BARI - Concorrenti allenati a solcare l'oceano. E come se non bastasse, avversari nuovi e temibili da affrontare, come onde alte tre metri ed un vento che soffia a 28 nodi. E' una esperienza che non dimenticherà facilmente, Giuliano Yuri Zavarella, canoista del Circolo Canottieri Barion di ritorno da Lanzarote, in Spagna, l'isola più nord-orientale delle Canarie che l'ha visto cimentarsi nell'Atlantic Ocean Race SurfSki.
Una regata internazionale da affrontare in condizioni estreme, del tutto inusuali per l'unico pugliese in gara. Logico che il risultato finale, 100esimo sì ma con un riscontro intermedio fra i Veterani della sua categoria, passi in secondo piano, davanti alla partecipazione ad una gara unica nel suo genere: “Mai visto nulla di simile – osserva il diretto interessato, 37 anni a giugno ma ancora tanta voglia di spostare più in là i propri limiti agonistici – Chi si è trovato meglio? Portoghesi e sudafricani, che hanno la possibilità di allenarsi in condizioni simili a quelle di gara”.
Quaranta i chilometri di gara, suddivisi in tre tappe e da percorrere a bordo di surfski, particolari canoe che consentono di pagaiare nei tratti esposti a correnti, tipici dell'oceano Atlantico. Una bella sfida personale al di là del risultato: “Sarebbe bello – è l'auspicio di Zavarella – riproporre una gara simile sulla costa adriatica. Le condizioni del mare sono ovviamente diverse, meno impegnative. Ma proprio per questo ben si presterebbero all'utilizzo del surfski, con un miglioramento ulteriore in termini di sicurezza”.
Una regata internazionale da affrontare in condizioni estreme, del tutto inusuali per l'unico pugliese in gara. Logico che il risultato finale, 100esimo sì ma con un riscontro intermedio fra i Veterani della sua categoria, passi in secondo piano, davanti alla partecipazione ad una gara unica nel suo genere: “Mai visto nulla di simile – osserva il diretto interessato, 37 anni a giugno ma ancora tanta voglia di spostare più in là i propri limiti agonistici – Chi si è trovato meglio? Portoghesi e sudafricani, che hanno la possibilità di allenarsi in condizioni simili a quelle di gara”.
Quaranta i chilometri di gara, suddivisi in tre tappe e da percorrere a bordo di surfski, particolari canoe che consentono di pagaiare nei tratti esposti a correnti, tipici dell'oceano Atlantico. Una bella sfida personale al di là del risultato: “Sarebbe bello – è l'auspicio di Zavarella – riproporre una gara simile sulla costa adriatica. Le condizioni del mare sono ovviamente diverse, meno impegnative. Ma proprio per questo ben si presterebbero all'utilizzo del surfski, con un miglioramento ulteriore in termini di sicurezza”.
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