LECCE - La sedicenne leccese Noemi Durini è deceduta "per insufficienza respiratoria acuta conseguente ad asfissia da seppellimento mediante compressione del torace e dell'addome". A scriverlo il medico legale Roberto Vaglio incaricato dalla Procura per i Minorenni di Lecce della consulenza sulle cause della morte della sedicenne di Specchia.
Quindi, come si evince dalla consulenza, notificata ieri ai legali delle parti, la giovane sarebbe stata ancora viva quando il suo assassino l'ha ricoperta con delle pietre di un muretto a secco ed è morta dopo una lenta agonia.
Riscontrato sul corpo della sedicenne anche "un trauma cranico commotivo cagionato dall'azione multipla di corpi contundenti inferti a mani nude e/o pietre ed arma da punta e taglio". L'ipotesi avanzata è che l'aggressore l'abbia picchiata, poi ferita e ne avrebbe quindi trascinato il corpo privo di coscienza per circa 5 metri per poi seppellirlo. Per il suo omicidio è in carcere il fidanzato Lucio che si è prima autoaccusato ma poi ha ritrattato tutto, accusando di fatto un'altra persona.
Quindi, come si evince dalla consulenza, notificata ieri ai legali delle parti, la giovane sarebbe stata ancora viva quando il suo assassino l'ha ricoperta con delle pietre di un muretto a secco ed è morta dopo una lenta agonia.
Riscontrato sul corpo della sedicenne anche "un trauma cranico commotivo cagionato dall'azione multipla di corpi contundenti inferti a mani nude e/o pietre ed arma da punta e taglio". L'ipotesi avanzata è che l'aggressore l'abbia picchiata, poi ferita e ne avrebbe quindi trascinato il corpo privo di coscienza per circa 5 metri per poi seppellirlo. Per il suo omicidio è in carcere il fidanzato Lucio che si è prima autoaccusato ma poi ha ritrattato tutto, accusando di fatto un'altra persona.