TARANTO - "L'Ue non sia complice della condanna a morte dei tarantini". Lo ha detto l'eurodeputata M5S Rosa D'Amato intervenendo in commissione Petizioni al Parlamento europeo in merito alle due iniziative civiche in discussione a Bruxelles in merito all'Ilva di Taranto e a Tempa Rossa.
"Per due volte, dal 2013 a oggi, il Parlamento europeo ha visitato Taranto - ha detto - I parlamentari che non hanno le bende agli occhi e non rispondo a logiche padronali e di sistema, hanno denunciato puntualmente la condizione dell'Ilva, cadente, inquinante e oggi svenduta al peggior offerente, e i rischi derivanti dalla produzione Eni, che tra l'altro si prepara a varare il contestato progetto Tempa Rossa. Con tanto di sovraccarico inquinante".
"Noi abbiamo una posizione chiara sulla situazione sanitaria di Taranto - continua -. Abbiamo tracciato una prospettiva di chiusura delle fonti inquinanti, a cominciare da Ilva, progettando un serio, articolato e fattibile piano di riconversione e ricollocazione lavorativa che presenteremo a breve".
"E la Commissione europea cosa fa? Mantiene aperta da ormai cinque anni una procedura di infrazione sulle questioni ambientali: non ha il coraggio di sanzionare l'Italia - prosegue l'eurodeputata - L'Ue si sta assumendo una grave responsabilità storica che condanna a morte una intera provincia di 600mila abitanti e condanna a morte le generazioni future".
"A questo punto Ue e Governo Italiano completino l'opera: raddoppino Ilva, costruiscano anche un bel rigassificatore, offrano pure decine di migliaia di posti di lavoro avvelenato, però ad un patto: allarghino l'area cimiteriale. Oltre ad essere inquinata sta diventando insufficiente. Che Dio li perdoni, se ci credono".
"Per due volte, dal 2013 a oggi, il Parlamento europeo ha visitato Taranto - ha detto - I parlamentari che non hanno le bende agli occhi e non rispondo a logiche padronali e di sistema, hanno denunciato puntualmente la condizione dell'Ilva, cadente, inquinante e oggi svenduta al peggior offerente, e i rischi derivanti dalla produzione Eni, che tra l'altro si prepara a varare il contestato progetto Tempa Rossa. Con tanto di sovraccarico inquinante".
"Noi abbiamo una posizione chiara sulla situazione sanitaria di Taranto - continua -. Abbiamo tracciato una prospettiva di chiusura delle fonti inquinanti, a cominciare da Ilva, progettando un serio, articolato e fattibile piano di riconversione e ricollocazione lavorativa che presenteremo a breve".
"E la Commissione europea cosa fa? Mantiene aperta da ormai cinque anni una procedura di infrazione sulle questioni ambientali: non ha il coraggio di sanzionare l'Italia - prosegue l'eurodeputata - L'Ue si sta assumendo una grave responsabilità storica che condanna a morte una intera provincia di 600mila abitanti e condanna a morte le generazioni future".
"A questo punto Ue e Governo Italiano completino l'opera: raddoppino Ilva, costruiscano anche un bel rigassificatore, offrano pure decine di migliaia di posti di lavoro avvelenato, però ad un patto: allarghino l'area cimiteriale. Oltre ad essere inquinata sta diventando insufficiente. Che Dio li perdoni, se ci credono".