LECCE - L’Ictus e la Radiologia in rete. Un’alleanza “a sei” in cui tutte le strutture ospedaliere della ASL Lecce comunicano fra loro e operano come fossero un solo Ospedale. E’ diventata realtà , da pochi giorni, la possibilità di dialogo fra specialisti Radiologi, Neuroradiologi e Neurologi delle varie strutture ospedaliere della ASL Lecce, comprendente i Presidi Ospedalieri di Casarano, Scorrano, Gallipoli, Copertino, Galatina, strutture definite Spoke dal Piano di Riordino Regionale, e l’HUB rappresentato dal P.O. “Vito Fazzi” di Lecce.
Un sistema basato sulla condivisione delle competenze, in rete appunto, e sull’utilizzo della tecnologia nella diagnosi e gestione del paziente affetto da ictus cerebrale. Una patologia molto grave, è la terza causa di morte dopo le patologie cardiovascolari e neoplastiche e la prima causa di disabilità , in cui il fattore-tempo gioca un ruolo determinante. Con tutto ciò che ne consegue in termini di danno cerebrale, aspettativa di vita, invalidità e recupero delle funzioni.
Per questo la Neurochirurgia nell’ictus emorragico e la Neurologia nell’ictus ischemico hanno indirizzato le finalità d’intervento al contenimento dei danni. Ovviamente, tutto ciò non sarebbe possibile senza una diagnostica per imaging che consenta la diagnosi rapida, di facile accesso e a costi contenuti da un lato, e la neuroradiologia interventistica dall’altro che, oltre ad analizzare l’entità e l’estensione del danno, ha come fine di intervenire nel più breve tempo possibile.
Da qui è nata la necessità di sfruttare la tecnologia già in uso in tutti i presidi ospedalieri, dotati ormai da anni di apparecchiatura TAC e collegare le stesse in rete con la Neuroradiologia del “Vito Fazzi”. Le immagini TAC cranio di base, ovvero senza mezzo di contrasto, così ottenute, dai vari presidi vengono inviate telematicamente alla Unità Operativa Complessa di Neuroradiologia del “Fazzi”, diretta dal dr. Fernando A. Lupo, dove è situato un sistema di elaborazione automatica delle immagini che, nell’arco di due minuti, consente di dare a quelle immagini, corrispondenti al paziente con ictus, un valore numerico da 10 (valore normale) a 1 (di massima estensione della lesione) in termini di gravità iconografica. Questa elaborazione, correlata alla valutazione clinica trasmessa dai medici dei Pronto Soccorso e del 118, consente al Neurologo, Neuroradiologo e al Neurochirurgo di turno del Fazzi di stabilire se quel paziente è passibile o meno di terapia specifica per il trattamento dell’ictus.
Il programma alla base del sistema è denominato ASPECT (Alberta Stroke Program Early CT Score) ed è stato prodotto dall’Università di Calgary. La particolarità sta nella circostanza che il sistema in rete, comprendente tutta la provincia di Lecce, è uno dei primi esempi in cui viene usato su così ampia scala in Italia, dove finora era limitato a singole aziende ospedaliere-universitarie.
La prova della bontà , attendibilità ed affidabilità della sistema è testimoniata dal fatto che già nel giro di circa 10 giorni da quando è stato attivato, esso ha già esaminato e passato al vaglio circa 60 pazienti, dei quali solo in otto casi si è dovuto ricorrere a trattamento specifico, ischemico o emorragico, evitando per la gran parte viaggi e trasferimenti inutili del 118 verso l’Ospedale di Lecce. Tutto ciò ha consentito di ridurre i tempi di intervento, limitare i danni cerebrali e permesso un miglior recupero in termini di funzione del sistema nervoso. «L’obiettivo di questo nuovo sistema – commenta il Direttore Generale Ottavio Narraci - è salvare la vita delle persone, il modello operativo consiste nel lavorare assieme condividendo le competenze, grazie a medici preparati, tecnologie avanzate e ad una migliore organizzazione, capace di dialogare e intervenire in tempo reale».
Un sistema basato sulla condivisione delle competenze, in rete appunto, e sull’utilizzo della tecnologia nella diagnosi e gestione del paziente affetto da ictus cerebrale. Una patologia molto grave, è la terza causa di morte dopo le patologie cardiovascolari e neoplastiche e la prima causa di disabilità , in cui il fattore-tempo gioca un ruolo determinante. Con tutto ciò che ne consegue in termini di danno cerebrale, aspettativa di vita, invalidità e recupero delle funzioni.
Per questo la Neurochirurgia nell’ictus emorragico e la Neurologia nell’ictus ischemico hanno indirizzato le finalità d’intervento al contenimento dei danni. Ovviamente, tutto ciò non sarebbe possibile senza una diagnostica per imaging che consenta la diagnosi rapida, di facile accesso e a costi contenuti da un lato, e la neuroradiologia interventistica dall’altro che, oltre ad analizzare l’entità e l’estensione del danno, ha come fine di intervenire nel più breve tempo possibile.
Da qui è nata la necessità di sfruttare la tecnologia già in uso in tutti i presidi ospedalieri, dotati ormai da anni di apparecchiatura TAC e collegare le stesse in rete con la Neuroradiologia del “Vito Fazzi”. Le immagini TAC cranio di base, ovvero senza mezzo di contrasto, così ottenute, dai vari presidi vengono inviate telematicamente alla Unità Operativa Complessa di Neuroradiologia del “Fazzi”, diretta dal dr. Fernando A. Lupo, dove è situato un sistema di elaborazione automatica delle immagini che, nell’arco di due minuti, consente di dare a quelle immagini, corrispondenti al paziente con ictus, un valore numerico da 10 (valore normale) a 1 (di massima estensione della lesione) in termini di gravità iconografica. Questa elaborazione, correlata alla valutazione clinica trasmessa dai medici dei Pronto Soccorso e del 118, consente al Neurologo, Neuroradiologo e al Neurochirurgo di turno del Fazzi di stabilire se quel paziente è passibile o meno di terapia specifica per il trattamento dell’ictus.
Il programma alla base del sistema è denominato ASPECT (Alberta Stroke Program Early CT Score) ed è stato prodotto dall’Università di Calgary. La particolarità sta nella circostanza che il sistema in rete, comprendente tutta la provincia di Lecce, è uno dei primi esempi in cui viene usato su così ampia scala in Italia, dove finora era limitato a singole aziende ospedaliere-universitarie.
La prova della bontà , attendibilità ed affidabilità della sistema è testimoniata dal fatto che già nel giro di circa 10 giorni da quando è stato attivato, esso ha già esaminato e passato al vaglio circa 60 pazienti, dei quali solo in otto casi si è dovuto ricorrere a trattamento specifico, ischemico o emorragico, evitando per la gran parte viaggi e trasferimenti inutili del 118 verso l’Ospedale di Lecce. Tutto ciò ha consentito di ridurre i tempi di intervento, limitare i danni cerebrali e permesso un miglior recupero in termini di funzione del sistema nervoso. «L’obiettivo di questo nuovo sistema – commenta il Direttore Generale Ottavio Narraci - è salvare la vita delle persone, il modello operativo consiste nel lavorare assieme condividendo le competenze, grazie a medici preparati, tecnologie avanzate e ad una migliore organizzazione, capace di dialogare e intervenire in tempo reale».