BARI - "Il tavolo latte convocato dal Dipartimento Agricoltura della Regione Puglia è un punto di partenza ed è positivo il protocollo d'intesa annunciato per definire i prezzi secondo le rilevazioni ISMEA così come la predisposizione di un modello di contratto ma costituiscono ordinaria attività, strumenti che andavano adottati in quanto previsti dalle legge e che vanno attuati nel più breve tempo possibile. Rimane la nostra richiesta di un tavolo urgente che entri nel merito della crisi del comparto zootecnico e affronti l'emergenza prezzo alla stalla". Così il presidente CIA Puglia Raffaele Carrabba commenta l'esito della riunione indetta dal direttore del Dipartimento Agricoltura Gianluca Nardone. L'incontro con le organizzazioni agricole, gli artigiani trasformatori e l'Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare, ente terzo che stabilisce il costo di produzione sulla base di accertamenti e verifiche, rappresenta la tappa di un percorso istituzionale già avviato da mesi dalla Regione. CIA-Agricoltori Italiani Puglia ha partecipato con una delegazione di allevatori, con il vicepresidente regionale Giannicola D'Amico e il direttore provinciale Area Due Mari Vito Rubino. "È un primo passo e la strada intrapresa è quella giusta per giungere alla definizione di un prezzo equo. Abbiamo chiesto che le rilevazioni Ismea sul territorio regionale siano quanto più attendibili per arrivare ad un costo di produzione quanto più reale possibile".
CIA-Agricoltori Italiani Puglia il 3 febbraio scorso aveva formalmente chiesto la convocazione urgente da parte dell'Assessore regionale alle Risorse Agricole Leonardo Di Gioia di un tavolo regionale di lavoro sulla crisi del comparto lattiero-caseario per discutere dell'ulteriore riduzione di due centesimi al litro del prezzo del latte alla stalla, stabilita unilateralmente da uno dei più grandi gruppi alimentari italiani nazionali che si approvvigiona di latte dalla Puglia, nemmeno minimamente concordata con le rappresentanze delle aziende zootecniche pugliesi e subito condivisa dai caseifici. La decurtazione complessiva per gli allevatori pugliesi è stimata in oltre 15 milioni di euro in un anno.
"Rilanciamo la nostra richiesta di un tavolo anche alla luce dell'arrivo dall'estero di latte a 22 centesimi. Solo bloccando le importazioni riusciremo a salvare un settore costretto ora ad un braccio di ferro davanti alle importazioni selvagge, che minano fortemente la capacità di reddito dei produttori - prosegue il presidente regionale CIA Puglia Raffaele Carrabba - L'impiego profuso nella promozione del Made in Italy non può trascurare il latte italiano, viatico per garantire la qualità delle produzioni lattiero casearie. È una situazione che sta ulteriormente compromettendo il lavoro di migliaia di aziende zootecniche pugliesi, che stanno vivendo da anni un periodo di profonda crisi economica. Il tutto in un sistema commerciale sul quale incidono negativamente le regole non scritte imposte da chi fornisce la Gdo. È assurdo ed inspiegabile come il prezzo del latte dalla stalla agli scaffali della Grande distribuzione triplichi o addirittura si quadruplichi. Servono interventi strutturali per rafforzare la zootecnia pugliese e valorizzare gli allevamenti della regione. Se non affrontata adeguatamente, l'emergenza prezzo rischia di mandare sul lastrico migliaia di aziende zootecniche, che si aggiungeranno a quelle che hanno chiuso nel corso degli anni e che, comunque, continuano a garantire qualità e sicurezza alimentare".
CIA-Agricoltori Italiani Puglia il 3 febbraio scorso aveva formalmente chiesto la convocazione urgente da parte dell'Assessore regionale alle Risorse Agricole Leonardo Di Gioia di un tavolo regionale di lavoro sulla crisi del comparto lattiero-caseario per discutere dell'ulteriore riduzione di due centesimi al litro del prezzo del latte alla stalla, stabilita unilateralmente da uno dei più grandi gruppi alimentari italiani nazionali che si approvvigiona di latte dalla Puglia, nemmeno minimamente concordata con le rappresentanze delle aziende zootecniche pugliesi e subito condivisa dai caseifici. La decurtazione complessiva per gli allevatori pugliesi è stimata in oltre 15 milioni di euro in un anno.
"Rilanciamo la nostra richiesta di un tavolo anche alla luce dell'arrivo dall'estero di latte a 22 centesimi. Solo bloccando le importazioni riusciremo a salvare un settore costretto ora ad un braccio di ferro davanti alle importazioni selvagge, che minano fortemente la capacità di reddito dei produttori - prosegue il presidente regionale CIA Puglia Raffaele Carrabba - L'impiego profuso nella promozione del Made in Italy non può trascurare il latte italiano, viatico per garantire la qualità delle produzioni lattiero casearie. È una situazione che sta ulteriormente compromettendo il lavoro di migliaia di aziende zootecniche pugliesi, che stanno vivendo da anni un periodo di profonda crisi economica. Il tutto in un sistema commerciale sul quale incidono negativamente le regole non scritte imposte da chi fornisce la Gdo. È assurdo ed inspiegabile come il prezzo del latte dalla stalla agli scaffali della Grande distribuzione triplichi o addirittura si quadruplichi. Servono interventi strutturali per rafforzare la zootecnia pugliese e valorizzare gli allevamenti della regione. Se non affrontata adeguatamente, l'emergenza prezzo rischia di mandare sul lastrico migliaia di aziende zootecniche, che si aggiungeranno a quelle che hanno chiuso nel corso degli anni e che, comunque, continuano a garantire qualità e sicurezza alimentare".
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