Calcio e disabili: ecco la 'Quarta Categoria'


di FRANCESCO GRECO - L’hashtag ha il sapore di una sfida piena di incognite, ma per questo affascinante: #iovogliogiocarealcalcio. I giocatori avranno anche il loro album delle figurine Panini.

Il protocollo d’intesa è stato sottoscritto preso il Senato della Repubblica il 18 gennaio 2017. E adesso il progetto entra in fase operativa in tutte le regioni d’Italia che con i loro club più prestigiosi hanno aderito al progetto “Quarta Categoria”, torneo della FIGC – che in questo modo esordisce anche nel settore della disabilità - in collaborazione col CSI, che vuol socializzare nel calcio “atleti con disabilità intellettive, relazionali e psichiche”. Insomma il modello è Forrest Gump e vedere questi ragazzi correre dietro a un pallone, marcare a uomo o a zona, battere un rigore o un fallo, discutere col loro allenatore di 4-3-3, sarà bello ed emozionante anche per tutti noi, nello spirito primitivo della sana competizione.
 
Ma cos’è “Quarta Categoria”? “Un campionato di calcio a 7 che si svolge da ottobre a maggio strutturato in rose distinte di giocatori – spiega la responsabile del progetto per la Puglia, Stefania Agata D’Elia – che già nel nome riconduce a un ulteriore livello del settore dilettantistico riservato ad atleti speciali”.
 
Il campionato sarà gestito e coordinato dai CSI e dai Comitati Regionali (anche attraverso le LND) nel biennio 2018-2019. Il passo successivo sarà la Coppia Italia per le squadre vincenti nelle realtà regionali. La prospettiva futura: il livello europeo, proprio come accade per il calcio professionistico (A, B, Pro), inclusi play-off e play-out.     
 
Oltre alla Puglia aderiscono al concept: Emilia-Romagna, Toscana, Lombardia, Lazio, Liguria, Calabria, Sardegna, con decine di società e centinaia di iscritti (ma l’obiettivo è estendere la partecipazione a ogni regione) sia come club che come squadre che “adottano”.      All’interno di ”Quarta Categoria” sono strutturati due altri livelli: quinta e sesta categoria, che avranno la funzione di riequilibrio degli atleti partecipanti, nell’intento di coinvolgere proprio tutti, inclusi gli allenatori e gli arbitri adatti a questi particolari giocatori (ma serviranno anche psicologi, analisti, tecnici, ecc.). Cose da calcio totale.
 
Ogni squadra sarà “adottata” da un club di A, B o Lega Pro. Al momento: Fiorentina, Milan, Sassuolo, Cagliari, Genoa, Udinese, Inter, Venezia.

Sky, Rai, Mediaset, Corriere dello Sport e Gazzetta dello Sport “copriranno” mediaticamente il fenomeno che muove i primi passi.
 
Per il Salento è in stand-by la squadra della cooperativa sociale “L’Adelfia” di Alessano (Lecce), nata nel lontano 1982 (200 soci-lavoratori, gestisce 18 comunità, 15 residenziali e 3 semi-residenziali), una delle prime in Italia a occuparsi di disabilità (anche per i metodi di recupero innovativi e rivoluzionari), che si è gemellata col Lecce (Lega Pro) e ha già ben figurato in due tornei nazionali ANPIS (Associazione Nazionale delle Polisportive per l'Inclusione Sociale) di pallavolo, edizioni 2016-2017 e 2017-2018 (che ha vinto). Mentre nel calcio a 6 la squadra è detentrice del titolo regionale (vinto per quattro edizioni su cinque). Successi anche nel calcio a otto: vittorie a Palinuro e a Urbino (campioni italiani).
 
Il responsabile tecnico del Gruppo Sportivo "L'Adelfia" (nato nel 2007, nel 2017 si è costituito come ASD), è Daniele Piscopello, che è anche il presidente. Le partite si giocheranno a Bari e la prima è già in programma per sabato 17 febbraio.
 
“Il progetto si impianta anche sul contributo di volontari che investano risorse di tempo e personali a seguito della causa – aggiunge la signora D’Elia – in un contesto di buone pratiche sociali che porti a un arricchimento etico e morale all’insegna del sacrificio, l’umiltà e il rispetto dell’altro”.
 
Insomma, visto che non siamo stati capaci di battere la Svezia e siamo fuori dai Mondiali di Russia, per la seconda volta nella nostra storia, chissà che le emozioni che ci hanno negato i professionisti viziati e strapagati non ce le diano i ragazzi dell’hashtag #iovogliogiocarealcalcio?