicavano il da farsi e cioè si doveva provvedere a pulire e a far rimuovere, con l’aiuto dei netturbini, qualsiasi rifiuto davanti alla propria casa (oggi condominî).

Il problema si risolse, allora, con il decreto di Gioacchino Murat del 25 aprile 1813 che dispose la creazione del nuovo Borgo che permise nel corso degli anni successivi di ridurre gli abitanti del centro storico.

Oggi, purtroppo, la nostra città è sempre più sudicia a causa del menefreghismo collettivo e della inciviltà di certi cittadini e di alcuni esercenti attività commerciali quali: mercati all’aperto, focaccerie, bar, gelaterie, pub, pizzerie, i cui marciapiedi antistanti sono sporchissimi e unti.

Altre offese all’igiene e alla pulizia sono imputabili ai possessori di cani, e sono tanti, che lasciano gli escrementi delle proprie bestie sulla pubblica via ed a coloro che “bevono” e lasciano contenitori di ogni genere dappertutto, nonostante la presenza nelle immediate vicinanze di idonei raccoglitori.

Dal momento che le strade della città divengono sempre più impraticabili anche per i “ricordini” che gli stessi proprietari evitano accuratamente di rimuovere, anche se motivi igienici richiederebbero la rimozione degli stessi e la pulizia della zona, provo ad avanzare alcune proposte che l’Amministrazione Comunale potrebbe prendere in considerazione.

Per quanto riguarda i cani, sarebbe opportuno che il sindaco emanasse un’ordinanza finalizzata a ripristinare immediatamente la cosiddetta “tassa sui cani”, come avviene per i rifiuti, i cui introiti andrebbero destinati alla pulizia della città e per contribuire alla spesa per la costruzione e il mantenimento dei canili. Obbligare tutti i proprietari di cani che portano in giro gli animali a dotarli di medaglia di riconoscimento che dimostra il pagamento della tassa, ma vincolarli anche a dotare l’animale di “pannetto”, così ‘Fido’ non imbratterà più le strade. Esattamente come si fa per i bambini (che differenza c’è?).

Per gli sporcaccioni, invece, sarebbe opportuna una seria e continua tolleranza zero.